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LA VIA POSTUMIA E LA TAVOLA DI BRONZO DELLA VAL POLCEVERA.UN AGGIORNAMENTO – Presentazione del volume a Isola del Cantone

Verrà presentato VENERDÌ 27 GIUGNO alle ore 17 a Isola del Cantone, presso Il Museo Archeologico Alta Valle Scrivia il volume “LA VIA POSTUMIA E LA TAVOLA DI BRONZO DELLA VAL POLCEVERA.UN AGGIORNAMENTO”, con scritti di Davide Canazza, Ennio Cirnigliano, Sergio Pedemonte e Ivan Repetto.
Gli autori, nell’invitarci al dibattito, ci offrono questa presentazione dell’opera.

Uno degli errori in cui più sovente ci si imbatte quando si ha a che fare con la storia antica e le
scienze archeologiche è quello di attribuire a uomini e donne del passato pensieri e mentalità
di oggi, finendo per trasportare indietro problemi e mondi concettuali contemporanei. Errore
il quale, in quanto premessa mal posta, non fa che allontanare sempre più dalla comprensione
dei fenomeni analizzati, sino a giungere a quel vero e proprio parossismo che è la teleologia
storica, ossia l’idea per cui ogni pensiero ed azione del passato fossero ab origine finalizzati
alla costruzione del futuro che ne seguì.
Esempio principe di tale tendenza, non scevra da ideologismi deteriori, è l’idea della missione
civilizzatrice di Roma presente in nuce già dagli albori del suo sviluppo e consolidatasi
durante i due secoli successivi alla vittoria di Zama, secondo una narrazione figlia, in realtà, di
una precisa volontà politica storicamente data quella della propaganda augustea di cui
l’Eneide fu l’apice.

Un tratto della Postumia, presso Libarna

Senza addentrarci troppo in esempi che potrebbero fuorviare rispetto alle tematiche del
presente studio, non possiamo tuttavia non rammentare, al fine di evitare gli errori testé
enunciati, l’importanza di quella che Jacques Le Goff chiama storia della mentalità, ossia lo
studio del mutare diacronico dei modi di pensare in quanto sovrastrutture a valle delle
strutture economiche. Non esiste, se non in rari casi, un ovvio eterno e metastorico: ciò che a
noi pare scontato poteva non esserlo anche solo mezzo secolo fa, così come ciò che mezzo
secolo fa pareva scontato non lo è più per noi oggi; a maggior ragione, più ci si allontana dal
presente, più occorre servirsi degli strumenti dell’antropologia, dell’etnologia, della psicologia
al fine di entrare il più possibile negli inconsci collettivi altri e nei modi di pensare altri.
Volendo sintetizzare un filone di ricerca, la viabilità antica va studiata attraverso:
 la morfologia e i reticoli idrografici anche in base alle variazioni subentrate nei
secoli;
 l’utilità militare;
 la convenienza economica che sceglie le modalità di trasporto;
 la tipologia di occupazione antropica del territorio;
 i ritrovamenti archeologici;
 la toponomastica;
 le fonti scritte (anche medievali e moderne);
 la politica;
 la sicurezza da rapine e sequestri.

L’insieme di questi fattori, di cui nessuno è più importante di un altro, può suggerirci un
tracciato la cui sola conferma sarebbero miliari, cippi, lapidi, fondo stradale, resti di edifici per
la sosta, ponti e muri che invece troppe volte mancano.
A ciò si aggiunga che il fattore clima non rivestiva una soverchia importanza nella scelta dei
percorsi: la Via Postumia venne aperta in quella fase di Optimum climatico che arriverà fino al
V-VI secolo dopo Cristo. La pregiudiziale per cui il valico della Bocchetta (772 m) o quello del
vicino Pian di Reste debbano essere scartati a causa di un difficile accesso nei mesi invernali
non regge all’evidenza dal momento che il 1585, termine dei lavori della strada carrabile, si
colloca nella Piccola Era Glaciale: nel suo diario, Giulio Pallavicino racconta che l’anno
successivo, a causa della gran neve che bloccava i passi appenninici intorno a Genova, in città
si moriva addirittura di fame, dimostrazione che anche i valichi più bassi erano in crisi
Le strade importanti, inoltre, da sempre, hanno punti di sosta attrezzati per il cambio degli
animali, la ristorazione, i rifornimenti, la protezione, lo svago e sono quindi le tracce più
visibili di un itinerario.

Gli autori esaminano pertanto nel loro studio i valichi della Bocchetta, dei Giovi, della Vittoria
e di Crocetta d’Orero, confrontando le affermazioni di almeno 20 studiosi dal secolo XIX a oggi,
applicando nuove forme di ricerca come la funzione Least Cost Path che appresenta lo
strumento comunemente più impiegato per la ricostruzione della viabilità del passato.
La Prefazione al volume è stata redatta dalla prof.ssa Marinella Pasquinucci, ex docente di
Archeologia Subacquea all’Università di Pisa.

INDICE DEL VOLUME
Introduzione (Ennio Cirnigliaro, Sergio Pedemonte)
La rete consolare romana e gli itinerari secondari della Postumia occidentale: il caso
dell’Appennino Ligure (Ennio Cirnigliaro)
Itinerari storici in Valle Scrivia e località vicine (Davide Canazza – Ennio Cirnigliaro – Sergio
Pedemonte)
Qualche precisazione sulla Tavola di Bronzo della Val Polcevera (Sergio Pedemonte)
Le vie Postumia. Nuove proposte e ipotesi consolidate (Ivan Repetto)

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