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Chieketè, come tutto ha avuto inizio

Il gruppo whatsapp si chiama Serra70. Nove partecipanti. Il nucleo forte è costituito dai nati nel 1956, poi un ragazzino del cinquantotto e due vecchietti del cinquantacinque. Tra i “padri nobili” di Chieketè c’è anche questo pezzettino di social.
Serra70, lo dicono il nome e l’età dei partecipanti, è costituito da chi era adolescente intorno al 1970 e ha vissuto questa età a Serravalle. Ha un marcato senso di appartenenza e svolge il compito di ribadire la solidità di un rapporto di amicizia lungo cinquant’anni (il che non è poco, ammetterete), per il resto non è diverso dai mille e mille gruppi presenti nell’oceano dei social.
Nella primavera 2020 però, causa lockdown, i messaggi diventano più numerosi e si rievocano con più frequenza storie passate, personaggi e avvenimenti. Guarda un po’ quante cose succedevano a Serravalle… “Perché non facciamo un sito internet?”, inizia a scrivere qualcuno. Poi una discussione più lunga ed emozionante  di altre fa scattare la molla. Telefono a Riccardo: “Facciamolo davvero, ‘sto sito…”.
Inizio a stendere un testo, lui lo rivede, lo limiamo ancora e ne esce la lettera riproposta qui sotto.  Per facilitare il lavoro degli storici: si tratta del primo documento in cui inizia a prendere corpo l’idea di Chieketè, se scriverete la nostra storia non dimenticatevi di citarlo!
Siamo ormai verso l’estate, non si può uscire, le modalità per comunicare sono il più classico telefono o la sempre più gettonata videoconferenza. Iniziamo a far circolare il nostro testo tra amici e conoscenti. I primi contatti non sono esaltanti,  l’idea non entusiasma alcuni dei nostri interlocutori… Che sia una stupidaggine?
Proviamo ad andare avanti. La videoconferenza con Roberto A. prende una piega tutta diversa, il progetto gli piace, lo considera cosa sua da subito. Non siamo più in due, siamo in tre, andiamo avanti. Videoconferenza con Carlo, altro sì convinto. Qui non si tratta più di una adesione individuale, ma della scuola! Che diventa una nostra compagna di viaggio decisiva e fondamentale.
Anche Luca dice sì. La Parrocchia diventa, con il suo Archivio storico bellissimo e ordinatissimo, un altro punto fermo del progetto.
Continuiamo con le telefonate e le videoconferenze, iniziamo a contattare le Associazioni, arriva qualche dubbio ma soprattutto tantissime risposte positive.
Antonio ci telepresenta Andrea, grazie a lui iniziamo  a lavorare alla parte tecnica del sito. Poi entra in scena Renzo, poi Alberto, e grazie a loro l’aspetto informatico è sistemato.
Il documento iniziale circola ancora, arrivano altre adesioni, da Serravalle e da chi abita ormai altrove. Enrico, dalla Sardegna, si aggiudica in titolo di “socio più lontano”. Benito diventa un collaboratore da decine di articoli al mese!
Non è possibile citare qui tutti coloro che hanno accompagnato Chieketè verso la nascita. Ma siamo in rete, si rimedia facilmente, basta andare a questo link ed ecco l’elenco completo di chi, da luglio, ha dato vita all’associazione; oppure spostarsi su quest’altra pagina del sito per poter scorrere l’elenco completo degli autori.
Ecco, questa è la cronaca quasi minuto per minuto della nascita di Chieketè.
Accanto ai fatti naturalmente ci sono le motivazioni, le ragioni e le riflessioni per un progetto ambizioso ma, vorrei dire, necessario. Ne parla Riccardo, nelle righe che seguono. Mentre scrivo ho già letto le sue riflessioni, a me piacciono, ma lui non è del tutto convinto, sta riflettendo se rivedere il suo pezzo o no.
Se sarà identico o diverso dalla prima versione lo sapremo solo io e lui.
Del resto la scrittura al tempo di internet è anche questo. Lascia poche tracce del suo sviluppo. Peccato. Però ha sicuramente qualche vantaggio: consente di ritornare sui concetti, rivederli, precisarli, discuterne insieme. Chieketè ora c’è ed è un lavoro di collaborazione, di rete, dove i singoli articoli, quasi sempre, non solo di chi direttamente li firma ma devono molto ad aiuti e consigli di tanti amici e collaboratori. Ed è, a me sembra, la sua vera forza.
Roberto


Il tiro al bersaglio non mi piace. Voglio dire, prendiamo la nostra Serravalle. Le sue criticità le conosciamo tutti. Un paese letteralmente sventrato da grandi vie di comunicazione. Ma ve li immaginate i serravallesi del 1800? Arrivano alcuni forestieri, iniziano a prendere misure, fare rilievi, girano con mappe catastali. Sembra di vedere ‘Amici Miei’ quando in un paesino piantano una gazzarra boia segnando con delle “X” i portoni delle case. “”Qua tutto giù” “Là a sud… cavalcavia” “Da questa parte due colline da spianare” “Ma come non lo sa Reverendo? Qua passerà l’autostrada delle Ginestre!”.
Ecco più o meno così. Solo che non era un film. Non lo è stato nel 1823 quando allargando via Berthoud tagliarono negozi e facciate delle case, e fu ancor peggio con la ferrovia nel 1852, lì le case le rasero proprio al suolo per far posto a un lungo viadotto con sopra i binari. Poi tornarono nel 1916 con un’altra ferrovia e nel 1935 con la camionale. Ancor oggi, poiché non c’è proprio più posto, ci scavano sotto i piedi per fare una terza ferrovia. E per i Serravallesi? Poco in effetti. 
I più astuti di noi si son dati al commercio. Passavano le macchine e crescevano i negozi. La circonvallazione nel 1965 si rifiutò. Come fai a vendere il prosciutto se la gente passa da un’altra parte? Nèinte circunvalasiòun. E dunque avanti con le automobili! Venite a Serravalle a comprare! Venite, venite! Solo che alla fine le auto sono diventate così tante che fermarsi non era più possibile. Non ci riusciva. E così, qualcuno ancor più intelligente di tutti pensò che le vie di comunicazione servono, perbacco, ma ci vogliono anche i parcheggi! Meglio andar più al largo, fare nuovi esercizi, comodi larghi, con tanto bello spazio per parcheggiare e far due passi, meglio andare… si insomma, avete capito, sto parlando dell’Outlet. 
Ma sto divagando. Serravalle piaccia o no, negli ultimi duecento anni è stata questa. Un posto dove ci vai perché ci si arriva facilmente, c’è lavoro, affitti e case che, con tutte ‘ste macchine intorno, non costano molto. Ci vengono a stare in tanti. E poi intorno c’è anche del bel verde, dolci colline, servizi… da settant’anni ci vengono da tutto il mondo. Prima i veneti e i toscani, poi i calabresi e i pugliesi, poi i marocchini, gli albanesi e i rumeni, poi quelli neri, tutti con le stesse speranze, con la stessa voglia di vivere. E allora? Allora ci sono due possibilità. O vai muro contro muro. Oppure provi la strada del dialogo, perché la reciproca conoscenza garantisce la sicurezza di tutti. 
E così ad aprile 2020, quando Roberto Botta, mi propone  durante il primo lockdown di provare a costruire un sito web su Serravalle, accetto. Non si può solo denigrare questo paese. Serravalle è bella. L’ho provocatoriamente detto il 3 luglio del 2011 quando, da assessore, riuscii a chiudere il paese per qualche ora al traffico, rovesciando tutte le associazioni lungo il centro storico. E tutti la videro per quello che potrebbe essere. Altro che tiro al bersaglio, sputando nel piatto dove mangi. Serravalle è bella, bellissima, ricca di storie e di testimonianze.  Basta guardarsi un po’ tutti negli occhi iniziando a parlarsi. Ma soprattutto tendendo la mano e ascoltando.
Riccardo

Cari Amici,
pensiamo di aver avuto un’idea “LUMINOSA”.
Volutamente, dietro la battuta, vi è un riferimento preciso alla storia di Serravalle: e proprio alla storia, e un po’ anche al futuro, del paese, è dedicata questa proposta.
Con modalità a volte diverse, a volte convergenti, abbiamo sempre guardato con interesse, e amore, a questo paese stretto e strano. In queste settimane in cui le circostanze hanno imposto alla mente di pensare al futuro (e a come potrà essere costruito) e alla memoria di offrire alla riflessione spunti preziosi, l’idea LUMINOSA si condensa in una domanda: perché non dedichiamo un sito internet a Serravalle? Facile a dirsi, complicato da realizzarsi.
L’uno per professione, l’altro per passione, abbiamo sempre cercato di ragionare con una mentalità attenta alla storia e ai suoi metodi, e inevitabilmente è stato così anche in questa occasione: abbiamo infatti pensato a un sito internet immaginando di dover convertire in un contenitore digitale l’ipotetico indice di un libro, in qualche modo enciclopedico, dedicato alla storia, alle tradizioni, alla memoria di Serravalle e dei suoi abitanti.
Le righe che state per leggere si ispirano dunque a una idea storiografica piuttosto precisa, debitrice alla scuola delle Annales: ciò a cui abbiamo pensato è un contenitore che proponga un “caso” di microstoria, quello del “paese” di Serravalle appunto, capace di offrire alcune linee interpretative e di discussione riguardo a temi e questioni di interesse generale relativi alla storia, alle mentalità e ai modi di pensare contemporanei.
Insomma, l’ambizione è di costruire un sito che eviterà di raccogliere “quello che viene”, ma capace di vagliare le informazioni, di proporle con una linea interpretativa, e di utilizzare anche gli aspetti più divenenti e discorsivi che la storia di Serravalle fortunatamente propone, per offrire materiale di riflessione su noi stessi e sul nostro tempo, con l’ambizione di guardare anche al futuro.
Ed ecco la proposta, in forma sintetica e sicuramente provvisoria.
Prima questione: chi ci lavora e come. Per rendere possibile questa impostazione, ma anche per una filosofia relativa alle modalità etiche di gestione del sito, esso dovrà essere implementato da un gruppo di coordinamento (redazione), ma con alcune importanti sezioni aperte alla collaborazione, opportunamente sollecitata, di tutti quanti vorranno partecipare. Anche queste sezioni, sempre per ragioni di ordine etico, saranno tuttavia sottoposte a moderazione.
Seconda questione, le linee generali del progetto. Nel “paese dei sogni informatici” il sito dovrà essere un enorme contenitore di storie, documenti, immagini, filmati, narrazioni in continua implementazione, con una impostazione “tendente all’infinito”, sicché esso non potrà, in teoria, mai essere completato.
Di seguito indichiamo velocemente alcune linee di costruzione e implementazione del sito, che dovranno naturalmente essere ridefinite e perfezionate con una molteplicità di voci e contributi, così da costituire anche per questa via il gruppo operativo  e di coordinamento cui sarà affidato il lavoro di implementazione.
Il cuore del sito è rappresentato delle tre grandi sezioni destinate sia a una navigazione autonoma sia a svolgere il compito di rimando, attraverso link ragionati, alle diverse sezioni tematiche e specifiche:
1. Enciclopedia serravallese
2. Vocabolario serravallese
3. Dizionario biografico dei serravallesi
Le prime due sezioni saranno curate e implementate dagli amministratori e dalla redazione.
La prima contiene tutte le voci meritevoli di comparire in un grande compendio enciclopedico: storia, geografia, natura, arte, economia, scienze, sport, cultura, scuola, eccetera. Sarà costruita secondo le “regole” che ormai presiedono alle più conosciute enciclopedie online (non solo Wikipedia ma, ad esempio, anche la Treccani), ovvero con un testo redazionale che si “aiuta” con link e riferimenti testuali e visivi, i quali rimandano ad approfondimenti e altre informazioni reperibili, sia all’interno dell’enciclopedia stessa o nelle altre macrosezioni, sia nelle sezioni tematiche specifiche e navigabili in piena autonomia (naturalmente i link, lo si ripete qui una volta per tutte, dovranno avere una funzione fondamentale di reciproco rimando e incrocio tra le diverse sezioni del sito e necessitano quindi di una cura particolare ).
La seconda sezione, il vocabolario serravallese, dovrà ovviamente prendere le mossa dal fondamentale lavoro di Roberto Allegri, adeguatamente trasformato per un suo efficiente utilizzo in rete (lavoro facile, o lungo e laborioso? Qui  non sapremmo dire, ci vuole qualche “mente” informatica capace di rispondere e inventare…).
Si tratterà poi di implementarlo, magari in modo “divertente”, ad esempio con qualche filmato che coinvolga gli ultimi parlanti dialettofoni per proporre esatte pronunce, modi di dire, frasi tipiche…
Anche in questo caso i rimandi con le diverse sezioni possono essere assai utili.
La terza sezione, il dizionario biografico dei serravallesi, è forse la sezione più intrigante perché potrà essere implementata con il contributo di chi vorrà cimentarsi e avrà un’ambizione particolare: l’idea di fondo è che la vita di tutti i serravallesi (in senso storico ed etico, di tutti i cittadini) merita di essere raccontata e ricordata. Tutti quanti sono nati o hanno vissuto a Serravalle, chi vi ha lavorato o soggiornato, dovrebbe dunque essere oggetto di una biografia più o meno lunga.
E qui “scatta”’ l’occasione per risollecitare la memoria di tutti: ognuno potrebbe (dovrebbe) rendere omaggio ai propri cari e ai propri amici proponendo le note biografiche di nonni, genitori, zii, cugini, amici, conoscenti, persone di cui si ha un ricordo.
La sezione, se ben implementata, rappresenterebbe una specie di albo-monumento di tutti i serravallesi degli (almeno) ultimi cento anni di cui si serba la memoria. Ma anche un immenso serbatoio di notizie, storie personali, aneddoti, curiosità.
Così intesa, rappresenta dunque la sezione più importante non solo per la filosofia che la ispira, ma anche, per così dire, da un punto di vista “promozionale”, poiché è in grado di sollecitare tutti a intervenire: i collaboratori nel mentre rendono omaggio ai propri cari conoscono e si “fidelizzano” con il sito sentendolo cosa propria. Importante quindi la partecipazione sia dei singoli sia di soggetti collettivi: le scuole innanzitutto, ma anche le associazioni culturali, sportive, religiose, economiche eccetera.
Il sistema dei link servirà come raccordo tra questi tre grandi serbatoi di “sapere” serravallese e le sezioni costruite secondo criteri tematici e mobili: sezioni destinate a dividersi o ad accorparsi, a cambiare nome, a moltiplicarsi, eccetera.
Per brevità nel PDF allegato se ne indicano solo alcune a titolo esemplificativo, ma evidentemente qui ci si può davvero sbizzarrire a inventare e proporre, evitando però in rischio di essere troppo dispersivi o caotici, con il rischio  conseguente di rendere meno leggibile e navigabile il sito.
Ogni sezione, poi rimanderà a ulteriori sottosezioni, le quali conservano tuttavia una loro autonomia e possono, a loro volta, essere richiamate anche da altre sezioni (come avviene anche nella rapida esemplificazione che propongo).
Il Libarna calcio e il Basket club, ad esempio, saranno sottosezioni della più ampia area sport, ovviamente, ma anche di altre come associazionismo, avvenimenti memorabili, e altro ancora.
L’inevitabile richiamo alla situazione di questi mesi impone di prestare la massima attenzione a quegli avvenimenti e a quelle situazioni che hanno segnato la storia, la mentalità e la soggettività dei serravallesi.
Qui abbiamo cercato di richiamarli con il binomio Natura benigna/natura matrigna il cui intento è, in fondo, di non perdere mai la speranza fidando sul significato positivo della memoria. Infatti i luoghi del ricordo dolente, come quelli della guerra, della deportazione, delle crisi economiche,  dell’alluvione, del terremoto, ora dell’epidemia, sono gli stessi di momenti di segno decisamente opposto (le feste, l’aggregazione, la nascita di un paese nuovo…) capaci di indicare la speranza per il futuro.
Riguardo alla realizzazione del sito, i problemi tecnici sono probabilmente quelli  di minor conto. Con strumenti ormai facilmente padroneggiabili è possibile costruire un contenitore anche complesso e articolato come quello qui immaginato. Ovviamene, potendo contare sulla disponibilità di uno o più collaboratori in possesso delle abilità e competenze informatiche necessarie e in grado di supportare i meno “alfabetizzati” nelle operazioni di implementazione.
I  tempi, essendo infiniti, non sono di per sé un problema… L’importante è riuscire a rendere espliciti l’intento e l’ambizione dell’operazione per favorire le collaborazioni e il sostegno e quindi partire.
E’ invece indispensabile costituire un gruppo di persone che condivida l’idea, ci litighi sopra e la perfezioni, e poi la avvii e la alimenti.
Per questo vi abbiamo sottoposto questa idea LUMINOSA. Per discuterne insieme  e cercare di passare dalla carta (virtuale) alla rete (virtuale ma anche reale…). Proponiamo quindi a tutti gli interessati di organizzare un incontro online per discutere e migliorare questa proposta. Siamo convinti che potrebbe essere un’occasione per provare a rilanciare le sorti del nostro paese e provare a pensarne, insieme, le prospettive future.
Roberto Botta Riccardo Lera

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