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Il Museo Archeologico “Alta Valle Scrivia”

Erano gli anni ’70, quando, sulla scia di un decennio nel quale l’interesse per la storia della cultura materiale, dalle fonti orali a quelle archeologiche era salito alla ribalta grazie allo sviluppo di realtà associative che svecchiando finalmente gli studi, aveva dato mani, gambe e menti ad una stagione di rinnovamento.

Anche in Valle Scrivia, grazie all’intelligenza, alla capacità di mobilitazione ed organizzazione ed ai sogni della meglio gioventù locale, si svilupparono istituzioni simili le quali, con la sola forza dell’entusiasmo, di uno studio sovente da autodidatti, dopo notti in fabbrica, nei caselli autostradali o a preparare esami all’università, costruirono occasioni di ricerca, tutela e convivialità non fondate soltanto sull’andare a bere insieme da qualche parte. Troverete queste storie nelle foto in bianco e nero degli scavi al castello della Pietra, o a Sant’Andrea di Caserza o al Castello di Borgo Fornari: i volti, coi capelli nero corvini al vento, i sorrisi dei vent’anni, la bellezza di sogni e ideali incorrotti, sono ancora lì a parlarci. Immagini in cui molte e molti riconosceranno i protagonisti o si riconosceranno, aprendo un dialogo – per dirla con Pavese- col ragazzo che fummo.
In tutto questo mondo, in questa “grande bellezza” fatta di gioventù, entusiasmo e studio, nacque questo Museo, che è dunque è la punta di un iceberg culturale il quale, a sua volta, meriterebbe uno studio a sé. I protagonisti hanno nomi di persone e sodalizi ben precisi, tutti all’unisono nati sotto lo sguardo benevolo e protettore di due figure centrali a quel tempo, non solo, per il nostro territorio: Giovanni Meriana e Mauro Valerio Pastorino. In Valle Scrivia il Centro Studi Storici con sede a Busalla divenne la guida per chi era attratto dalla Storia e dall’Archeologia in modo particolare. Si cominciò a valorizzare ogni emergenza architettonica come i castelli o le chiese e a creare un Museo a itinerari scoprendo man mano quanta ricchezza era nascosta nei nostri Comuni. I primi reperti negli anni ‘80 furono ospitati nella scuola vicino al Ponte di Savignone e lì esposti. Le acquisizioni continuarono anche per i ritrovamenti durante i lavori al Castello della Pietra e a quelli di Montoggio e di Borgo Fornari, alla chiesa di Caserza e così via: quello che oggi vedete è poca cosa rispetto a quanto c’è nel deposito del Museo.


Infine nel 1989 l’Amministrazione Comunale di Isola del Cantone acquistava i locali nel Palazzo Spinola e nel 2013 venne inaugurato il Museo Archeologico.
È solo un caso che il Museo sia a Isola del Cantone? Può darsi, ma Isola è l’unico Comune della Valle che vanta una continuità di reperti dal Mesolitico a oggi: inoltre in essa agisce da più di 40 anni un Centro Culturale che ha messo in risalto con centinaia di iniziative la necessità di fare della Cultura una risorsa anche economica. I ragazzi che da oggi si impegneranno nelle visite guidate (ma anche nella ricerca e nella pubblicistica) sono i primi a trarne un minimo beneficio.


L’edificio seicentesco in cui si conservano le collezioni museali è stato all’interno completamente ristrutturato e in due grandi sale potete vedere le vetrine che contengono i reperti trovati in Valle Scrivia ogni domenica dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 17. Oltre a questo i giovani professionisti che da gennaio 2025 gestiscono il MAAVS, organizzano una serie di attività volte alla valorizzazione. Il programma prevede, tra le altre cose, un ricchissimo calendario di conferenze con esperti e il format AperiStoria (chiacchierate culturali, informali, accompagnate da un aperitivo proposto da azienda agricole locali). Per rimanere aggiornati su tutte le attività, oltre al sito internet, si possono consultare i canali social Facebook e Instagram.

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