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Agostino Saturnino, la “Freccia”

Agostino Saturnino (di Giovanni Saturnino e Ubaldina Alloisio / Serravalle Scrivia, 22 ottobre 1933 / 2 dicembre 1995), Corridore ciclista. Campione Italiano Dilettanti categoria “Gentlemen”

Agostino Saturnino nacque a Serravalle Scrivia, il 22 ottobre 1933, figlio di Giovanni Saturnino, classe 1901, agricoltore, e di Ubaldina Alloisio, classe 1907, casalinga. Di famiglia contadina, crebbe nella campagna delle colline del Gavi, nella zona tra Serravalle e Monterotondo, a Cascina Alberghino, dove il padre lavorava la terra come manente, mezzadro, e collaborava alla conduzione della proprietà anche come custode. La mamma, Ubaldina, si occupava con dedizione della casa e dei figli; era una brava cuoca e per integrare il reddito famigliare cucinava a servizio quando ne aveva occasione. Nel 1927 Giovanni ed Ubaldina si sposarono a Serravalle. Nel 1928 venne alla luce il loro primo figlio, Pasquale. Nel 1933, nacque il secondogenito, Agostino, cui venne dato in dote il nome del nonno paterno. Nel 1936 arrivò una sorella, Assunta. Nel 1941 i Saturnino si trasferirono a Novi Ligure, dove Agostino visse fino al 1952, anno del ritorno a Serravalle, con residenza in zona Fabbricone. (Nella foto a sinistra un giovane Agostino Saturnino alle prese con la messa a punto di una bicicletta da corsa).

DUE RUOTE. UNA PASSIONE PER LA VITA

Papà Giovanni era un’appassionato di ciclismo e trasmise l’amore per la bicicletta al vivace Agostino. Nonostante le modeste condizioni economiche della famiglia, la speciale passione manifestata dal ragazzino per lo sport venne compresa ed assecondata dai genitori. Il rapporto con quella modesta bicicletta che, possiamo immaginare adoperasse ogni giorno per andare scuola e per fare piccole commissioni, come molti dei fanciulli in quegli anni difficili, profondamente segnati dalla guerra, si mostrò ben presto speciale. Forse qualche addetto ai lavori o qualche appassionato locale, intravvide in lui le movenze del ciclista e gli propose di correre; oppure ci fu chi lo notò pedalare, entusiasta e veloce lungo una delle tante salite del Novese o mettersi in evidenza prevalendo nelle improvvisate “disfide” di strada ingaggiate per gioco tra coetanei. Comunque sia andata, gli inizi per Agostino non saranno stati di certo facili. In primis dovette sicuramente vincere le resistenze della famiglia alla decisione di intraprendere la carriera di ciclista. Difficile vedere il ciclismo come un mestiere con cui portare il pane a casa! Infine dovette certamente esorcizzare le paure di una madre e di un padre, comprensibilmente preoccupati per i rischi propri di uno sport duro e pericoloso. Nel 1936 la drammatica morte del ciclista ventenne Giulio Bartali – fratello minore di un tale Gino Bartali, il neo vincitore del “Giro d’Italia” – che perse la vita a causa delle ferite riportate in un grave incidente di gara, trovò vasta eco nell’opinione pubblica nazionale. Funesto presagio della medesima tragica sorte che nel 1951 sarebbe toccata ad un altro ciclista delle nostre terre, Serse Coppi, il fratello di Fausto Coppi. Tuttavia la determinazione e la voglia di Agostino furono tali da riuscire a convincere i genitori a lasciarlo partecipare alle prime corse. Grazie agli sforzi economici della famiglia magari arrivò anche la prima bici da corsa… quasi sicuramente usata. Terminata la scuola, esonerato dal servizio militare di leva, egli poté così dedicarsi alla carriera del ciclista, seguendo le scie dei professionisti serravallesi della bici, di cui sentiva parlare, nei bar, nelle botteghe, nelle piazze del paese e di cui leggeva sui giornali – Luigi Bailo, Osvaldo Bailo, Luigi Firpo, Primo Zuccotti – cullando forse anche il sogno di emulare, un giorno, le gesta dei “Campionissimi”, il novese Costante Girardengo ed il tortonese Gianni Cuniolo, alcuni tra i protagonisti assoluti dell’epopea del ciclismo “eroico”, e di Fausto Coppi, l’icona del ciclismo moderno, originario di Castellania, ma residente a Serravalle dal 1945 al 1949.

Le principali affermazioni che figurano nel palmares di Agostino Saturnino si realizzarono nella categoria Dilettanti, in particolare nelle competizioni in linea su strada. Seppe vincere anche in gare a squadre, a cronometro e su pista. Dotato di non trascurabili risorse fisiche, Saturnino si rivelò soprattutto un poderoso passista ed uno sprinter di razza, distintosi per «…una micidiale punta di velocità pura che difficilmente il fondo e la fatica riescono ad appannare…»1. Fu velocista dalla condotta di gara coraggiosa e determinata, «…atleta completo che sa mettersi in vista per forza ed intelligenza…»2.

In particolare, il talentuoso ciclista serravallese fu tra i pochissimi atleti ad aggiudicarsi per due volte la Milano-Tortona, corsa tra le più importanti e longeve del calendario ciclistico nazionale per Dilettanti, che si svolgeva l’ultima domenica di marzo, ovvero la prima di aprile, meglio nota alle cronache sportive come la Classicissima di primavera di categoria, soprannome mutuato dalla Milano-Sanremo, la corsa monumento per Professionisti, poiché si correva tradizionalmente nel fine settimana immediatamente successivo proprio alla competizione regina della Riviera dei Fiori. Si trattava della prima gara impegnativa della stagione dei Dilettanti, con i suoi circa 140 chilometri di percorso, disegnato dagli organizzatori del Veloce Club Tortonese, dalla periferia meneghina dei Navigli, sino alle colline del Derthona. Una vera e propria fucina di Campioni, nel cui albo d’oro, figurano nomi di leggende dello sport novese, come Colombo Cassano, Andrea Carrea – l’indimenticato Sandrino, insostituibile gregario di Fausto Coppi – ma soprattutto diversi futuri protagonisti assoluti di livello internazionale come Marino Vigna, Gianni Motta, Emanuele Bombini, Bruno Cenghialta, Marco Saligari, Jorgen Vagn Pedersen. Tra gli anni Cinquanta e Sessanta la Milano-Tortona visse i suoi anni migliori. Una fama costruita soprattutto sullo spettacolo offerto agli appassionati dagli immancabili, durissimi ed attesissimi 51 chilometri finali, sviluppati nei tre giri del Castello, il colle che domina il centro cittadino di Tortona.

Agostino Saturnino si aggiudicò per la prima volta la Milano-Tortona nel 1955, nella prestigiosa edizione del decennale, con la media record di 43,875 km/h, regolando Luciano Morini e Rizzardo Brenioli (futuro Professionista, vincitore di una tappa al Giro di Romandia, più volte in gara sulle strade del Tour de France). Successo replicato nel 1957, quando Saturnino tagliò per primo il traguardo, davanti a Silvio Faccini ed Ulisse Carniato, superando anche se stesso in velocità, fermando il cronometro alla media di 44,431 km/h, un nuovo primato della competizione rimasto a lungo imbattuto. Il coronamento della sua carriera fu la conquista, nel 1980, del titolo di Campione Italiano nella categoria Gentleman.

LA COSTRUZIONE DI UNO SPRINTER DI RAZZA. ALLIEVO ALLA “PIETRO FOSSATI”

Alla prima esperienza agonistica ciclistica, nella categoria Allievi, Agostino Saturnino vestì la maglia della società sportiva Pietro Fossati di Novi Ligure, storico sodalizio che portava il nome dell’indimenticato ciclista novese: Pietro Fossati era stato Campione Italiano Dilettanti e aveva vinto la Milano-Sanremo del 1929; era scomparso prematuramente durante la Seconda Guerra Mondiale, ucciso nel 1945 durante un bombardamento Alleato su Novi.

Una compagine dalla solida tradizione dove il giovane serravallese, nel suo tirocinio, apprese i rudimenti del mestiere del ciclista: come stare in bici, come correre in gruppo, conoscere il mezzo meccanico, sostenere gli allenamenti, prendere consapevolezza dei sacrifici necessari per affermarsi in uno sport che esige da chi lo pratica passione, determinazione e fatica.

Agostino Saturnino agli esordi della sua carriera

Saturnino si mise rapidamente in evidenza come atleta di buone speranze, sotto gli occhi attenti di sapienti uomini di ciclismo come Federico Fermi e Rino Olivieri. Con la casacca della Fossati, nel 1951, vinse il Campionato Regionale nella prova a cronometro a squadre, in quartetto con Walter Almaviva, Mario Brugna e Francesco Lasagna. Questo l’emozionate ritratto sportivo di Agostino ai tempi dei suoi esordi, tratto dalla cronaca sportiva dell’epoca: «…Con quel suo viso da furetto, tra la massa di ragazzotti che cercano di farsi strada, nelle convulse volate, nelle quali, molte volte, i gomiti servono di più dello sprint, Agostino… si mise subito in luce per quel suo meraviglioso stile che aveva nel fare quelle volate: erano pulite, precise, corrette. Finiva a mani alte tra gli evviva della gente ferma ai bordi delle polverose stradine della sua terra…».3 Del periodo novese si ricordano anche il secondo posto nella Coppa Sciorati del 1950 e nella Coppa Rossiglione del 19514.

GLI ANNI CINQUANTA E L’ACCADEMIA DEL “PEDALE TORTONESE”

Nel 1952 Saturnino debuttò nella categoria Dilettanti e cambiò squadra, vestendo la casacca bianco-granata del Pedale Tortonese-I.C.E.P., entrando alla corte del Direttore Sportivo Eugenio Massolo. Qui il promettente atleta serravallese maturò tecnicamente, caratterialmente e seppe affermarsi a suon di prestazioni e risultati, confermando appieno le sue potenzialità, divenendo ben presto uno dei beniamini dei tifosi tortonesi; costituiva al fianco dei compagni Elio Porta e Walter Almaviva, un trio vincente ben presto battezzato dalle cronache sportive locali degli anni Cinquanta come le Frecce tortonesi.

In luglio, in occasione della festa patronale della Madonna della Neve, si corse il Circuito Città di Novi Ligure che riunì tra gli alberati viali cittadini i migliori ciclisti Dilettanti piemontesi del momento, per una gara individuale su 30 giri per 32,400 km organizzata per festeggiare l’epica vittoria del “Tour di France” da parte di Fausto Coppi.

Saturnino onorò l’evento, davanti al numerosissimo pubblico di casa, classificandosi lusinghieramente ottavo5, cogliendo anche l’opportunità di mettersi in evidenza nei giorni in cui la Bianchi, la fortissima squadra dell’Airone (dove militavano due atleti locali di primo piano, Andrea Carrea ed Ettore Milano), si sarebbe riunita in ritiro proprio a Novi, in preparazione del Circuito dell’Appennino. Nello stesso anno, per Saturnino arrivò la vittoria nel Gran Premio Rovescala nella categoria Junior6, tradizionale gara dell’Oltrepò. Sempre nel Pavese, tagliò per primo anche il traguardo della Coppa Caduti della Libertà, a Valverde, tra le colline del Tidone e del Nizza. Secondo classificato nella Coppi Monti, a Stazzano7 e nella Coppa Poranesi, a Lungavilla (Pv)8.

La militanza nel Pedale fu per Agostino anche l’occasione per fare la conoscenza di grandi maestri, come Costante Girardengo. Il Gira, ritiratosi da tempo dall’attività agonistica, non si allontanò mai dal mondo delle due ruote, sempre a caccia di talenti locali da lanciare nel professionismo, giovani promesse del ciclismo da affiancare ai grandi campioni che militavano nelle varie squadre che negli anni portarono il suo nome.

Agostino Saturnino ritratto in compagnia di Costante Girardengo

Nel 1953 vittorie anche nella Coppa Città di Voghera ed alla Coppa China ATI-Coppa Provincia di Genova (evento collaterale della popolarissima Milano-Arenzano). Proprio in quella quinta edizione della Milano-Arenzano, Saturnino sfrecciò per primo sul traguardo del lungomare, mettendo la sua ruota davanti a tutti gli avversari, al termine di una combattutissima volata ad undici. A ruolino anche il quarto posto alla Coppa Esercenti a Voltri9, il terzo alla Coppa Covolo a Torino, con i compagni Almaviva ed Elio Porta10, il terzo alla Coppa Moncalvo11, alla Coppa Mairano12 nel Bresciano, il secondo alla Coppa Ghiglione13 a Pontedecimo.

Il 26 aprile fu vincitore anche di una gara svolta in Austria. Nel suo primo anno tra i Dilettanti giunse la prima importante vittoria: il 13 giugno Saturnino fece suo il prestigioso traguardo del Giro dei Tre Laghi, impegnativa kermesse del Verbano, il cui percorso si sviluppava tra il Lago d’Orta, il Lago di Mergozzo ed il Lago Maggiore, con partenza da Crusinallo, frazione di Omegna. Il Tre Laghi valeva come corsa indicativa per il Campionato Italiano e Premondiale. Quell’anno si sarebbe corso per la maglia iridata della categoria in Svizzera, a Lugano.

Il 25 giugno 1953 il Commissario Tecnico degli Azzurri, Giovanni Proietti, invitò cinquanta corridori per una prima selezione, fra i quali Saturnino, Porta e Cassano. Il trio di corridori alessandrini partecipò alle indicative senza però infine trovar posto nella lista dei convocati. Quel titolo mondiale fu comunque appannaggio di un italiano, Riccardo Filippi.

Archiviata la delusione, a Saturnino si presentò un’altra occasione per affermarsi: il Campionato Italiano Dilettanti si correva a Trieste e Saturnino venne incluso nella rappresentativa regionale piemontese.14 Purtroppo egli non poté prendervi parte, appiedato dall’influenza, mentre il suo sodale Elio Porta fece una gran gara e si classificò secondo.15 Ulteriori risultati della stagione, la vittoria nella Coppa Gagliardi, a Busto Arsizio16 ed il 47° posto alla Coppa Del Grande.

A sinistra, Saturnino vince la “Milano – Arenzano” del 1953; a destra, Saturnino con i compagni di squadra del “G.S. Lancia”

Alla fine del 1953 Saturnino passò al Gruppo Sportivo Lancia di Torino17. Tuttavia nel maggio del 1954 Saturnino tornò a vestire la casacca del Pedale Tortonese, portando al sodalizio un secondo posto alla Coppa città di Voghera, una vittoria per distacco a Pinerolo18, una seconda piazza nel prestigioso Gran Premio SAIC a Lugagnano (Pc)19 ed un nono posto alla Coppa Laterizi di Pontecurone20. In agosto seconda piazza alla Coppa Sant’Eusebio, nel Biellese ed un quinto posto nel Circuito Casalino21, nono posto al Gran Premio Novese Industria e Commercio22, un sesto posto al Circuito Castelnovese23. In settembre conquista la Coppa Citta di Pieve del Cairo24. Il mese successivo 9° posto al Circuito Molinese, a Molino dei Torti25, 2° posto alla Coppa Brezzi26 a Torino e vittoria nella Coppa Egidio Re ad Isola Sant’Antonio27.

Nel 1954, Saturnino fece suo il Criterium ciclistico salese, gara per Dilettanti e Indipendenti Seniores:

…La gara più importante, l’individuale per Indipendenti e Dilettanti Seniores su 30 giri pari a Km. 42, ha dato modo ad Agostino Saturnino… di prevalere coi suoi irresistibili spunti anche sui campioni della categoria superiore. L’affermazione di Saturnino è stata nettissima ed entusiasmante…28.

Piazza d’onore al Gran Premio S.A.I.C. a Lugagnano, nel Piacentino. A tabellino anche un quarto posto al Trofeo Banfo.

SOTTO LA MOLE, ALLA CORTE DI FEDERICO GAY. LA PRIMA VITTORIA ALLA “MILANO – TORTONA”

Nel 1955, Saturnino venne richiamato dal Gruppo Sportivo Lancia di Torino. Quello fu l’anno della maturità sportiva, sublimato dal primo successo alla Milano-Tortona. Un’inattesa quanto strepitosa vittoria, in una volata conquistata di misura, che sovvertì tutti i pronostici della vigilia, che ad onor del vero, non lo vedevano tra i favoriti. Questa la cronaca giornalistica tratta dalla rubrica Novituttosport del periodico Il Popolo di Novi, del 31 marzo 1955:

«…Galoppata travolgente a 44 km all’ora. Saturnino sorprende tutti… Quando sull’ultima tornata del Castello il grosso dei corridori, forte di oltre 100 unità, riassorbì (Silvano ndr.) Petrei e (Defendente ndr.) Fracchia superstiti di una fuga iniziata appena prima di Pavia traemmo la conclusione che anche la “Milano – Tortona” è da considerarsi nel novero di quelle gare che sulla falsariga di altre più blasonate ha livellato le proprie salite. Soltanto la strettoia finale uscente da un tunnel a curva poco prima del rettilineo di arrivo e lo scatto perentorio di Saturnino hanno concesso, per la delizia del giudice di arrivo, una selezione dei concorrenti ondeggianti paurosamente in un corridoio umano di migliaia di persone, convenute a Tortona da 5 regioni per dare lustro al decennale della più “classica di primavera” per i Dilettanti. In quelle condizioni chi aveva avuto la fortuna di trovarsi nelle prime posizioni e di avere ancora tanta “birra” da spendere per tentare un buon scatto, poteva essere certo di aver partita vinta e così è stato per il Torinese di adozione…, Saturnino, il quale, avvantaggiatosi di poche lunghezze con Luciano Morini e Lovera, è riuscito a far prevalere sul nastro di arrivo il suo spunto di velocità sull’ammirevole corridore dell’“Amatori Parma” che già lo scorso anno aveva conquistato la piazza d’onore, dietro a Cassano Colombo. Come Saturnino… sia riuscito a prevalere e come un simile gruppo di corridori abbia potuto giungere quasi compatta al traguardo e alla media di pochi inferiori ai 44 orari, è stato il motivo dominante della corsa…».

«…Sulle prime balze del Castello la stanchezza incomincia a rallentare la pedalata dei fuggitivi che ben presto persero metro su metro… Inversamente proporzionale quindi allo svolgersi dei fatti perché il congiungimento avvenne proprio laddove gli organizzatori avevano sperato la selezione. Nelle prime azioni, intanto continuavano a dettar legge (Lorenzo ndr.) Ranieri, Morini, (Francesco ndr.) Lucchesi, (Addo ndr.) Kazianka. e a tratti Minetto…, tanto che si poteva puntare ad occhi chiusi su uno di quei nomi, senonché una foratura del capo equipe della “S.I.O.F.” riaccese le polveri della battaglia portando a galla altri pretendenti… più freschi di forze e più pronti di riflessi… Così nel volatone… Morini… tenne disperatamente la testa riuscendo a reagire in tempo se non ad annullare il poderoso scatto di Saturnino, gli altri rimasero confusi nel grigiore del pari merito. L’organizzazione predisposta in modo incolmabile dai soci del “Veloce Club Tortonese” è stata soverchiata all’arrivo dal prorompente entusiasmo dei tifosi…». Solo sette giorni egli avrebbe colto una nuova affermazione, vincendo il “Gran Premio Pedale Braidese” a Bra.

Nell’anno stesso, con la maglia della Frejus, Saturnino colse un’altra importante vittoria nel Trofeo Sonne, che si corse tra Torinese e Cuneese, con Gran premio della montagna. al Colle del Lys e una lunga volata finale da Giaveno sin sotto alla Mole.29Prima posizione anche al Criterium Salese30, al Circuito Guazzorese, alla Coppa Cerro31. Quarto posto alla Coppa Barabino, a Tortona32, undicesimo alla Coppa Agostoni. (Nella foto a sinistra: un raggiante Agostino Saturnino con il Trofeo Sonne conquistato nel 1955).

Tra coloro che puntarono sul talento del corridore serravallese, vi fu anche Federico Gay, il Direttore Sportivo del Gruppo Sportivo Ceat di Torino, uno dei campioni della storia del ciclismo piemontese: Nazionale alla VII edizione dell’Olimpiade, svoltasi ad Anversa, vincitore di una tappa al Tour de France (1922) e secondo al Giro d’Italia del 1924 (vincitore di 4 frazioni della Corsa Rosa) e Campione Italiano su pista nella prova di mezzofondo (1932). Nel 1956, Gay offrì a Saturnino una sella alla Ceat33. L’atleta serravallese accettò ed ebbe l’opportunità di entrare far parte di una formazione di primo piano, ambiziosa e molto ben organizzata, descritta dalla stampa specializzata come uno squadrone delle meraviglie34. Egli seppe guadagnarsi la stima del suo nuovo mentore, divenendone uno dei pupilli. Alla bacheca del suo nuovo team Saturnino portò la prestigiosa vittoria al Trofeo Luigi Bertolino, di Torino35, facendo suo con l’ennesimo scatto bruciante il traguardo posto sulla pista del leggendario motovelodromo di Corso Casale. Un nastro di cemento di difficile interpretazione tecnica, lungo 393 metri, con un’inclinazione superiore a quella dei tradizionali velodromi ciclistici, pensato per le gare automobilistiche e motociclistiche.

A sinistra, Agostino Saturnino vincitore su pista al velodromo di Torino, al fianco di un compagno di squadra; a destra, in gara con la maglia “Ceat”

Una pista che nella sua storia fece da spettacolare palcoscenico ad arrivi del Giro d’Italia e della Milano-Torino, su cui sfrecciarono campioni del calibro di Gino Bartali e Fausto Coppi. Ancora una volta Saturnino vinse mettendosi alle spalle due futuri Professionisti, Mamante Mora ed Alfredo Bonariva. Nell’anno, per Saturnino, anche il primo posto nella Coppa Val Maira, una cavalcata tra le impervie strade delle Alpi Cuneesi e nella suggestiva gara in notturna individuale ad eliminazione del Gran Criterium di Chieri36. Infine, quarta piazza al Circuito Alzanese.

Agostino Saturnino con la maglia del “G.S. Ceat”

Agostino Saturnino con i compagni di squadra del “G.S. Ceat”

IL RE DELLA MILANO-TORTONA

Nel 1957 Saturnino visse la sua consacrazione nel cuore dei tifosi, vincendo nuovamente la Milano-Tortona, due anni dopo il primo acuto sul Castello: centrò uno storico e velocissimo bis, lasciando i gradini più bassi del podio, nell’ordine, a Silvio Faccini ed Ulisse Carniato. Questa volta Agostino si presentò al foglio firma tra gli uomini da battere:

«…Primatista della “Milano-Tortona”, con chilometri 43,875, è quel nervoso atleta che risponde al nome di Agostino Saturnino, giovane ricco di classe, di coraggio, di scatto, ma sorretto da un fisico che troppo spesso si mette a fare i capricci. Egli ha compiuto i primi passi… su queste strade, sotto la guida paterna del direttore sportivo Massolo, poi ha lasciato il nido, dando alla sua nuova società la splendente vittoria di casa sua, proprio nell’edizione del decennale. Lo scorso anno ebbe una stagione piuttosto opaca… per le accennate ragioni…, ma ora sembra tornato in forza, come lo dimostrano le buone prestazioni in queste prime gare…».37

Le attese dei tifosi e del maestro, Federico Gay, non andarono deluse. Saturnino, mantenuta una condotta di gara accorta, giunto ai chilometri conclusivi in agguato nelle posizioni di testa del gruppo, fu lesto a capitalizzare uno sfortunato errore di direzione del compagno di squadra, Oreste Belli e, sfuggendo al controllo degli agguerriti avversari nella bagarre della volata finale all’ombra del Voltone del Castello, fece suo il successo. Questo il resoconto giornalistico del rocambolesco epilogo tortonese:

«…sfortunato tentativo di (Giuseppe ndr.) Belli a 300 metri dal traguardo, in luce gli “azzurrabili” (Oreste ndr.) Magni e (Ezio ndr.) Pizzoglio. Nell’entusiasmo scoppiato a fine gara nel clan della “Ceat”, un entusiasmo alimentato dai mille novesi accorsi sulle balze del Castello ad incitare Saturnino… Belli viveva il suo piccolo dramma… l’episodio che ha spianato la via al successo del veloce Saturnino… è stato corollario di una condotta di gara vivace e soprattutto assai intelligente. Saturnino, un vecchio cliente della “Milano – Tortona”, sapeva che, nella piana da Milano al primo impennarsi della strada all’attacco del Castello, avrebbe avuto buongioco chi fosse riuscito ad entrare in una fuga di una certa consistenza… Così facendo è riuscito a controllare la situazione da un piedistallo ideale risparmiandosi la faticaccia di un inseguimento… Gli ordini che quel simpatico burbero benefico di Gay gli aveva impartito non ammettevano replica e facendone tesoro Saturnino ha potuto piazzare il suo affondo, quando meglio non avesse sperato e con la piena rispondenza dei suoi mezzi atletici…».

Degno di menzione è poi l’undicesimo posto al Trofeo Cerana.

Istantanee dai festeggiamenti per la vittoria di Agostino Saturnino nella “Milano – Tortona” del 1957)

Nonostante le lusinghiere manifestazioni di stima ricevute dagli addetti ai lavori, l’entusiasmo degli appassionati ed i successi che si susseguivano, avare erano le soddisfazioni economiche che il mondo del ciclismo dilettantistico riconosceva agli atleti. Così per Agostino fu molto difficile pensare di vivere solo di bicicletta; perciò, senza trascurare i duri allenamenti e gli impegni delle gare, egli imparò il mestiere del meccanico dal fratello Pasquale, detto Pasqualino, che aveva un’officina ben avviata in Via Cassano. Come il fratello, Agostino conseguì anche la patente per guidare i camion, così da poter affiancare all’attività di autoriparatore anche quella dell’autotrasporto: a Serravalle infatti lo ricordano al volante di un possente Dodge, mezzo pesante residuato bellico dell’esercito americano, con cui trasportava la ghiaia cavata a braccia dal greto della Scrivia ed altri materiali destinati ai cantieri edili e stradali della zona. Nel periodo invernale, quando nevicava, montata una lama spazzaneve, prestava servizio per la pulizia della Camionale, l’autostrada Milano-Genova.

UNA DECISIONE DIFFICILE. IL RITIRO SULLA SOGLIA DEL PROFESSIONISMO

Sul finire degli anni Cinquanta, tra il 1958 ed il 1959, Saturnino si ritirò dalle competizioni ciclistiche, ritenendo che il passaggio al mondo del professionismo, sebbene costituisse – risultati alla mano – un traguardo alla sua portata, non fosse in realtà cosa per lui. Rinunciò al salto per non scendere a compromessi, nonostante la passione per la bici rimanesse immutata. Dopo aver lavorato per un po’ di tempo con il fratello, Agostino aprì una propria officina, in Viale Martiri della Benedicta, poco distante da Piazza Bosio, attività che portava avanti con la collaborazione del suocero, Giuseppe. Successivamente trovo un nuovo lavoro, come operaio specializzato, nei lavori di manutenzione ferroviaria (occupazione che mantenne sino alla pensione). Nel 1963, a Serravalle, si sposò con Elsa Zerbo. Conclusa l’attività agonistica, Saturnino ricevette dal mondo dello sport locale numerose pubbliche attestazioni di stima. Nel 1975, presso la Camera di Commercio di Alessandria il serravallese, fu tra i corridori ed i sodalizi sportivi premiati dall’E.N.A.L.-U.D.A.C.E. (Unione Amatori Ciclismo).38

GLI ANNI OTTANTA. IL RITORNO DELLA “FRECCIA”. LA MAGLIA TRICOLORE

Negli anni Ottanta, il richiamo dell’agonismo rimaneva ancora forte ed Agostino si concesse una seconda carriera. Ritornò a correre in bicicletta, gareggiando nella categoria Veterani, tesserato per una società ciclistica del tortonese, il Gruppo Sportivo Valle Ossona di Villaromagnano, team sponsorizzato da un’azienda locale di mangimi. Una realtà stimolante e gratificante, dove lo stesso patron della squadra vestiva i colori sociali e saliva in sella per correre al fianco dei suoi atleti. La nuova esperienza portò ottimi frutti. Nel 1980, al primo anno di militanza nella categoria Gentleman, riservata ai corridori di età compresa tra 47 e 53 anni, Saturnino riuscì a conquistare il Campionato Italiano C.O.N.I.-U.N.L.A.C. (Federazione Nazionale Cicloamatori). La gara si disputò nell’Alessandrino, a Bergamasco, su oltre 70 km di tracciato:

«…Il percorso… è risultato assai selettivo ed è stato poi reso ancor più duro dalla giornata eccezionalmente calda… La corsa è stata assai veloce (circa 40 chilometri all’ora)… Alla gara partecipavano più di cento corridori in rappresentanza delle diverse categorie. Saturnino ha conquistato in volata il preziosissimo settimo posto assoluto e primo della categoria Gentlemen…»39. Nel vestire l’ambita maglia tricolore, un emozionato Agostino dichiarò: «…Questo titolo nazionale rappresenta per me il traguardo più alto a cui potessi aspirare. Dopo tanti anni di fedeltà al ciclismo, ho ottenuto un risultato di prestigio che mi ripaga ampiamente di tutti i sacrifici fatti per allenarmi coscienziosamente. Dedico il titolo di campione italiano alla mia famiglia che mi ha sempre sostenuto con passione in questo mio grande amore per il ciclismo e spero di riuscire a confermarmi a questi livelli di rendimento ancora per qualche anno…»39.

Agostino Saturnino, con i compagni di squadra della “Valle Ossona”, in pellegrinaggio sportivo a Castellania, al mausoleo dei fratelli Coppi

Abbandonato definitivamente il ciclismo, Saturnino si appassionò al gioco delle bocce. Nel 1982, prese in gestione, con la moglie, il bocciodromo di Serravalle, in Piazza Matteotti: un impianto sportivo che condusse per una decina di anni. Militò anche nella squadra di bocce della Serravallese, disputando diverse gare nei campionati di serie C e D. Nel 1995, in terna con Luciano Picollo e Piero Traverso vinse la Coppa Cariplo, gara valida come selezione per la fase finale del Campionato Italiano di categoria D40. Giunta a disputare il Campionato Italiano la terna serravallese si classificò al terzo posto, vedendo sfumare l’accesso alla finalissima tricolore proprio sul filo di lana.41

Nello stesso anno, in dicembre, Agostino Saturnino si spense, portato via da una breve malattia. Ai funerali, che si svolsero a Serravalle, parteciparono molti volti noti del mondo del ciclismo piemontese degli anni Cinquanta; dirigenti di diverse società ciclistiche, rappresentanti della Federazione Ciclistica Italiana, tanti ex corridori, come i Professionisti Catullo Ciacci (suo compagno di squadra alla Ceat e che aveva corso Giro d’Italia e Tour de France), Stefano Bagnasco, Pietro Morato (già gregario di Coppi), Gigi Baretta, Walter Almaviva, Giuseppe Belli. Questo il riconoscente epitaffio affidato alla stampa da Gian Carlo Armano, riconosciuto cultore e studioso dello sport tortonese, tra i fondatori dell’ Associazione Fausto e Serse Coppi di Castellania: «…Agostino Saturnino… ha dato lustro al ciclismo tortonese…».42 Nel luglio 1996, a Carbonara Scrivia, l’ultimo tributo del ciclismo alessandrino ad Agostino Saturnino. Nel corso di una gara juniores, valida per la selezione Campionato Italiano, venne messo in palio un trofeo intitolato alla sua memoria43.


Si ringrazia la famiglia Saturnino per aver messo gentilmente a disposizione di chi scrive i ricordi e le fotografie che hanno reso possibile realizzare questa biografia.


Fonti giornalistiche:

1 https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3418939;1

2Stampa Sportiva”, supplemento settimanale illustrato de “La Stampa”, del 29 marzo 1955

3https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;2744071;1

4https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;4207651;1

5https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3078550;1

6https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3077154;1

7https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3077135;1

8https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3078256;1

9https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3080055;1

10https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3080158;1

11https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3080055;1

12https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3080055;1

13https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3080055;1

14https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3419011;1

15https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;1749520;1

16https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3080602;1

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38 https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3156845;1

39Panorama di Novi” del 20/09/1980

40 https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;1473454;1

41 https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;3311885;1

42 https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;1749520;1

43 https://www.giornalidelpiemonte.it/dettaglio.php?globalId=giopiens;1480549;1

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