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Quattro passi ad Albera Ligure

Albera Ligure , un comune della Val Borbera sul torrente Albirola, ha probabilmente origini antichissime come chiaramente emerge dallo studio toponomastico del nome di derivazione ligure. In questa lingua dello stesso ceppo ma distinta dal celtico, “alb” significa città, centro urbano mentre “arius” è semplicemente un suffisso di appartenenza, quindi Albera sta ad indicare “il proprio centro”, ovvero il luogo pubblico ove le tribù agropastorali liguri, ancora dedite ad una vita seminomade, si riunivano o trovavano un punto di riferimento. Né chi ha conoscenza diretta dei luoghi potrebbe pensarla diversamente, osservati i dolci pianori che dai ripidi versanti di Casa Soprana, dai quali è possibile esercitare un completo controllo sull’Alta Valle verso Cabella e contemporaneamente sugli strategici accessi da sud ovest verso Rocchetta e Pertuso, scendono verso l’Albirola e il Borbera e dai quali grazie all’esposizione sud est anche il timido sole dell’ultimo inverno subito cancella la neve.

Storia del NUCLEO STORICO:
Il primo nucleo del centro storico di Albera si sviluppa attorno alla chiesa pievana , e il prete che la regge è chiamato “praepositus” o “Prevosto”, forse perché in un primo tempo si tratta di un monaco benedettino dell’Abbazia di Vendersi preposto o delegato a quest’ufficio. La prima fonte documentata dell’esistenza della pieve è un trattato di pace fra Genovesi e Tortonesi del 1140 dove è ribadito l’impegno a rispettare i reciproci confini nel quale si legge “ et hoc faciemus sine fraude infra hos fines, a palodo usque gavi…. et a perci usque ad plebem alberiae” ovvero: “ questo faremo senza frode, dentro nostri confini, da Parodi a Gavi e da Persi fino alla pieve di Albera”.

Un antico edificio nel centro del paese

Struttura dell’insediamento

Lo sviluppo urbano di Albera nel Medioevo non si sottrae alla logica dell’organizzazione urbana degli altri insediamenti abitati di fondovalle dell’alta Val Borbera assumendo, attorno al XV- XVI secolo, le caratteristiche di paese di passo sulle vie di comunicazione commerciali tra Liguria, Piemonte e Lombardia. A testimonianza di ciò sotto la chiesa, nella parte più bassa del borgo, su quella che un tempo era la via di transito principale, si apre un porticato diviso in due sezioni, che all’interno conserva tracce di archi e varchi la cui conformazione e altezza rivela l’esistenza in passato di un piano di calpestio situato a livello inferiore di quella attuale.

(foto di Davide Papalini)

Da vedere la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista (X – XI Sec.)

L’antica pieve sorgeva esattamente nel luogo dell’attuale chiesa probabilmente già nel X o XI secolo, come testimoniano le numerose sepolture rinvenute nella prima metà del ‘900 durante lavori di rifacimento del muro di contenimento della piazza e l’impianto romanico del campanile (quadrato e a larga base come non ve ne sono in valle). A partire dal ‘500 prevosti appartenenti alla nobile famiglia guelfa dei Fieschi iniziano la ricostruzione e l’ampliamento della vecchia pieve ormai in precarie condizioni. L’abside ad aula canonica poligonale rimane attualmente la parte più antica, come attesta la lapide datata 1520 apposta internamente nel suo corpo laterale sinistro che costituiva la vecchia sacrestia.


Di grande interesse una visita alla frazione di Santa Maria, dove è possibile ammirare l’antico Mulino ad acqua.

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