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ERIZZO, Paolo Francesco

(Voce redatta in collaborazione con Michelangelo Cambiaso Erizzo)

Avvocato – (Venezia 10 ottobre 1857 – Genova il 30 marzo 1930)

Avvocato, principe del Foro di Genova. Sposa Clotilde Ferrari. Dal matrimonio nascono Pierluigi, Bianca ed Ettore.

Da sinistra Ettore, Pierluigi e Paolo Francesco Erizzo, a Somma lombardo, Casa Mostertz (1910?)

Il matrimonio, fortemente avversato dalla famiglia Ferrari, perché i due si erano ‘promessi’ giovanissimi (quando lei aveva solo 13 anni e lui era liceale e compagno di banco del fratello di lei al Doria) e per le stesse ragioni anche dal padre, ing. Luigi Erizzo (che rimarrà a Padova non presenziando neppure alla cerimonia), ha luogo il 6 luglio 1881 al Santuario di Nostra Signora di Montespineto a Stazzano ed il ricevimento di pochi intimi alla villa del Crosio a Stazzano, residenza estiva dei Ferrari (il matrimonio è evocato nella pagina dove si parla di Mayno della Spinetta, nel romanzo “Il regalo del Mandrogno“, scritto dai due figli, Pierluigi ed Ettore).

Un pranzo nella sala del Crosio. Le annotazioni dei nomi sono state scritte da Ettore Erizzo: quindi il Papà è Paolo Francesco Erizzo e la Mamma è Clotilde Ferrari Erizzo

Coinvolto pochi anni dopo in un rovinoso fallimento della rivista di opposizione politica padovana “Il Bacchiglione”, Francesco,  dopo aver perso ogni suo avere (compresa la dote della moglie e la villa paterna ad Abano), è costretto a trasferirsi a Genova con moglie e figli (Pierluigi e Bianca: Ettore nascerà a Stazzano nel 1895) per “godere” dell’ospitalità di casa Ferrari.

La eccezionale abilità professionale di Francesco Erizzo, che esercita nel Foro di Genova, ne proietta la fama di difensore fino a Torino. Qui un rampante imprenditore Giovanni Agnelli, rinviato a giudizio per aggiotaggio, ne richiede l’opera come suo difensore in primo grado di giudizio, riportando una insperata assoluzione.

Con l’ingente parcella e l’altrettanto cospicuo “palmario” (compenso pattuito in caso di vittoria; l’Agnelli lo versa interamente subito dopo l’arringa conclusiva dell’Erizzo, ribattendo alle sue proteste sul fatto che la sentenza era ancora non pronunciata che “… comunque dovesse finire si era meritata ogni singola lira!”) Francesco Erizzo restituisce al padre di Clotilde (Pietro Mansueto Ferrari) la dote, lo ripaga per l’ospitalità prestata alla propria famiglia ed acquista quella che oggi è Villa Erizzo al Montespineto (nota allora come Marenco o è Palasciu).

Ma i due figli, Pierluigi ed Ettore, non possono dimenticare l’amarezza del Padre, per la scarsa stima dei cognati Ferrari e così, forse proprio per questo, nell’ozio forzato dello sfollamento a villa Erizzo durante la seconda guerra mondiale, nello scrivere “Il regalo del Mandrogno”, dipingono la famiglia materna con tratti non proprio gentili.

In tarda età, difende Carlo Rosselli nel processo di Savona, insieme all’avvocato Nello Tarchiani. Come decano del collegio di difesa ottenne in tribunale un risultato che venne considerato un vero capolavoro: una sentenza che riconosceva agli imputati di avere agito in stato di necessità in quanto ‘perseguitati dal regime fascista’. Dopo Savona il regime dovette ricorrere ai tribunali speciali per poter ‘aggirare’ questo precedente.

Una pagina dell’articolo di una reporter inglese, Barbara Barclay Carter, che seguiva il processo

E’ il padre dei due Autori de “Il regalo del Mandrogno”