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Il caso Bartolomeo Campora, una “Porta Pia” serravallese. Capitolo II

Se avete letto la prima puntata di questa storia saprete che il nome di Serravalle, a cavallo tra fine Ottocento e inizio Novecento, finì sulle prime pagine di diversi giornali, locali e nazionali, su importanti riviste culturali e su libri molto diffusi. Come successe e perché ve lo racconteremo nelle prossime settimane attingendo ai documenti, quando ci sono, con un po’ di fantasia, quando questi mancano. Prima di di arrivarci è però utile gettare uno sguardo sulle caratteristiche sociali ed economiche di Serravalle, perché con ogni probabilità esse ebbero la loro parte in quanto accadde.

In questo articolo cercheremo quindi di rispondere al meglio ad una domanda per molti versi fondamentale. Ci si chiede: quale era la qualità della vita dei nostri antenati verso la fine dell’Ottocento? Quali erano le attività commerciali e i servizi? Si stava meglio o peggio rispetto alla media dei comuni italiani?

Nel 1885 il governo di Agostino Depretis realizzò una grande inchiesta parlamentare sulle condizioni igienico-sanitarie dei comuni del Regno. L’inchiesta, sviluppatasi capillarmente nel corso di due anni, rivelò una situazione ancora piuttosto arretrata: su un totale di 8.258 comuni più di 6.400 erano privi di rete fognaria; la maggioranza degli alloggi era fornita di latrine solo in 3.335 comuni, ovvero poco più di un terzo, mentre in 797 gli escrementi venivano depositati negli spazi pubblici, nelle strade e nei cortili. Molti comuni non disponevano di acqua potabile e in molti casi questa giungeva agli abitanti attraverso condotti a cielo aperto. Legato al problema dell’acqua c’era inoltre quello dello smaltimento dei rifiuti. Alcune grandi città davano in appalto il servizio di nettezza urbana ma nei paesi e nelle periferie si agglomerava tutto per strada. Le città si presentavano invase da rifiuti di ogni genere: dagli scarti di lavorazioni della concia delle pelli a quelli della macellazione, da quelli dei mercati giornalieri al letame degli animali. Le case dei poveri erano sovraffollate, prive di latrine e lavatoi e al loro interno venivano allevati anche gli animali. Vi era, inoltre, la consuetudine di seppellire i morti nelle chiese e nei conventi che erano abitualmente frequentati dai fedeli.  Infine, in molti Comuni non esisteva un medico condotto e occorreva compiere chilometri su strade malandate per poter raggiungere la più vicina postazione sanitaria.

Il sud era particolarmente arretrato, ma attenzione a non lasciarsi fuorviare dai luoghi comuni! Come vedremo, anche nel nord esistevano situazioni di assoluta arretratezza.

Il novese, ad esempio, presentava problemi piuttosto rilevanti non solo nella collina e nella montagna, povera e caratterizzata da agricoltura di sussistenza, ma a volte in cittadine insospettabili e proiettate verso uno sviluppo economico molto significativo. Arquata a fine Ottocento era priva di rete fognaria e dotata solo di un piccolo ospedale; la stessa Novi Ligure presentava una situazione abitativa piuttosto desolante, con la maggior parte degli alloggi privi di latrine.
In questo quadro di ancora diffusa arretratezza la situazione di Serravalle poteva considerarsi più che discreta.  Le tabelle qui presentate, tratte dai volumi riassuntivi dell’inchiesta, mostrano la situazione in tutti i Comuni del circondario di Novi Ligure relativamente a tre indicatori: la presenza di ospedali, la situazione della rete fognaria, la presenza nelle abitazioni di servizi igienici (latrine).

Come si può facilmente vedere la situazione in tutto il novese è ancora molto desolante. Sono pochissimi i paesi dotati di servizi essenziali in grado di impedire il diffondersi delle malattie e di garantire una accettabile qualità della vita ai propri abitanti. Solo Gavi e Serravalle possono vantare una condizione accettabile rispetto ai tre indicatori proposti.

All’epoca Gavi contava 6.683 abitanti, Serravalle 3.198, e stavano per scambiarsi i ruoli di centro di gravità dei commerci e degli “affari” del Basso Piemonte. Le nuove direttrici stradali e ferroviarie stavano premiando Serravalle, costringendo Gavi in una posizione sempre più marginale, mitigata tuttavia dalla vocazione turistica e dalla ricca produzione legata alla coltura della vite.

La buona qualità della vita a Serravalle è attestata anche dal rapido sviluppo delle attività commerciali e dalla nascita dei primi opifici. Nel 1889 la Tipografia Andrea Reali di Novi Ligure pubblicò una Guida delle città di Novi Ligure, Ovada, Gavi e del Comune di
Serravalle Scrivia” sulle cui pagine comparivano, oltre a notizie storiche sulle cittadine, anche dettagliati elenchi delle diverse attività commerciali e industriali presenti e l’elenco dei libri professionisti in attività.

Ecco qui l’elenco di quelle che oggi si chiamerebbero le “partite IVA serravallesi” del 1887, così come vennero riproposte in un meritorio numero de “Il Novese” del 12 novembre 1987. Gustatevelo, e se ritrovate qualche vostro parente o conoscente, come sempre un invito: segnalatecelo e, se la conservate, mandateci la documentazione in vostro possesso.

Molti e diversificati esercizi commerciali dunque, indizi inequivocabili di una società in rapido movimento e di un tenore di vita non disprezzabile, ovviamente rapportato all’epoca. Si noti la presenza di due studi di geometri e, soprattutto, di due notai, spia evidente di una significativa mole d’affari, di scambi economici e di attività di compravendita. Si presti attenzione anche alla presenza di due medici condotti (ve ne sono due anche a Gavi, ma con una popolazione doppia, e uno solo ad Arquata) e di due levatrici che concorrono a determinare una qualità della vita di tutto rispetto nell’Italia di fine Ottocento.

Si notino infine i segni inequivocabili di una importante attività pubblica e associativa. In paese esistono due Società di Mutuo soccorso ed è attivissima l’ Associazione fra i Reduci delle Patrie Battaglie di cui Bartolomeo Campora era Presidente nel momento in cui si pubblicavano i documenti analizzati in questo articolo e poi sino alla morte avvenuta nell’aprile 1889.

La storia che andremo a raccontare avviene dunque in anni di grande sviluppo per Serravalle ed è dovuta a quelle che il grande storico e scrittore Isaac Deutscher ha definito Ironie della storia: atti e avvenimenti, a volte anche minuscoli, che sortiscono effetti ben diversi da quelli voluti o previsti. Fu proprio uno di questi atti, compiuto dai Soci della Società dei Reduci con l’intento di onorare onorare la memoria del loro presidente scomparso a mettere in moto una serie di avvenimenti destinata a portare il nome di Serravalle in giro per l’Italia e per le tipografie del Regno con un segno assai diverso da quello voluto e immaginato.

Se avrete ancora un po’ di pazienza ve la racconteremo per filo e per segno e con un po’ di humour; per ora vogliate gradire, per entrare nella mentalità dei personaggi, un saggio di scrittura dei nostri reduci così come lo ritroviamo in un manifesto del 1888 trasudante di patria retorica:

SOCIETÀ MANDAMENTALE REDUCI DELLE PATRIE BATTAGLIE SERRAVALLE – SCRIVIA . Il 24 Giugno p. v. avrà luogo la solenne inaugurazione del nuovo Ossario sul colle di S. Martino, ove si pugnò e si contese il terreno a palmo a palmo nel giorno della gloriosa e memoranda battaglia. I Superstiti ed i Reduci dalle patrie battaglie muoveranno da ogni città per rendere un tributo d’affetto e di riconoscenza ai gloriosi fratelli che diedero la vita per la Patria. Noi, figli d’una parte di essa, che numerosi eravamo fra quelle file, non ci ristaremo dall’unirci tutti, onde in numerosa  schiera e con alla testa la Bandiera Nazionaie, accorrere a quell’altura ove s’ erge il nuovo ossario dei fratelli che pugnarono e caddero da eroi per far grande la patria nostra.  Commilitoni! Nei nostri petti ove brilla il distintivo, dell’ Onore, deve pur battere sacro l’amore di patria e di fratellanza; e quindi la Direzione è certa che numerosi accorrenti ad inscriversi per andare il 24 Giugno p. v. su quel colle a deporre un ricordo sul sarcofago che racchiude gli avanzi dei nostri cari fratelli d’armi che da valorosi caddero pugnando. Fratelli! La Direzione ha ferma speranza che tutti v’inscriverete a questo sodalizio e Pellegrinaggio per dare ancora una volta attestato di perenne memoria ed affetto ai nostri fratelli, che seppero tener alto il prestigio dell’armi Italiane, dando con somma  abnegazione e valore la vita loro per l’unità della Patria. Serravalle Scrivia 1. Marzo 1888. Per la Direzione . Il Segretario G. Campora, C. Berutti

N. B. Potranno prendere parte al Pellegrinaggio progettato anche i Militari di altri Mandamenti purché comprovino di aver preso parte a qualche campagna di Guerra e ne facciano domanda a questa i Direzione prima del 30 Maggio p. v. Per le inscrizioni, rivolgersi a questa Direzione, od al Sig. Angelo Cambiaggi in Serravalle.

[fine della seconda puntata, continua]

Pubblichiamo di seguito, per il loro interesse documentario, le tavole con le informazioni integrali dedicate ai comuni del novese tratte dalla relazione finale della Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni igienico-sanitarie dei comuni del Regno


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