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BOTTAZZI, Antonella – Un concerto per la memoria

Cantautrice (Rocchetta Ligure, 19.01.1944 – Milano, 23.03.1997)

I genitori di Antonella, Igino e Maria Teresa, sposi il 31.03.1937

Antonella Bottazzi nasce a Rocchetta Ligure il 19 gennaio 1944, figlia di due serravallesi sfollati in val Borbera per motivi bellici. Secondo il certificato di nascita, il padre è Ettore Igino (22.11.13- 23.10.95), industriale, e la madre Maria Teresa Gambarotta, agiata, entrambi trentenni. Maria Teresa (12.09.1913 – 3.08.2000) è la figlia terzogenita di Giovan Battista Gambarotta (05.06.1881 – 30.01.1926), il ben noto industriale e di Maria Cristina Gualterio (28.08.1880 – 18.07.1960).1  Lo zio di Maria Cristina è Enrico Gualterio, figlio di Filippo Antonio (Orvieto il 5 settembre 1843 – Roma 14 gennaio 1929), senatore del Regno d’Italia e vice ammiraglio.2 Insomma Giovan Battista Gambarotta con il suo matrimonio si unisce ad una ragazza proveniente da una famiglia di alto livello sociale. Ma, nonostante le apparenze, la sua scelta è solo frutto di un amore coltivato fin dall’adolescenza. Le memorie familiari ce lo raccontano cacciato fuori dalla casa dei Gualterio dove si reca per chiedere la mano di Maria Cristina, pur con la raccomandazione di ritornare dopo qualche anno, poiché al momento del fatto, lui è appena quindicenne.

Comunque sia, Gambarotta sposatosi, da Maria Cristina, oltre a Maria Teresa, ha altre tre figlie: Emilia, Luisa e Maria Vittoria.

La famiglia di Giovan Battista Gambarotta

Successivamente, le quattro figlie dell’ìndustriale, a loro volta sposatesi, danno vita ad una generazione di artisti e professionisti. Oltre ad Antonella, ci piace sottolineare suo cugino Giancarlo Bignardi, scenografo di fama nazionale, purtroppo scomparso precocemente.

La discendenza di GB Gambarotta

Ettore Igino, “Gino”, Bottazzi, la famiglia del quale è la proprietaria delle fornaci stazzanesi possiede una segheria nel savonese e, coniugatosi, si trasferisce a Genova in via Cesare Cabella, sotto Castelletto; la sua vita vede numerosi spostamenti, comprese Serravalle e Milano dove cambia attività, diventando restauratore e antiquario. E’ sepolto a Pozzolo. Gino e Maria Teresa hanno cinque figli: Anna Maria, detta Nanna (28 gennaio 1936), Antonella (unica sorella senza soprannome), Maria Enrica, detta Miccoli (13 agosto 1946), Gian “Gimmy” Luigi (5 luglio 1952), ed Elisabetta (Betty, 28 agosto 1953).

Fin da bambina la caratteristica principale di Antonella è la risata, limpida, cristallina, assai contagiosa; l’altra, la passione per la musica. Una passione familiare, perché anche i genitori suonano, entrambi, uno strumento. A tre anni inizia già a strimpellare su di un pianoforte verticale presente in casa, ma a circa dieci le viene regalato un pianoforte a coda.

Completate le scuole dell’obbligo frequenta il liceo classico del Sacro Cuore a Genova, ora chiuso, gestito da suore severissime; casa Bottazzi è soggetta a importanti frequentazioni artistiche: De André, Lauzi, Paoli, sono di casa, ma il trasferimento a Milano con la fine del liceo la vede catapultata in una realtà che non le piace. La casa è in via Maddalena, ma lei ama il mare.

Lanciata da Gino Paoli, debutta nel 1966 con il 45 giri Non parliamone (con testo di Giorgio Calabrese), inciso per una delle case discografiche di Alberto Carisch, la MRC, usando il solo nome di battesimo; lo stesso anno pubblica un secondo singolo, Un giorno di più per la CBS, firmandosi però con il nome d’arte di Alberta (mentre gli altri dischi degli anni ’60 li inciderà nuovamente come Antonella).3

Il primo 45 giri

Del 1967 è il suo esordio da cantautrice, scrivendo lei stessa i testi su musiche di Gian Piero Reverberi. Tuttavia le prove discografiche di questo primo periodo passano inosservate. Nel 1968 si iscrive alla Siae anche come compositrice, e viene lanciata da Marcello Marchesi nel programma televisivo I Tiribitanti; viene poi scelta dal chitarrista Franco Cerri come ospite fissa nel suo programma televisivo Quattro chitarre più una. 3.

Antonella in alto a sinistra, accanto a Franco Cerri

Nel 1970 vince il Premio Regionale “Cristoforo Colombo” per la musica leggera insieme ai Ricchi e Poveri, ed ottiene quindi un contratto con la casa discografica Numero Uno. Per l’etichetta di Mogol e Lucio Battisti incide il 45 giri Un cantico per frate Francesco, che le frutta altre apparizioni televisive, tra le altre Per un gradino in più, Domenica ore 12 e Chissà chi lo sa.

Momenti per lei gioiosi sono quando ha la possibilità di venire in vacanza a Serravalle, come ad esempio quando stringe amicizia con Paolo il barbone, personaggio bohemien per il quale scrive una canzone.

Nel 1972 esce il primo album, Delicato a te, per la Spark (distribuita dalla Dischi Ricordi), uno dei primi dischi a tematiche femminili e femministe, con una provocatoria copertina, opera di Gianni Sassi e ben 12 canzoni, tutte da lei scritte e composte: La mia favola, Tanto per parlare, Fa qualcosa, Il riccio, Paolo il barbone, Hai scelto lei, peccato, Se fossi, Voglio scendere, La caccia, Io non sono matta, Credevo, Io e te.

Il primo LP

Nel 1973 partecipa a Un disco per l’estate con Un sorriso a metà, e l’anno successivo al Festival di Sanremo con Per una donna donna, brano che riscuote successo in Svizzera e Germania. Nello stesso 1974 è di nuovo a Sanremo, esibendosi (nella serata del 25 luglio) alla prima Rassegna della Canzone d’Autore curata dal Club Tenco.3

Antonella su Rai Uno

Il 30 agosto 1976 Antonella ha una figlia da Mario Federico Norsa, al tempo direttore del Casinò di Campione d’Italia: Chiara.

Antonella e la figlia Chiara

Negli anni ’80, compone canzoni per bambini che i serravallesi hanno la possibilità di ascoltare in un suo concerto, durante le manifestazioni de Il Baratto.

Una malattia incurabile pone il termine alla sua vita a Milano, il 23 marzo 1997, assistita dalla figlia. Per sua volontà le sue ceneri sono poste nel cimitero nuovo di Serravalle. Per ricordarla, Chieketè organizza a Serravalle un concerto il 9 maggio 2025, presso l’aula magna dell’Istituto Comprensivo Martiri della Benedicta.

  1. I Gualterio hanno fra i loro avi personaggi illustri: Filippo Antonio Gualterio, (Fermo, 24 marzo 1660 – Roma, 21 aprile 1728), cardinale, arcivescovo cattolico e collezionista d’arte italiano, è nunzio apostolico in Francia alla corte di Luigi XIV e, per molti anni, vicino agli Stuart. Divenuto cardinale con papa Clemente XI nel 1706, è discendente di un’antica famiglia orvietana, ed è figlio di Stanislao Gualterio, gonfaloniere di Orvieto, e di Anna Maria Cioli, nobile di Todi. È inoltre bisnipote del cardinale (eletto il 2 marzo 1654) Carlo Gualterio (1613-1673) e zio del cardinale Luigi Gualterio (1706-1761). È sepolto nel Duomo di Orvieto all’interno della Cappella di San Brizio assieme allo zio Giannotto Gualterio e al prozio cardinale Carlo, entrambi arcivescovi di Fermo, ed al fratello Ludovico Anselmo, vescovo di Todi. []
  2. Lo ricordiamo per essere Presidente del Consiglio Superiore della Marina (22 marzo 1906 – 30 settembre 1908) e Comandante in capo della Forza navale del Mediterraneo (6 aprile 1905 – 11 aprile 1906). Enrico è figlio di Filippo Antonio (Orvieto, 6 agosto 1819 – Roma, 10 febbraio 1874, figlio a sua volta di Ludovico e di Maria Guerrieri Gonzaga), politico e storico italiano, senatore del Regno, ministro dell’interno del Regno d’Italia nel Governo Menabrea 1 (1867-1868) e successivamente Ministro della Real Casa. Sua moglie è Angelina De Cardenas (nobildonna originaria di Valenza, appartenente a famiglia di spicco, figlia del senatore del Regno di Sardegna Lorenzo De Cardenas) che sposa il 25 agosto 1841 e dalla quale ha cinque figli: Enrico, Alfonso, Adele, Maria, Lodovico, padre quest’ultimo di Maria ed Enrico. []
  3. Wikipedia [] [] []

Riccardo Lera

"Io nella vita ho fatto tutto, o meglio un poco di tutto" (Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo) Pediatra, scrittore per diletto, dal 2002 al 2012 assessore alla cultura di Serravalle Scrivia; ex scadente giocatore, poi allenatore e ora presidente del Basket Club Serravalle.

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