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Dalma Cartesegna (la Dalma)

La Dalma

Una figura molto conosciuta in paese era la Dalma, una signora che andava di casa in casa a fare le iniezioni a chi lo richiedeva. Era molto apprezzata perché disponibile e capace. Non so dire quanti anni avesse quando la vidi la prima volta, di sicuro era giovane e mantenne sempre lo stesso aspetto della giovinezza anche con il passare degli anni: sembrava che la sua pelle rifiutasse le rughe e nonostante il passare del tempo il viso restò paffuto e sorridente e i capelli nerissimi tagliati corti non si incanutirono mai.
Gli occhi, anch’essi scuri, brillavano e trovava sempre un momento per scambiare due parole con mia mamma.

A volte, se veniva di sera, la si vedeva un poco stanca; arrivava su dalle scale e si sedeva ansimando per la fatica della salita al terzo piano. Il fisico era molto robusto ma lei portava in giro il suo peso con un’agilità stupefacente, camminava rapida e sicura, anche quando doveva inseguire mio fratello che delle iniezioni proprio non ne voleva sapere.

Appena lo acchiappava lo immobilizzava e in quattro e quattr’otto gli piantava l’ago nella natica, insensibile alle sue urla disperate. Ci aveva provato con le buone una volta o due ma poi visto che lui non ne voleva proprio sapere era ricorsa all’unico modo possibile. Poi gli spiegava che era per il suo bene, che la gola non sarebbe guarita senza quella cura. Ogni volta con pazienza, mentre si rimetteva il cappotto. Poi scappava veloce giù dalle scale, saliva sul suo motorino e via, da un’altra parte da altri che l’avevano chiamata.

Estate e inverno a cavallo del suo motorino per anni e anni. Un giorno decise di prendere la patente e per un periodo si mosse in auto, una Fiat 126 color carta zucchero. Faceva certi rombi quando partiva, uno scatolino di automobile che dal rumore sembrava una Ferrari, forse schiacciava un po’ troppo la frizione…ma durò poco, non era abituata, non si sentiva sicura. E tornò ad essere un centauro.