CAFFASSI, Alberto Luigi.
Pittore, critico e perito di arte antica, insegnante.
Alberto Luigi Caffassi (di Ernesto e Angiolina Provera / Alessandria, 10 maggio 1894 / Alessandria, 3 maggio 1973).

Per un lungo periodo, tra l’Ottocento ed il Novecento, il territorio dell’Oltregiogo fu meta prediletta per la “villeggiatura” di facoltose famiglie, provenienti dal Piemonte e dalla Lombardia, ma anche e soprattutto dalla vicina Liguria, in cerca di refrigerio e tranquillità, nei caldi mesi estivi. A testimoniare quest’epoca felice restano, ancora oggi, le numerosissime ville, dimore e palazzi, di sicuro pregio architettonico ed artistico, che impreziosiscono i panorami delle nostre campagne oppure arricchiscono il decoro di vie e piazze dei nostri centri storici. Quest’angolo di Appennino, con i suoi scorci fu anche scelto da alcuni uomini di cultura ed artisti come luogo dove riposare, meditare, e trovare ispirazione per nuove opere. Tra coloro che vissero questa esperienza vale citare Alberto Caffassi, tra i più dotati ed interessanti pittori alessandrini del suo tempo, critico e perito d’arte antica.
Se è vero che a determinare l’artista a lasciare la natia Alessandria ed a trasferirsi sulle colline serravallesi furono, in primo luogo, i drammatici bombardamenti Alleati sulla città di Alessandria durante la Seconda Guerra Mondiale, nonchè la circostanza che la moglie, Clotilde Pernigotti, donna di nobile famiglia dalle radici serravallesi, possedesse una cascina in Località Rio Maggiore, la ritirata permanenza sulle rive della Scrivia, così affine al suo carattere scontroso e solitario, alla sua “nausea per la città”, si rivelò per Caffassi l’occasione per ritrovarsi, come uomo e come artista, ridando linfa alla sua anima di pittore.
La famiglia Caffassi nei ritratti di Alberto
Alberto Caffassi, nacque ad Alessandria nel 1894, in una famiglia di origini monferrine dalle modeste condizioni economiche. Giovanissimo, si accostò alla pittura. Iniziò a cimentarsi con tela, colori e pennelli, tra il 1907 ed il 1908, affascinato soprattutto dall’arte Divisionista del pittore tortonese Pellizza Da Volpedo. Dopo un inizio scolastico incerto, si iscrisse all’Accademia Albertina dove si diplomò nel 1919. Successivamente fu allievo di Cesare Tallone all’Accademia di Brera, a Milano.
Il suo spirito libero però non amava per nulla i formalismi accademici. Non potendo più contare sull’aiuto economico dei genitori si dedicò all’attività di ritrattista, con risultati assai pregevoli, ma più che altro per trarne i denari per il proprio sostentamento o per omaggiare gli amici più cari.




Negli anni Venti e Trenta dipinse tele dai colori vivaci e luminosi, immortalando le campagne alessandrine. A partire dal 1920 cominciò ad esporre i suoi quadri in diverse manifestazioni, in Italia e all’estero, dove ricevette importanti riconoscimenti. Diversi suoi disegni sono acquistati da testate estere, quali The illustrated London News e La Revue Moderne Illustrée; nel 1925 un suo ritratto di Eleonora Duse compare nella prima pagina del newyorkese Corriere d’America. Nel 1936 è invitato alla “XX Biennale Internazionale d’Arte” di Venezia. In questo periodo si impegna in quadri di paesaggi, caratterizzati da un uso intenso delle tonalità del grigio:
…La mia pittura rifuggiva dagli effetti violenti che tanto mi avevano interessato precedentemente. Evitavo i contrasti e prediligevo le giornate grigie e coperte. Cercavo di rendere con la linea più ancora che col colore la caratteristica architettura di certi paesi… In questi paesi mi rifugiavo quando ero stanco e nauseato della vita cittadina e dei lavori fatti nello studio, per lo più ritratti che non sentivo affatto…


Il 6 novembre del 1939, ad Alessandria, nella Chiesa Cattedrale di San Pietro, Alberto Caffassi sposa Clotilde Pernigotti, una compagna di studi, pittrice ed abile miniaturista. Clotilde proviene da una importante famiglia di Serravalle, casato dalle origini milanesi, che vanta nella propria genealogia giureconsulti, magistrati, militari, pubblici funzionari e prelati.
Nel 1940 il pittore porta a termine la realizzazione di un’opera che rappresenterà una delle eredità più importanti consegnate al patrimonio culturale alessandrino: il grande dipinto murale: Il Sacrificio dei Mutilati e la Vittoria italiana della Grande Guerra, che adorna la sala delle adunanze della Casa del Mutilato di Alessandria.
La Seconda Guerra Mondiale esige da Alberto Caffassi un pesante tributo personale: nel 1944, il suo atelier in Via San Lorenzo ad Alessandria viene distrutto da un furioso incendio, provocato da uno dei bombardamenti Alleati che, già dal 30 aprile 1944, portano morte e distruzione nel capoluogo. Il 13 settembre la famiglia Caffassi, per sfuggire ai bombardamenti, si trasferisce a Serravalle. Alberto, l’amata Clotilde ed il piccolo Pier Angelo, nato nel 1940, prendono casa a Villa Rio Maggiore (o Riomaggiore), un casale di proprietà dei Pernigotti, sito nella zona della Bollina, lungo la strada costiera Bicocca. A settembre del 1944 i sinistrati del capoluogo sono circa 10.000: «…I più fanno i pendolari tra città e sobborghi, senza modificare l’attività lavorativa in una situazione che, per i cittadini, è di crescente miseria e di vera e propria fame…». Chi può cerca casa nei piccoli centri della provincia, come Serravalle: carica l’indispensabile e le cose più care e lascia Alessandria.
Sfollato, tra le migliaia di sfollati che popolarono i paesi dell’Oltregiogo, Alberto Caffassi, così scrisse del suo periodo serravallese:
…la guerra mi portò a vivere con la famiglia che mi ero formata, a Serravalle, paese nella quale mia moglie aveva una piccola proprietà. A Serravalle feci molti paesaggi e studi vari di contadini e di animali, studi che in seguito mi servirono a comporre grandi pannelli murali. La mia pittura è ritornata, chiara e solare. In seguito alla distruzione del mio studio Alessandrino… ed alla perdita delle mie opere, per un decennio circa rinunciai all’arte, per qualche tempo mi dedicai all’insegnamento. Ripresi in seguito a dipingere paesaggi e ritratti, un modo quest’ultimo di conoscere l’uomo, che pure verso di me non era stato generoso di comprensione. Vissi isolato e solitario, senza far parte di gruppi di nessuna sorta e tendenza. Nelle mie opere ho sempre cercato di essere sincero, prima di tutto con me stesso…




Alberto Caffassi, breve iconografia serravallese
Amante della vita semplice e ritirata, uomo schietto, non di rado dai modi aspri e duri, Caffassi fu alieno all’opportunismo, al carrierismo ed al protagonismo, ostile al compromesso, poco interessato alle mostre, diffidente della critica, ignorato dai mecenati. Nel fare un bilancio della sua esistenza, l’artista alessandrino constatò con amarezza, come:
..Scarse soddisfazioni ebbi dal mio lavoro, pur tuttavia se potessi ricominciare da capo ritornerei a fare il pittore… Cercando l’indipendenza mi sono isolato, fu grave errore, ne subii le conseguenze durante tutta la vita…
E’ verosimile ritenere che la coppia di artisti rimase a Serravalle sino al 1947, anno cui riprese ad esporre le sue tele. L’archivio della famiglia Pernigotti di Serravalle purtroppo andò in gran parte perduto negli Anni Cinquanta, quando villa Pernigotti venne venduta, compreso tutto ciò che conteneva, inclusa la biblioteca e l’archivio. Nel periodo post bellico la pittura di Caffassi tornò ad attingere alla tradizione accademica, ma la sua ispirazione progressivamente andò spegnendosi.
Nel 1971 Clotilde Pernigotti morì. Alberto, affranto, nel ricordare l’amata, scrisse del dolore del lutto e dell’amarezza per le promesse non mantenute dalla vita:
…Privo della dolce compagna che mi aveva aiutato con la sua bontà e col suo grande candore a sopportare tutto con rassegnazione…Nella mia vita piena di sogni e di delusioni poche furono le ore di gioia, molti i dispiaceri…Feci il pittore come desideravo sin dall’adolescenza, dipinsi molto. La dura necessità mi costrinse per tutta la mia carriera a dipingere ritratti, cioè a fare una pittura contraria al mio sentire ed a soffocare quanto veramente agitava il mio spirito…
Nel volgere di due anni anche Alberto Caffassi concluse la sua esperienza terrena: spirò il 3 maggio 1973, ad Alessandria, vinto da una lunga malattia. In memoria dell’artista, il Museo Civico di Alessandria, nella prestigiosa sede di Palazzo Cuttica, dedicò una sala espositiva stabile alle opere di Alberto Caffassi. Suoi lavori sono conservati anche nella quadreria della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria.
Fonti ed immagini:
Tutte le citazioni sono tratte da:
Giovanni Sisto, Lucio Bassi, Bruno Galvani, Giuseppe Colli, Francesco Sottomano, Dino Molinari, “Alberto Caffassi. Un artista fra innovazione e tradizione“, Ugo Boccassi Editore, Alessandria, 1997
Altre fonti:
Archivio Storico del Comune di Serravalle Scrivia
Archivio Storico del Comune di Alessandria
AA. VV:, “Enciclopedia alessandrina, I personaggi“, Edizioni Il Piccolo, Alessandria, 1990
https://www.isral.it/wp-content/uploads/2019/01/sacchi.pdf
https://www.italianostra.org/beni-culturali/la-casa-del-mutilato-ad-alessandria-al
https://www.fondazioneviva.it/menu/casa-del-mutilato
https://www.isral.it/wp-content/uploads/2018/07/qsc_53_15_livraghi.pdf
https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3065379;1
https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3065084;1
https://www.treccani.it/enciclopedia/carlo-delcroix_%28Dizionario-Biografico%29
https://www.santagostinoaste.it/autori/caffassi-alberto.asp
https://www.invaluable.com/auction-lot/alberto-caffassi-331-c-ca44419ac5
https://www.arsvalue.com/it/lotti/644747/alberto-caffassi-1894-1973-strada-dei-preti
https://wannenesgroup.com/lots/368-70-alberto-caffassi/
https://www.pittoriliguri.info/pittori-liguri/pittori-liguri-800-900/bellotti-dina
https://antichitafiorio.com/morando-pietro
https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;304194;1
https://www.museotorino.it/resources/pdf/books/309/files/assets/common/downloads/publication.pdf
https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3039007;1
https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3055809;1
https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3330952;1
https://catalogo.cultura.gov.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/0800134916
https://www.museotorino.it/view/s/a5241d0c8fae4440a043f9983b1261b7
http://paesi.altervista.org/?p=207087
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