DizionarioGiornata della Memoria

KRIEGER, Anita

Anita Krieger (di Ignazio Krieger e Gilda Nirek [Hirsch] / Fiume, 6 agosto 1911 / ?)

Dottoressa in chimica, impiegata, insegnante.

Anita Krieger nacque a Fiume, l’attuale Rijeka (Croazia), il 6 agosto 1911, figlia di Ignazio Krieger e di Gilda Nirek [Hirsch]. Il padre era commerciante all’ingrosso di frutta secca a Fiume, dove era giunto nel 1889, emigrato da natia città croata di Ogulin, al tempo territorio ungherese, ed acquisì a piena cittadinanza italiana. Famiglia di fede ebraica. Anita crebbe con le sorelle Wanda Krieger, nata il 22 febbraio 1900 a Fiume, insegnante, segretaria del locale Provveditorato agli Studi, e Lidia Krieger, nata il 28 ottobre 1904, sempre a Fiume, casalinga. Il fratello Guido Krieger, nato nel 1908, morì a soli 8 anni, nel 1916.[1] Terminati gli studi, coronati dalla laurea in chimica, Anita trovò impiego alla R.o.m.s.a. (Raffineria di Olio Minerale Società Anonima) di Fiume, importante azienda di rilievo nazionale, sezione industriale della Azienda Generale Italiana Petroli. Nel 1937 fu insegnante di scienze naturali e fisica presso la scuola tecnica commerciale pareggiata di Fiume.[2] Nel 1938, unitamente ai suoi famigliari, in applicazione delle leggi razziali, venne privata dei diritti politici e civili, e pertanto dovette lasciare l’insegnamento. Nel febbraio di quell’anno la donna si trasferì a Milano. L’anno successivo a Livorno. Nel gennaio 1940 fece ritorno a Fiume. Nel mese di giugno 1941 giunse a Serravalle, verosimilmente in cerca di un’occupazione. La Krieger risulta iscritta all’anagrafe comunale a far data dal 9 giugno 1941, proveniente dalla città istriana.

L’11 febbraio 1943, ritornata a Fiume, venne cancellata dai registri anagrafici del Comune di Serravalle. Per lei fu impossibile trovare un posto di lavoro in zona. Il 25 febbraio 1943, la Questura di Alessandria informò il Podestà di Serravalle, in merito alla cittadina Anita Kriger: «…La Questura di Fiume ha comunicato che … manca dalla quella città dal 22.02.1938 data in cui emigrò per Milano… Per il tempo che ha dimorato collà non ha dato luogo a rilievi con la sua condotta morale e politica e non ha precedenti ne pendenze penali.… Nulla osta che la stessa faccia ritorno a Fiume…».[5]

Nei giorni successivi all’8 settembre 1943, la famiglia Krieger abbandonò Fiume dopo l’occupazione nazista della città e trovò rifugio in una casa canonica in provincia di Treviso. Il 16 settembre 1943, uno dei primi infausti effetti della dissoluzione dell’esercito italiano, seguita all’Armistizio ed alla precipitosa fuga del Re e del Governo, fu l’occupazione militare e la contestuale annessione di fatto al Terzo Reich di ampi territori del confine orientale unilateralmente sottratte alla sovranità italiana. «…Dal settembre del 1943 all’aprile del 1945 le province di Trieste, Gorizia, Udine, Pola, Fiume e Lubiana furono riunite nella speciale zona di operazione definita Adriatisches Küstenland (litorale adriatico) che venne inclusa nelle strutture amministrative della Germania nazista. Analoga sorte subì la zona comprendente le province di Trento, Bolzano e Belluno. L’Adriatisches Küstenland sopravvivrà per più di venti mesi… L’Italia è privata brutalmente della sovranità su un’area in cui aveva profuso l’ambizione nazionalistica di una grande espansione nei Balcani e del controllo totale dell’Adriatico… Le violenze e gli eccidi che vengono perpetrati nell’Adriatisches Küstenland, con la complicità delle “bande nere” di Salò, aggravano ulteriormente le tensioni nazionali nell’area giuliana, che nel dopoguerra conosceranno una nuova stagione di violenze di massa, questa volta a danno degli italiani…».[6] (Nell’immagine a lato, tratta dal sito www.1938lastoria.museodellashoah.it, manifesto del Podestà di Fiume destinato ai cittadini di “razza ebraica”, dicembre 1938).

Entrati in clandestinità Ignazio Krieger e le proprie figlie sopravvissero alla Shoah[7], la moglie era morta nel 1935.[8] Luogo simbolo della persecuzione ebraica nella zona occupata dell’Adriatisches Küstenland divenne il complesso della Risiera di San Sabba, a Trieste. Lo stabilimento per la pilatura del riso venne dapprima destinato a campo di prigionia provvisorio per i militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943. «…In ottobre venne adibito a Polizeihaftlager (Campo di detenzione di polizia) dove raccogliere i deportati destinati in Germania ed in Polonia e al deposito dei beni razziati, sia alla detenzione ed eliminazione di ostaggi, partigiani, detenuti politici ed ebrei. Da qui finivano a Dachau, Auschwitz, Mauthausen, verso un tragico destino che solo pochi hanno potuto evitare. Calcoli effettuati sulla scorta delle testimonianze danno una cifra tra le tre e le cinquemila persone soppresse in Risiera. Ma in numero ben maggiore sono stati i prigionieri e i “rastrellati” passati dalla Risiera e da lì smistati nei lager o al lavoro obbligatorio. Triestini, friulani, istriani, sloveni e croati, militari, ebrei: bruciarono nella Risiera alcuni dei migliori ”quadri” della Resistenza e dell’Antifascismo…».[9]

Dopo la guerra Anita Krieger si trasferì a Livorno.

Immagine in intestazione, tratta dal sito www.casalebraica.info, Museo dei Lumi di Casale Monferrato.

Fonti:


[1] In www.ojm.at (https://www.ojm.at/blog/2018/02/15/krieger-gilda-28-oktober-1935/).

[2] In Guida generale di Fiume e provincia del Carnaro, Stabilimento tipografico de La vedetta d’Italia, Fiume, 1937.

[3] Archivio storico del Comune di Serravalle Scrivia.

[4] Archivio storico del Comune di Serravalle Scrivia.

[5] Archivio storico del Comune di Serravalle Scrivia.

[6] In Fascismo, foibe, esodo. 1918-1956. Le tragedie del confine orientale, A.n.p.i. Lissone (http://anpi-lissone.over-blog.com/pages/FASCISMO_FOIBE_ESODO_1918_1956_Le_tragedie_del_confine_orientale-240947.html consultazione on line del 22.08.2020).

[7] In www.bh.org.il (https://www.bh.org.il/jewish-spotlight/fiume/?page_id=494).

[8] In www.ojm.at (https://www.ojm.at/blog/2018/02/15/krieger-gilda-28-oktober-1935/).

[9] In www.risieradisansabba.it (consultazione on line del 22.08.2020).

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