CarnevaleRacconti, testimonianze, favole, poesie

IL CARNEVALE STAZZANESE DEL 1966 (ogni scherzo vale)

Per noi ragazzotti Serravallesi il carnevale che conoscevamo, frequentavamo ed amavamo era quello del paese nostro dirimpettaio oltre lo Scrivia: Stazzano. 
Con tanto di carri allegorici, maschere, majorette e banda musicale era anche l’unica rassegna in maschera del martedì grasso che si teneva nella nostra zona.
Dopo le feste natalizie rappresentava la  ricorrenza più attesa soprattutto dai noi giovani.

Armati di coriandoli e stelle filanti c’incamminavamo a piedi oltre il Ponte della Madonnetta per giungere poco oltre in piazza a Stazzano dove sarebbe iniziata la sfilata dei carri allegorici.
Preparati mesi prima dagli Stazzanesi, trainati da cavalli e trattori la sfilata in maschera raggiungeva Serravalle per poi fare ritorno. 
Nella piazza di Stazzano veniva così distribuita agli intervenuti polenta e salciccia, con la premiazione delle maschere e dei carri più belli.

In quell’anno del 1966, ricordo due carri che in qualche modo mi colpirono. In uno c’erano gli Antichi Romani della vicina Libarna mentre in quello adiacente c’erano i Barbari. Sui due carri, trainati da cavalli a distanza ravvicinata, alcuni ragazzi mascherati si lanciavano sfide, invettive, insulti.  Anche se eravamo al carnevale, ci parve che avrebbero potuto darsele di santa ragione per come si apostrofavano verbalmente.

Dopo un paio d’ore di sfilata arrivò il momento “mangereccio” con polenta, salciccia e vino buono. Tra i tanti in coda per la distribuzione della polenta rimasi colpito nel vedere che i Romani ed i Barbari, scesi dai carri, continuavano a sfidarsi, come se tra loro ci fosse veramente vecchia ruggine. Ne nacque un parapiglia che vide fronteggiarsi di nuovo, dopo molti secoli, le due popolazioni avversarie per antonomasia.
Ci furono spintoni, qualche capitombolo e qualche scappellotto, al punto che intervennero gli organizzatori più corpulenti per cercare di sedare gli animi forse alterati dalla prelibata barbera di Sardigliano e Vargo. Ma la rissa non sembrava sedarsi.

A quel punto qualcuno tra la folla chiamò i Carabinieri di Serravalle prima che qualcuno si potesse fare male.  I “Caramba” arrivarono a sirene spiegate e prontamente imposero ai contendenti di fermarsi e calmarsi. Fu così che Barbari ed Antichi Romani, stupiti nel vedere le forze dell’ordine, smisero di darsele e si ricomposero.
I responsabili comunali della manifestazione, tra le risate, confessarono ai Carabinieri che si trattava di una falsa rissa: era una burla ideata per movimentare un po’ la festa all’insegna del “A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE.”

I Carabinieri però non vollero sentire ragioni e ammanettarono una dozzina di persone. La folla rimase ammutolita, stupita dalla piega inaspettata che stava prendendo il carnevale. Gli ammanettati giurarono che era stato effettivamente uno scherzo.. Avevano fatto finta di azzuffarsi, per fare un po’ di spettacolo, inatteso e divertente. 
Le forze dell’ordine però non vollero sentire ragione! Dissero che dovevano svolgere il loro dovere, erano stati chiamati e avrebbero portato a termine il loro compito.

Caricarono su un pulmino dell’arma i Barbari ed i Romani Libanesi, li avrebbero  interrogati in caserma. Rischiavano una denuncia per rissa, procurato allarme ed interruzione di pubblico servizio. Alla gente, spaventata ed incredula, la cosa sembrò esagerata e surreale, soprattutto per l’eccesso di zelo delle forze dell’ordine.
Tanti temettero per i ragazzi  ammanettati, arrestati e condotti in caserma. 

Niente da fare! I carabinieri, partirono a tutta velocità e a sirene spiegate in direzione di Serravalle. Al primo bivio però imboccarono la strada bassa che che riconduce in Stazzano. Giunti in piazza, spente le sirene, rivolgendosi alla gente sorridenti dissero ad alta voce : “Ci siete cascati, anche noi abbiamo inscenato una burla, uno scherzo perché, come si sa, A CARNEVALE OGNI SCHERZO VALE”.

Nel frattempo però, tra le risate e lo stupore e del pubblico, i militari ricevettero una comunicazione via radio dal Maresciallo di Serravalle che nel frattempo era stato informato dell’accaduto. Il Maresciallo ordinava, con voce tuonante, di smettere immediatamente di prendersi gioco dell’Arma dei Carabinieri e di rientrare seduta stante.
Sarebbero stati tutti puniti per aver agito da irresponsabili avendo messo in ridicolo la proverbiale professionalità ed onorabilità del loro” Corpo”. 
I  giovani carabinieri, a testa bassa, sconsolati e preoccupati per ciò che li aspettava, rientrarono in caserma.

Arrivati davanti al portone d’ingresso sotto all’insegna CARABINIERI trovarono un  cartello con scritto a caratteri cubitali : A CARNEVALE  OGNI SCHERZO VALE, firmato: il vostro amato Maresciallo. 

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