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Grondona e la chiesa romanica di Santa Maria Assunta (sec. XII)

Arrivando da valle, appena prima di entrare nel paese di Grondona c’è la chiesa romanica di Santa Maria Assunta, posta nei pressi del cimitero.

Lo spunto per una visita mi era stato ispirato OltregiogoDays, un viaggio alla scoperta della storia millenaria dell’Oltregiogo e dell’antico legame con Genova.
Una volontaria con maglietta e logo dell’Oltregiogo mi accoglie per una visita guidata. L’introduzione è relativa alla storia del paese di Grondona. Quindi si passa alla bella chiesa.

La chiesa di Santa Maria Assunta era la primitiva chiesa che sorgeva fuori dell’abitato. La chiesa fu edificata probabilmente nel XII-XIII secolo, ma non ci sono notizie di questa chiesa se non a partire dal XVI secolo. Edificata nella giurisdizione della pieve di San Vittore (Borghetto di Borbera), fin dalle origini il cimitero ne ingloba un fianco.

La chiesa primitiva (ristrutturata e ampliata intorno alla metà del XVII secolo (tra il 1645-1647 e nel 1756), corrisponde all’ingombro della navata centrale e può essere individuata nel primo tratto della facciata.

Lo stile è romanico-longobardo, con una pianta a tre navate, delle quali quella centrale termina con un’abside. L’edificio è sormontato da un campanile coevo ornato da archetti pensili.

Nella facciata presenta un portale con arco a tutto sesto, decorato da una lunetta scolpita con l’immagine di una Croce, tre gigli e una mano benedicente dell’Eterno. L’architrave liscio è collegato a colonnine terminanti in capitelli a “crochet”.

Lungo le pareti interne e sui pilastri sono conservati diversi affreschi celebranti i santi della devozione popolare come S. Antonio abate, S. Giacomo di Compostella, S. Pietro, S. Giorgio. Di particolare importanza è un affresco posto sulla sinistra raffigurante la Vergine nell’atto di bastonare il diavolo tra i Santi, autore Antonio Barbe, 1649. La Madonna con il Bambino tra i santi Pietro e Paolo (sec. XV).


A destra campeggia un affresco del secolo XVII con l’effige della Madonna di Loreto affiancata dai Santi Carlo, Giovanni Battista, Bartolomeo, Agata e dal committente.
Il campanile romanico a pianta quadrata, in perfetto stato di conservazione, si eleva a quattro piani segnati esternamente da cornici a denti di sega con specchiature ad archetti pensili ciechi. La cella campanaria è aperta da bifore con pilastrino concluso da capitello a stampella.

Realizzato in collaborazione con Storie di Territori

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