Gli Oratori a Voltaggio, un itinerario nel Borgo tra culti religiosi e tradizioni popolari – 2. Nostra Signora del Gonfalone

L’Oratorio di Nostra Signora del Gonfalone sorge contiguo al palazzo De Ferrari Galliera1. È amministrato dalla confraternita omonima, che indossa, in particolari occasioni religiose, la sopravveste rituale bianca con cappuccio e tabarrino azzurro bordato in oro.

Istituita in epoca imprecisata sotto il titolo di Compagnia dei Disciplinati, la confraternita viene anche indicata, negli Atti d’archivio, come Compagnia del Riscatto o della SS. Trinità (aggregata alla Confraternita a partire dal 1703), denominazione assunta dagli organismi che si dedicavano al riscatto degli schiavi cristiani prigionieri dei “barbareschi”.
Nel 1609 la Compagnia, che gestiva tra l’altro un lascito testamentario per la dote delle fanciulle povere, venne aggregata all’Arciconfraternita romana di Santa Maria del Gonfalone e, nel 1640, il cardinale Francesco Barberini, con Bolla diretta ai “diletti confratelli del luogo di Voltaggio”, ne confermò i privilegi e le indulgenze.
Per tutto il secolo XVII l’attuale denominazione si alterna con quella di “Compagnia dei Disciplinati”, facendo supporre un’origine della confraternita molto vicina nel tempo al movimento medievale dei flagellanti. La prima sede della Confraternita si trovava affianco della Chiesa Parrocchiale dove, in seguito, vennero edificate la sacrestia e la canonica della stessa Parrocchiale. Nel 1631, venne iniziata la costruzione di un nuovo edificio nella sede attuale, posto accanto all’Ospedale di Maria Maddalena. La copertura del tetto avvenne nel 1651 e da quella data l’oratorio iniziò ad essere officiato. Il campanile venne completato nel 1714.
Nel corso del Settecento si provvide all’ornamento interno della chiesa, decorandola con stucchi e costruendo un nuovo altare maggiore e dotando la chiesa di un organo sostituito per ben tre volte (documenti datati: 1679, 1785 (incarico a organaro Antonio Corsi), 1883 (ditta fratelli Lingiardi di Pavia)) e di dipinti, sculture, oggetti in legno e/o in argento liturgici e processionali. Nei secoli successivi (1800 e 1900) sono stati curati soprattutto il restauro degli arredi antichi, l’acquisizione di nuovi, e il costante abbellimento e manutenzione dell’edificio2.
Il prestigio della Confraternita venne poi impreziosito dall’acquisizione delle reliquie di San Clemente (1673), giunta da Roma ed accolta a Voltaggio con una processione raffigurata nel 1682 dal pittore Bartolomeo Agosti nel dipinto tuttora in oratorio.

Altre reliquie acquisite nel tempo furono: di S. Caio, S. Valentino, della Santa Croce, di Santa Maria Maddalena, sant’Anna, san Gioacchino, san Giuseppe, san Giovanni Battista, i santi Cosma e Damiano, sant’Antonio da Padova, santa Giovanna Francesca di Chantal, san Giovanni Battista de Rossi, e una parte del velo di Maria Vergine3.

L’oratorio oggi è destinato, come ci ricorda la studiosa Bagnasco Angiolino (p.45), soprattutto alle funzioni religiose e alle adunanze dei confratelli. In obbedienza alle disposizioni canoniche, vi si celebra la Messa soltanto per il suffragio delle anime dei confratelli e delle consorelle, e in onore dei santi patroni. Custodisce, tutela e cura un notevole patrimonio archivistico e d’arte.
Attualmente si celebra la festa della Natività di Maria, nella domenica più vicina all’8 settembre, preceduta da una settimana di funzioni religiose, e la domenica successiva si ricorda il martire san Clemente dopo un triduo di preparazione. Il giorno della festa, al termine delle funzioni, avviene l’estrazione dei numeri della lotteria. L’urna di cristallo che si usa ancor oggi venne comprata nel 1852. Per quanto risulta dai documenti, nel 1800 il “lotto” era un fazzoletto o un gallo.
Un tempo, i festeggiamenti per la celebrazione dei Santi e delle altre cerimonie liturgiche erano più complessi e articolati. Si festeggiavano: Maria Bambina nel giorno della sua Natività, san Clemente, santa Maria Maddalena patrona dell’ospedale, sant’Anna, la Santissima Trinità a partire dall’aggregazione dell’omonima compagnia per il Riscatto degli Schiavi; e per onorare la Madonna, anche la Purificazione e la Visitazione. “In queste occasioni si parava la chiesa con damaschi e altre stoffe preziose, acquistate appositamente o donate dai fedeli”.

A queste tappezzerie la Confraternita teneva moltissimo e prese la decisione, più volte confermata, di non imprestarle a nessuno fuorché alla chiesa parrocchiale. Il Giovedì Santo si ornava il Sepolcro con i “papé”, decorazione di carta dorata e argentata che figuravano nuvole, colonne e angeli. Dal 1800 si introdusse la conseetudine di fare una lotteria per la Natività di Maria, poi estesa a quella di San Clemente; il “lotto” era un fazzoletto o un gallo, che in genere veniva regalato allo scopo. Nel 1852 si comprò un’urna “di cristallo” per l’estrazione dei numeri, che viene usata ancora oggi (Angiolino Bagnasco 1995, p. 37).
La festa dell’8 settembre era la più solenne. Si innalzava un arco di frasche sul portale, si illuminava le piazza davanti alla chiesa, e si cuocevano e distribuivano le focacce “safranate” e “indorate” con oro zecchino.
Presso l’Oratorio, sul lato sinistro, in una nicchia, è custodita la statua lignea policroma di “San Sebastiano”, 1500-1510, proveniente dall’Oratorio di San Sebastiano (sconsacrato e inagibile)4, situato nell’area a nord-ovest del Borgo.
L’OSPEDALE DI SANTA MARIA MADDALENA
L’Ospedale di Santa Maria Maddalena che era, per i confratelli del Gonfalone, il luogo privilegiato dove svolgere la loro attività di assistenza e beneficenza, si suppone fosse posto accanto all’Oratorio, sul lato destro della facciata.
Non si trattava di un ospedale in senso moderno, ma piuttosto di un ospizio o ricovero. Vi trovavano ricovero viandanti e malati e i poveri e gli ammalati di passaggio che spesso non erano in condizione di proseguire il viaggio. “Gli ospiti venivano dai posti più diversi. La loro provenienza e il motivo del ricovero erano registrati accuratamente: un tedesco, uno spagnolo, un malato che veniva da Loreto, un Padre Zoccolante infermo, dei “poveri preti”, … e soprattutto i pellegrini che andavano a Santiago di Compostella e ne tornavano …”. Le fonti documentarie ci permettono di saperlo attivo già dal 1582 fino al 1837. (Angiolino Bagnasco 1995, p. 57)
L’EMBLEMA DELLA CONFRATERNITA: IL GONFALONE

[Immagine] Fig. 10 bis2, [Manifattura genovese,Taffetà dipinto, 1862. Copia del primo Gonfalone dipinto da Bernardo Carrosio (1641) con alcune modifiche nell’iconografia inserite nella versione ottocentesca]
La Vergine in abito rosso (simbolo della sua carità e passione di Cristo, suo figlio) è raffigurata nell’atteggiamento in cui apparve a San Bonaventura con le braccia spalancate in atto di accogliere sotto il suo mantello uomini e donne tutti genuflessi, in segno di devozione, per offrire loro tenero amore e protezione. La disponibilità di Maria è sottolineata dalle parole Mater omnium dipinte sul bordo dorato del manto azzurro. Riguardo ai personaggi rappresentati in ginocchio ai piedi della Vergine, oltre alla moltitudine indistinta in secondo piano, compaiono: a destra, San Clemente (riconoscibile dall’elmo e dalla palma) e un frate francescano con un cappello cardinalizio posato a terra per ricordare San Bonaventura; a sinistra un penitente vestito del sacco bianco e la Santa Maria Maddalena con la frusta penitenziale, rispettivamente in primo e secondo piano. Sul lato posteriore dello stendardo un angelo sorregge un festone di fiori sopra la croce rossa e bianca della Confraternita racchiusa in un ovale.
Fotografie dall’ Archivio dell’Oratorio del Gonfalone
- Nel primo articolo dedicato agli Oratori di Voltaggio compare una introduzione, utile per inquadrare la storia dei quattro Oratori presenti in paese nel Settecento. Rimandiamo ad essa coloro che desiderano approfondire questi aspetti. La potete leggere a questo link: UNA PILLOLA DI STORIA. ↩︎
- Emilia Angiolino Bagnasco, La Confraternita di Nostra Signora del Gonfalone in Voltaggio, Voltaggio, 1995, p. 45 sgg. ↩︎
- Queste reliquie smarrite o trafugate, non sono più in possesso della Confraternita. ↩︎
- Situato nell’area a nord-ovest del Borgo (Luisa Nieddu, “Scultore alessandrino (ambito di Giovanni Angelo del Maino”), Scheda storico critica in ALESSANDRIA SCOLPITA. Sentimenti e passioni fra gotico e rinascimento , 1450-1535, catalogo mostra, a cura di Fulvio Cervini, 2019). ↩︎
