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Piccolo Vocabolario Voltaggino

di Giuseppe Canepa

“Non è cosa oziosa lo studio di un dialetto” così principia la prefazione al Vocabolario Genovese Italiano compilato dal prof. Gaetano Frisoni che nel 1910 l’editore Domath diede alle stampe. L’intento di allora era ben diverso però da quello che ci si aspetterebbe da un moderno compilatore. Infatti l’obiettivo rivelato esplicitamente dalla dedica iniziale era quello di contribuire

“al lodevole e unanime sforzo tendente a far sì che gli Italiani parlino l’idioma nazionale”

secondo quanto dettato dal Ministro della Pubblica Istruzione dell’epoca Paolo Boselli. In seguito, l’esaltazione dell’italianità perseguita dal regime fascista si tradusse non solo nell’ostracismo nei confronti dei termini stranieri ma anche nell’avversione riservata ai dialetti, ostacolo ad un idioma unitario, sconfessando così in parte la riforma del Ministro Giovanni Gentile (1923) che in un primo tempo aveva addirittura proposto l’utilizzo dei dialetti nella scuola elementare.

Ad affossare i dialetti, con effetti ben più incisivi delle leggi, ci hanno pensato fenomeni interni quali il massiccio flusso migratorio proveniente dal Sud Italia che ha reso indispensabile addivenire al compromesso linguistico di un idioma comune per consentire la comprensione fra persone che altrimenti parlavano lingue astruse e reciprocamente incomprensibili, e dinamiche internazionali come la globalizzazione che ha portato con sé l’egemonia linguistica dell’inglese.

Eppure, proprio la varietà dei dialetti rappresenta una peculiarità italica che trova un riscontro solo nell’altrettanto imponente varietà gastronomica. Come le cucine regionali infatti. i dialetti rispecchiano specifici aspetti culturali di una comunità e allo stesso modo, al loro interno racchiudono sfumature e differenze locali. Cipolla e torta di riso ne sono un esempio. Una distanza di pochi chilometri può determinare sensibili differenze. Ćioula si dice a Genova, sigùla a Novi, mentre noi a Voltaggio diciamo sgùlla. Analogamente la torta di riso a Genova è bianca, a Bosio è gialla e da noi è verde.

Aprire un dizionario dialettale è un po’ come dischiudere uno scrigno che racchiude, mescolati, termini di origini straniera derivati da fattori storici (camallo), espressioni popolari che rispecchiano la saggezza o l’umorismo della gente (No ghé bella reuza ch’a no divente ûn grattacû), e ancora parole in via d’estinzione per contaminazione dall’italiano o perché legate a mestieri quasi scomparsi (carin, parte anteriore del carro).

Il desiderio di impedire che insieme con le persone che lo parlavano, anche il patrimonio dei termini dialettali andasse disperso ha spinto Gianni Bisio, eclettico personaggio voltaggino, ad esporre davanti alla propria abitazione un leggìo con una sorta di registro sul quale chiunque potesse annotare una parola in dialetto che ritenesse degna di essere annotata. Da subito l’iniziativa diede origine ad una piccola schiera di appassionati contributori che facevano a gara a chi individuava i termini meno noti e quindi più a rischio di oblio. Da lì a riunirsi in un piccolo gruppo di lavoro il passo è stato breve. Grazie al sostegno e alla disponibilità della Biblioteca Civica iniziarono così animati incontri tra gli “esperti” locali per arricchire e organizzare il complesso e disordinato insieme di termini dialettali e soprattutto individuarne i significati in italiano. Questo lavoro diede origine ad una prima edizione delle “Parole di Voltaggio” che però presentava, tra gli altri, un grosso difetto sotto l’aspetto di una trascrizione che rendesse disponibile una pronuncia corretta. Per un caso fortunato ci fu modo di mettersi in contatto con un luminare in campo linguistico, il prof. Fiorenzo Toso, ligure ma docente all’Università di Sassari, grazie al quale venne redatta la seconda edizione arricchita da “note sulla pronuncia” che qui presentiamo. Anche se con questo contributo si è voluto conferire al lavoro una veste più “scientifica”, come sottolineano i promotori nella nota introduttiva le vere autrici restano le persone di Voltaggio.

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