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Il Campo Sportivo del Littorio, ovvero una questione di “fede”

Campo di giuoco per il calcio e la volata, per saggi ginnici e giuochi diversi.

Nel 1929 il Segretario del Partito Nazionale Fascista, Augusto Turati, lanciò una campagna nazionale, per dare attuazione alla precisa volontà del Duce, autonominatosi “Primo sportivo d’Italia”, di forgiare anche attraverso l’educazione fisica una “nuova gioventù italiana”, finalizzata a promuovere la costruzione in ogni Comune un “Campo sportivo del Littorio”, una struttura sportiva di anche modeste proporzioni che, nei desiderata del Partito, doveva avere pista podistica, pedane per lanci e getti, fosse per i salti e possibilmente terreno per il calcio, ove non fosse possibile costruire la pista veniva richiesto almeno un rettilineo per lo svolgimento delle corse dei 100 metri e dei 100 ostacoli. Nella missiva datata 15 luglio, redatta nella consueta prosa della retorica fascista, ed inviata dal P.N.F. ai presidenti di tutti gli enti sportivi provinciali fascisti, Turati esortò i sodalizi locali a farsi promotori dell’opera presso i Podestà, affinché venissero richiesti finanziamenti provinciali e statali; stanziate somme adeguate nei bilanci municipali; chiamare a raccolta i cittadini “migliori e più abbienti“; organizzare feste, lotterie, e quant’altro per raccogliere fondi; individuare forme di prestazione d’opera gratuita; ecc…, insomma mettere in campo ogni utille iniziativa per “…costruire ad ogni costo…” il centro sportivo. Secondo Turati, il problema dei campi sportivi “…è sì problema di mezzi ma è innanzitutto problema di fede…“. In agosto il Podestà di Serravalle, Giovanni Davico, rassicurò il Presidente del Partito sulla predisposizione di un progetto per la costruzione in paese della struttura sportiva. Il 1 maggio 1930 con determinazione podestarile vennero stornate dall’avanzo di amministrazione 45.500 Lire per l’acquisto di due appezzamenti di terreno destinato ad ospitare l’erigendo “Campo sportivo del Littorio”.

Il 5 luglio il Podestà, visto il progetto particolareggiato redatto dal Geometra Pollastri, approvò il progetto per l’acquisizione della superficie necessaria per complessivi 13.014,94 metri quadri, in Regione Borgonuovo, stanziando all’uopo la somma di 39.042,82 Lire reperite da contrattazione di apposito mutuo. Il Municipio avrebbe sostenuto la spesa per l’acquisto dei terreni mentre per le esecuzione delle opere avrebbero provveduto con mezzi propri gli Enti sportivi e le organizzazioni locali. Secondo Turati, il problema dei campi sportivi “…è sì problema di mezzi ma è innanzitutto problema di fede…“. In agosto il Podestà di Serravalle, Giovanni Davico, rassicurò il Presidente del Partito sulla predisposizione di un progetto per la costruzione della struttura sportiva.

Il 1 maggio 1930 con determinazione podestarile vennero stornate dall’avanzo di amministrazione 45.500 Lire per l’acquisto di due appezzamenti di terreno destinato ad ospitare l’erigendo “Campo sportivo del Littorio”. Il 5 luglio il Podestà, visto il progetto particolareggiato redatto dal Geometra Pollastri, approvò il progetto per l’acquisizione della superficie necessaria per complessivi 13014,94 metri quadri, in Regione Borgonuovo, stanziando all’uopo la somma di 39.042,82 Lire da contrattazione di apposito mutuo. Il Municipio avrebbe sostenuto la spesa per l’acquisto dei terreni mentre per le esecuzione delle opere avrebbero provveduto con mezzi propri gli Enti sportivi e le organizzazioni locali. Il 21 luglio il progetto particolareggiato di esecuzione venne pubblicato all’Albo Pretorio del Comune. Il progetto comprendeva la pista podistica realizzata attorno al perimetro del campo da gioco destinato al calcio, ai saggi ginnici, ai giochi ed alla “volata”. La volata era una disciplina agonistica autarchica voluta dal Regime, ispirata “al gioco degli antichi romani chiamato “harpastum”, ed introdotta nel 1927 dall’Opera Nazionale del Dopolavoro. Ideata dallo stesso Augusto Turati, venne promossa dal Fascismo con il fine di contrastare la diffusione di specialità non “italiche”, come il basket, il rugby ma soprattutto il football. Negli anni Venti il calcio, disciplina dalle origini anglosassoni, sbarcata in Italia sul finire del Novecento e diffusasi in maniera inarrestabile, fu capace di conquistare il ruolo di sport di massa e di scatenare la passione agonistica degli appassionati, fuori e dentro il rettangolo di gioco, su e giù per la Penisola. E per la fascistissima “volata”, con pochi praticanti ed assai meno tifosi, finì ben presto in fuorigioco…

Per lo stadio serravallese l’inaugurazione venne prevista per il 28 ottobre 1930. Tuttavia la costruzione del “Campo sportivo del Littorio” di Serravalle si rivelò essere non solo questione “fede”, come sentenziato dal Segretario del Partito, quella “fede” che sicuramente non mancò ai serravallesi che entusiasticamente si impegnarono nel progetto. Anche nell’Italia degli anni Trenta, quella dei treni che “arrivavano in orario”…, realizzare un’opera pubblica molto spesso voleva dire fare i conti con le lentezze della burocrazia. Infatti il 5 novembre 1929 la Prefettura restituì al Comune il progetto dello stadio facendo propri una serie di rilievi avanzati dall’Ufficio del Genio Civile. Inoltre uno dei proprietari dei terreni su cui costruire il campo sportivo non accettò l’offerta economica ricevuta per la cessione al Comune, ritenuta non equa. Fallita ogni trattativa, il 12 gennaio 1930 venne affidata ad un tecnico nominato da Tribunale la perizia di stima per l’espropriazione del terreno conteso. Una modesta rivalutazione del valore dell’area consentì di venire ad un’accordo ed il 28 luglio 1930 il Podestà deliberò di rinunciare alla procedura di esproprio e di acquistare il fondo per la somma pattuita con la controparte. Il 3 aprile 1931 tuttavia si rese necessario per il Comune deliberare la copertura di nuove spese per lavori di sistemazione della strada di accesso al centro sportivo. Il 7 giugno 1932 il Comune approvò un progetto aggiuntivo ed un relativo preventivo di 9.285 Lire per la costruzione di una tribuna per gli spettatori e l’allacciamento alla rete idrica per la fornitura dell’acqua potabile.

Nella prima domenica di ottobre del 1932, la cronaca sportiva locale parla per la prima volta del nuovo impianto sportivo, ma per un evento non legato al calcio. Infatti il lungo ed ampio viale prospiciente lo stadio ospitò l’arrivo del Campionato Provinciale di Ciclismo dei Giovani Fascisti, competizione sui 120 km il cui arrivo in volata venne regolato dal giovane ciclista serravallese Osvaldo Bailo, futuro Campione Italiano in linea nella categoria indipendenti.

Il 15 settembre 1933 il Campo Sportivo Comunale venne formalmente consegnato dal Podestà, Orazio Galfo, al Presidente dell’Unione Sportiva Serravallese, il Ragioniere Giovanni Battista Camia. Nel verbale la struttura venne così descritta: campo con recinzione completa, campo da gioco integralmente recintato, tribuna in cemento e legno per spettatori con balaustrata in legno (nella tribuna esistono 2 spogliatoi, il buffet, una saletta riservata all’arbitro), sul lato opposto area riservata ai posti popolari, bar. Così anche Serravalle ebbe la sua prima arena sportiva. Solo sette mesi dopo l’Italia avrebbe organizzato e conquistato la seconda edizione della Coppa del Mondo di calcio grazie agli assi del calcio in camicia nera della nazionale di guidata dall’allenatore Vittorio Pozzo, con somma soddisfazione del Duce.

Nel tempo, il “Campo del Littorio” assunse l’attuale denominazione di “Stadio Luigi Bailo“, in memoria del Capitano Aviatore, Luigi Bailo, Ufficiale di origini serravallesi, caduto in combattimento durante la Prima Guerra Mondiale, pluridecorato al Valore Militare, pioniere dell’aviazione da guerra italiana.

Nella seduta del 28 aprile 1945, il Consiglio Comunale deliberò con voto unanime di ripristinare il Campo Sportivo, ove organizzare nell’imminente stagione estiva “…gare di football ed altre riunioni sportive…“. Contestualmente si decise di cedere in uso, a condizioni di favore, l’impianto all’Unione Sportiva Serravallese, non appena questa si fosse riorganizzata dopo la guerra.

La struttura venne progressivamente ampliata ed adeguata alle esigenze sportive ed alle normative vigenti, come accadde nel novembre del 1987, quando vennero costruite delle nuove gradinate per il pubblico.

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