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Via Postumia

La strada romana Postumia viene costruita nel 148 a.C. ad opera del console Spurio Postumio Albino per collegare Genova (Ianua) con Aquileia, allora porto importantissimo sull’alto Adriatico[1]. All’epoca Roma stava consolidando la sua penetrazione nell’Italia del Nord e aveva bisogno di una via di comunicazione veloce per il movimento delle truppe. Successivamente però la via divenne un canale di comunicazione commerciale importante ed elemento fondamentale di sviluppo economico e di organizzazione territoriale.

Il percorso iniziava probabilmente nel foro di Ianua (l’attuale piazza San Giorgio) e si incuneava nella val Polcevera, per poi scavalcare l’Appennino seguendo un percorso sul quale ad oggi non vi sono ancora riferimenti certi[2]. Quello che è certo è che, dopo aver percorso il territorio dell’attuale Arquata, la via attraversava il centro di Libarna per poi seguire la riva sinistra dello Scrivia fino al ponte (nei pressi di quello attuale per Cassano) per poi raggiungere Dertona (Tortona). Le principali tappe successive del percorso erano Clastidium (Casteggio), Stradella, Placentia (Piacenza), Cremona, Verona, Vicenza, Opitergium (Oderzo), Aquileia (V. Fig. 1[3]).

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Venendo in particolare al territorio del comune di Serravalle, Bottazzi, nella sua opera fondamentale su Libarna[4], sostiene che fra Arquata e Libarna esistessero tracce del lastricato stradale e di un ponte sul Rio Picareto, tracce ormai scomparse. Sicuramente la strada costituiva l’asse principale dell’abitato di Libarna. (V, Fig. 2[5]). In effetti Libarna, come oggi la conosciamo, nasce proprio a seguito dello sviluppo della Postumia. Prima esisteva un insediamento romano probabilmente situato sul Monte del Castello, per il controllo dello stretto passaggio fra lo Scrivia e il monte stesso. Con la costruzione della Postumia e con il successivo controllo romano del territorio, un insediamento in pianura divenne meno rischioso e questo consentì la nascita e il successivo sviluppo del centro abitato di Libarna.

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Uscita da Libarna, la strada attraversava la località Cascina della Pieve, dove sono stati ritrovati resti di una necropoli, e proseguiva lungo il tracciato dell’attuale strada statale. Durante scavi effettuati ai primi del ‘900 sono stati rinvenuti in effetti tratti significativi dell’antico selciato, che sono stati poi nuovamente interrati. Superato il rio della Pieve, forse su un piccolo ponte di cui Bottazzi sostiene di aver individuato i resti, la strada attraversava quello che è oggi l’abitato di Serravalle, percorso obbligato nella strettoia fra il monte del castello e lo Scrivia.

Proseguendo verso nord, la strada seguiva grosso modo il percorso dell’attuale statale dei Giovi e attraversava lo Scrivia su un punte situato alcune centinaia di metri a valle del ponte attuale. Sono ancora visibili i resti di due piloni, in località San Bartolomeo (V. fig. 3[6]). Da documenti di archivio risulta che il ponte fosse ancora transitabile nel XIII sec. A confermare l’importanza viaria del luogo, rimane oggi ancora la mansione cistercense (l’ex “pizzeria del ponte”), dipendente dall’ordine dei cavalieri di Malta, oggi purtroppo in stato di totale abbandono.

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  1. Le informazioni che seguono, con particolare riferimento al tracciato viario, sono tratte da: Giovanna Cera, “La via Postumia da Genova a Cremona”, L’erma di Breitschneider, Roma, 2000.

  2. Si veda in proposito anche l’articolo di Canazza, Cirnigliano, Pedemonte “Ancora sulla via Postumia”, pubblicato su “In Novitate”, anno XXX, novembre 2005, fascicolo 2.

  3. Tratta da: Marica Venturino Gambari “Libarna. Area archeologica”, LineLab Edizioni, Alessandria, 2014

  4. G.A. Bottazzi, “Osservazioni storico-critiche sui ruderi di Libarna”, Novi, 1815

  5. Tratta da: Venturino Gambari. Op. cit.

  6. Tratta da: Silvana Finocchi. “Libarna”, Cassa di Risparmio di Alessandria, 1987