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Salita Cappuccini … ricordi!

Nei primissimi anni ’60: il percorso a piedi in salita con il nonno e qualche volta la mia sorellina (venivamo a piedi dal Lastrico); io con entusiasmo e Ada molto meno andavamo accompagnate dal nonno Ettore all’asilo delle suore. C’erano una favolosa minestra di riso ed il teatrino con i burattini (la figura di un diavolo rosso e nero spaventò tanto Ada che non volle più tornare).

1959 (o 1960?): Asilo “delle suore”, foto di gruppo

Ricordo anche diversi bambini (tal Patrizia Ferrari che aveva l’invidiabile vezzo di scuotere il caschetto di lunghi capelli castani -una mossa che mi sforzavo invano di imitare con il mio taglio corto “a maschietta” sì che lo si scambiava per un mio Tic) e Venanzio Lovece di cui sia Ada che io eravamo “invaghite”… tanto che il pomeriggio a casa cantavamo, parafrasando una canzone in voga di Mina, “Venanzio Venanzio Venanzio ti voglio bene non l’hai capito … Venanzio Venanzio Venanzio tu sei un mostro d’ ingenuità”. E poi le suore, soprattutto Suor Cleofe (dolcissima, ma non sdolcinata, era giovane – o forse giovanile – e simpatica); lei mi aveva fatto fare amicizia con quella ottima minestra di riso il cui odore/profumo dalle 10.30 riempiva le stanze. Mi raccontarono che a mia mamma chiedevo di fare anche la domenica la minestra “col riso come quella dell’Asilo” e una volta che mi si chiese come diamine fosse quella minestra delle Suore, con aria trasognata scandii “una squisitezza” (avevo un lessico forbito!). Nel “cestino” per l’asilo tenevamo una meravigliosa scatola tonda col coperchio di plastica lucida e di colore rosa intenso (che ancor oggi al ricordo mi fa venir l’acquolina), dove mamma metteva il dolce (prelibatezza per me era il “latte dolce”, una crema pasticcera che adoravo mangiare al cucchiaio da quel contenitore così rosa!).

Cristina Molinari

E poi ancora la Salita Cappuccini a scuola, in seconda (credo ‘64/’65) arrivando sotto i platani con il pullmino di Alfio che veniva da Stazzano e raccoglieva chi abitava in quel tratto. Mi SEMBRA di ricordare nettamente: a Stazzano salivano, mi pare, Fulvio (occhi azzurri e capelli cortissimi, con la mamma ostetrica?), Ezio e Daniele Cipollina; poi Gianni Costa, che allora abitava in via Dante Alighieri verso “la Nave”, vicino ad un mio amico di primissima infanzia Mario Dandria; al Lastrico costoro erano già sul pullmino quando salivamo (prima solo io, poi l’anno successivo anche Ada); non sono certa che ci raggiungesse anche Cristina, la ricciolina mia cugina e anche compagna di classe nonché sorella di Antonio. L’ultima tappa prima del ponte era per “caricare” Maura e Mauro Benzi.

Ada e Anna

Siccome a cinque anni con passione avevo già imparato a leggere e a scrivere (è un ricordo entusiasmante: “Non è mai troppo tardi “ di Alberto Manzi: una trasmissione tardo pomeridiana per contrastare l’ancora diffuso analfabetismo ed un insegnante, il miglior maestro che abbia conosciuto – pur tra i molti bravissimi – che con estrema dolcezza e calma e pazienza insegnava avvalendosi di una lavagna nera con un gesso bianco e un cancellino e poi di un foglio bianco di album su cui scriveva in corsivo sotto la luce di una lampada da tavolo ….) i miei genitori – ma soprattutto lo zio Nini! – pensarono opportuno farmi “saltare” la prima classe. Concordammo con la f.f. direttrice nonché mia insegnante maestra Moratti e nell’autunno ’64, dopo aver superato uno scrutinio a giugno, iniziai la seconda elementare. Quante cose! Un giorno che senza preavviso non c’era scuola e né i genitori né Alfio erano avvertiti, mi trovai a far comunella con Ezio (di cui non ricordo il cognome e non sono neanche certa del nome, ma che mi stava MOLTO simpatico ed era venuto già qualche volta a giocare a casa) e per dimostrarci di essere autonomi e in gamba a non voler disturbare alcuno ce ne tornammo a casa a piedi…. Quanta emozione non tanto ad attraversare Serravalle, ma a percorrere il ponte sulla Scrivia che ci pareva rischioso…. ci eravamo presi per mano con la cartella nell’altra… una Avventura che ci univa molto!

In aritmetica , che poco mi piaceva, imparavo poco. Ma in italiano ebbi una formazione eccellente!: la maestra, in qualità di direttrice ( o vice o semi …?), stava molto tempo fuori classe: quasi quotidianamente ci dava un componimento per compito a casa poi la mattina successiva ritirava i quaderni e già la mattina dopo li riportava arricchiti di segnacci rossi, di correzioni e di consigli; ero bravina, ma non mi si risparmiavano le correzioni in rosso! E davvero ne ho fatto tesoro (quanto ho imparato!). Quando poi nelle festività natalizie della terza classe elementare dovetti cambiare scuola e paese per trasferimento di abitazione, nella nuova classe dovetti andare per un mese a ripetizione di aritmetica giacché i miei compagni erano già alle equazioni; ma in italiano da subito fui la migliore e tale rimasi fino a tutte le elementari, medie e quarta ginnasio.
Ricordo solo vagamente l’aula (mi pare piccola) e la classe (mi pare con compagne aggressive) in cui passai i giorni dello “scrutinio” di seconda… Ma l’aula in cui iniziai la terza era grande e con finestre da cui entrava molta luce e vicino alla cattedra c’era (forse) un pianoforte ….

Evidentemente in quegli anni a Serravalle era molto in uso il nome Patrizia (su 23 in classe 4 avevano nome Patrizia: Patrizia Austa mia compagna di banco, Patrizia Saffo, con una bella faccia chiara e che aveva il nome di una ditta mi pare verso Vignole, Patrizia Bottazzi e Patrizia Venturato. Tra le più scalmanate Teresa Colopi e Anna Rollo, che temevo ma mi affascinavano: tuttora mamma ricorda che al rientro da scuola non facevo che raccontare le imprese de “la Rollo e la Colopi”. Poi: Donatella Barbagallo (con le trecce e gli occhiali, due sorelle grandi del “giro” dei miei cugini, con la quale mi incontrai una volta in montagna a Capannette) mi sembra tranquilla e sapiente e Cristina Molinari (ricciolina, cugina, dinamica, sportiva e schietta).
Mi era dispiaciuto tanto il distacco dall’Asilo delle suore (l’ampio piazzale antistante con alberi e la scala di pietra….: chissà quanto nei ricordi c’è di vero o di sognato…?) e mi è dispiaciuto tantissimo il distacco (non fisiologico, a fine ciclo, ma del tutto personale per problemi familiari e che mi appariva fortemente ingiusto) da quella scuola a metà della terza elementare.

Un pensiero su “Salita Cappuccini … ricordi!

  • Fortunj MALERBA GALLISTL

    Anch’io ho un bellissimo ricordo di Suor Maria Cleofe!

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