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Il caso Bartolomeo Campora, una “Porta Pia” serravallese

La Regione Piemonte negli scorsi anni ha realizzato una vasta operazione di digitalizzazione di molte testate giornalistiche locali d’epoca. E’ una fonte di grande importanza per i ricercatori e per un sito come il nostro, forse la più rilevante in quest’epoca di porte sbarrate agli Archivi e alle biblioteche. Nel tentativo di trovare qualcosa di interessante da sottoporre alla pubblica attenzione casualmente ci imbattiamo in un articolo per certi versi misterioso. La testata giornalistica non è fra quelle pubblicate in Provincia di Alessandria nel XIX secolo, ma di Pinerolo. Che strano. Che c’entra Serravalle con Pinerolo? Partendo da quell’indizio, piano piano viene fuori una storia articolata e complessa. Siamo nel marzo 1891, non esiste ancora la radio e la televisione, ma il fatto successo a Serravalle, ne siamo certi, occuperebbe tutti i talk show dei giorni nostri, impegnando giornalisti di prima schiera e raffinati blogger.
Ma in fondo anche a fine Ottocento la nostra notizia si comporta un po’ come accade oggi sugli onnipresenti social: come direbbe Faber, “vola veloce di bocca in bocca”, percorre strani e complicati rivoli e arriva, appunto sulle pagine pinerolesi, anzi, occupa per due settimane consecutive l’intera prima pagina di quel giornale di sole quattro facciate (quasi tutti all’epoca avevano questa striminzita foliazione).
Ve la riproponiamo qui, con una avvertenza: ci capirete poco! Eh sì, perché questo è solamente un tassello, e nemmeno il primo, di un puzzle i cui pezzi arrivano a Roma e a Novi Ligure, a Napoli e a Tortona, a Pinerolo e a Milano.
Noi stiamo recuperando con pazienza tutti i pezzi, e con ancora più pazienza stiamo cercando di ricostruire il puzzle al quale, già lo sappiamo, mancano diverse tessere. Però si intravvedono i protagonisti di un vero e proprio racconto d’appendice, con eroi risorgimentali come Felice Cavallotti, riviste di cultura, periodici e quotidiani di importanza nazionale, due Papi, Pio IX, quello di Porta Pia e del Non expedit, e Leone XIII, quello dell’enciclica Rerum Novarum, e poi Porta Pia appunto, libri a larga diffusione e giornali locali, i Seminari di Tortona e di Stazzano, gli eroi delle Guerre risorgimentali, e infine un parroco, Giuseppe Ozzano cui toccò reggere la Parrocchia di Serravalle per quasi trent’anni, il presidente di un circolo di reduci Serravallesi, il signor Campora, con tanto di salma, funerale, e ricordo postumo e tanta, tanta Serravalle tra fine Ottocento e alba del nuovo secolo.
Ve lo proporremo presto, proprio come un racconto, con la forza dei documenti quando ci sono, con un po’ di fantasia quando la documentazione viene a mancare. Per ora ecco a voi, come assaggio, la luciferina testata de la “Vedetta Pinerolese” con qualche riga dell’articolo a tutta pagina dedicato a Serravalle e alla bandiera nel tempio (o meglio, fuori dal tempio!)


[fine della prima puntata, continua]