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Presentazione ad Arquata de LE STAGIONI DI CHIEKETÈ (e uno scritto di Giuseppe Cavo Dragone)

Continuano le presentazioni de  LE STAGIONI DI CHIEKETÈ, il nuovo volume della nostra associazione dedicato alla storia, all’arte alle tradizioni, all’ambiente dell’Oltregiogo.
l libro, che consta oltre 300 pagine, che contiene scritti di oltre 40 autori ed è impreziosito da un ricco repertorio iconografico, è pubblicato grazie a una nuova partnership tra le Edizioni Chieketè e le edizioni Joker; lo si può trovare nelle librerie del novese e sui principali store online.
La prossima presentazione sarà ad Arquata Scrivia, mercoledì 23 luglio alle 21, in piazza Bertelli, con l’evento “Fra la via Postumia e il West” (lasciamo agli appassionati di musica e di cantautori la decifrazione dello strano titolo).
Organizzano il Comune di Arquata Scrivia e Chieketè. Sarà una serata di racconti e di musica, alla presenza degli autori arquatesi Claudio Balostro, Davide Canazza, Enrico Debenedetti, Patrizia Ferrando, Edoardo Morgavi, Francesca Tamburini.
La nota attrice Federica Sassaroli leggerà alcuni estratti del libro, fra cui il testo dell’ammiraglio Giuseppe Cavo Dragone, unico autore arquatese assente per comprensibili impegni istituzionali. La parte musicale sarà invece affidata a Davide Canazza. Alla fine, gli autori rimarranno a disposizione del pubblico per autografare le copie del volume.
Invitandovi alla serata, vi proponiamo qui sotto, in anteprima, proprio lo scritto di Giuseppe Cavo Dragone.
Qui potete leggere l’indice del volume (Redazione Chieketè).

FORMIDABILI QUEGLI ANNI (Giuseppe Cavo Dragone)
I


“Ma è mai possibile? A mia memoria non ricordo di aver fatto un tema soltanto definibile decente, in tutti i cinque anni del liceo: “fuori tema”, “sgrammaticato”, “troppo breve”, “esiste anche il congiuntivo”, erano parte delle belle valutazioni che, con sudore contenuto, guadagnavo giorno dopo giorno.
E ora mi tocca farne uno o giù di lì…

Allora, se proprio devo, sarà meglio inventarci un titolo (oggi credo venga definito “traccia“, che però ai nostri tempi credo fossero quelle che seguivano gli indiani per gli agguati e lunghi coltelli… Erano film western che, se non ricordo male, potevano capitare lunedì sera, dopo carosello).

Dicevamo, il titolo. 
Ho pochi dubbi, scelgo “formidabili quegli anni“.
Lo so, lo so: è un titolo rubato ad un autore col quale non condivido nulla, ma che mi è simpatico. 

Solitamente quando si vivono delle belle esperienze, delle belle avventure ci se ne rende conto dopo, e non di rado salta fuori qualche piccolo rimpianto per i tempi andati, magari non ce li siamo gustati ben bene.
Il mio quinquennio è il  ‘71-‘76 e io credo che la nostra fortuna sia stata quella di vivere quegli anni, tutto sommato, in una turbolenza controllata: ricorderemo tutti che nelle grandi città Milano, Roma, Torino la gioventù si scontrava aspramente in un confronto politico duro e pesante.

Novi Ligure – Il Liceo-Ginnasio “Andrea Doria”

Noi, nel nostro liceo “Andrea Doria” (…e poi qualcuno mi spieghi come c…. siamo stati fagocitati dall’Amaldi) circondato da una cittadina che sapeva di cioccolato (credo che anche questo abbia aiutato a stemperare i toni) effettivamente ci confrontavamo: ci era stata concessa l’assemblea periodica (palestra con pavimento di linoleum verdino), non ricordo toni aspri o comportamenti fuori dalle righe, anche perché la partita di calcio/calcetto (nelle quali in genere toccava stare a turno in porta) del pomeriggio, ovviamente, dal punto di vista politico era molto, ma molto più importante.

Rodolfo Strumia nella sua casa di Genova (2025)

Per non parlare poi del reclutamento e successiva formazione (non nel senso formativo di crescita, solo “chi-fa-che-cosa”) in preparazione della partita di rugby Classico-Scientifico (non è in ordine alfabetico): anche questo, un appuntamento con il nostro destino, ineludibile.
Poi ci sono i mille aneddoti su cui  ciascuno di noi potrebbe scrivere per ore e ore, ma penso debbano rimanere teneramente nei cuori di ciascuno di noi.

E poi ci sono i Professori, con i loro nomi veri o di battaglia conquistati sul campo: Strumia (non dava insufficienze), Baffino (che voleva, ma non riusciva ad essere severo e secondo me rideva sotto i baffi), la Ciospa (che mi ha perdonato un episodio non raccontabile), la carissima Bonicelli (che dopo mille anni, prima che lasciasse la vita, sono riuscito a fatica a chiamare Olga).

Onestamente credo di poter dire che la nostra generazione abbia vissuto alla grande.
Basti pensare che proprio noi abbiamo vissuto – ooops🤟 – STIAMO vivendo OTTO decadi diverse, DUE secoli diversi, DUE millenni diversi…
Ma quale altro titolo potevo scegliere…?”

FINISCE

Un pensiero su “Presentazione ad Arquata de LE STAGIONI DI CHIEKETÈ (e uno scritto di Giuseppe Cavo Dragone)

  • Bellissimo testo e ti chiamavamo Pinino!

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