Antifascisti e partigianiCadutiDizionario

BERGAGLIO, Enrico

Enrico Bergaglio (di Lorenzo Bergaglio e Maria Lavagetto / Stazzano, 4 gennaio 1903 / Villanterio, Pavia, 12 settembre 1944)

Contadino, operaio, portiere, vigile urbano, carabiniere, partigiano, caduto della Lotta di Liberazione.

Enrico Bergaglio

Bergaglio Enrico, nacque a Stazzano (AL), il 4 gennaio 1903, figlio di Lorenzo Bergaglio, agricoltore e di Maria Lavagetto, casalinga. Terminò gli studi elementari. Nel 1922 si arruola come volontario in ferma triennale nell’Arma dei Carabinieri. Terminata la formazione, in ottobre viene destinato in servizio alla Legione di Alessandria, in qualità di Carabiniere appiedato, presso il Battaglione Autonomo Alessandria, alle cui dipendenze rimane per tutto il periodo. Nel 1925, concluso il suo periodo di servizio, venne posto in congedo illimitato provvisorio, con annotazione di aver servito con fedeltà ed onore, tenendo buona condotta. Pertanto fu ascritto nella forza in congedo dell’Arma del Distretto Militare di Voghera. Tornato agli abiti civili, nel 1931 si trasferì a a Serravalle Scrivia. Diversi furono i mestieri cui si dedicò nel corso della sua vita: contadino ed operaio, poi addetto alla portineria e vigile urbano. Nel settembre del 1936, arruolato per le esigenze belliche dettate dalla Seconda Guerra Italo – Etiopica, Bergaglio tornò a vestire gli abiti militari e venne posto a disposizione della Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale, 128° Battaglione Camicie Nere – 202° Legione di Perugia, ed imbarcato per l’Africa il 28 ottobre 1936. Preso il mare dal porto di Napoli alla volta delle colonie italiane d’oltremare, sbarcò a Massaua, in Eritrea, il 4 novembre 1936. il 15 maggio 1937 viene smobilitato e collocato in congedo in colonia a Dessiè, città dell’Etiopia centro-settentrionale, situata nella Regione degli Amara. Il 10 giugno 1940, l’Italia dichiarò guerra alla Francia ed alla Gran Bretagna. In quelle ore cruciali per il destino della Nazione, Bergaglio come numerosi altri giovani della sua leva venne richiamato alle armi e nuovamente posto alle dipendenze della Legione Carabinieri di Alessandria. Si può ben ritenere che, successivamente, egli prestò servizio presso la Compagnia dei CC.RR. di Tortona.

Nel vorticoso dispiegarsi delle tragiche conseguenze dell’Armistizio dell’8 settembre 1943, il carabiniere stazzanese (ritratto nella foto a lato, tratta dal sito web www.anpiserravallescrivia.it) non accettò di servire la Repubblica Sociale Italiana – sorta dalle ceneri del fascismo e sostenuta dalle armate dell’occupante tedesco – rifiutando di passare alla Guardia Nazionale Repubblicana la milizia di partito voluta da Mussolini ove fare confluire i Carabinieri e la M.V.S.N. Il giovane stazzanese decise di aderire alla Resistenza, nelle fila dei reparti costituitesi nella zona del vicino Pavese. Partigiano in forza alla Brigata Giustizia e Libertà “Rosselli”, “Fiamme Verdi”, formazione attiva in Lombardia, perse la vita in occasione di un combattimento con la Brigata Nera, il 12 settembre 1944, a Villanterio (PV). Fatto prigioniero dai fascisti, molto probabilmente ferito gravemente nel corso dello scontro a fuoco col nemico, venne infine portato all’Ospedale San Matteo di Pavia, ove nulla fu possibile fare per salvare la sua vita ed ove in serata spirò.

La formazione partigiana di cui fece parte Enrico Bergaglio venne costituita nell’inizio del novembre 1943 in terra lodigiana. Un reparto di orientamento cattolico aggregatosi alla Brigata Giustizia e Libertà “Rosselli”. Inizialmente i combattenti G.L. si impegnarono nell’assistenza e nell’occultamento di prigionieri Alleati e dei perseguitati dal Regime, nel reperimento di armi e munizioni, nella propaganda clandestina a mezzo stampa, nella raccolta e trasmissione d’informazioni. Dopo alcuni mesi la “Rosselli” si strutturò ulteriormente grazie all’aggregazione di forze nuove, in particolare militari, sottufficiali ed ufficiali dei Reali Carabinieri sbandati, la cui attività venne così ricostruita da Enrico Fogliazza, Guglielmo Agosti e Mario Coppetti, nel volume “I cremonesi nella Resistenza”: «…giunsero a costituire la forza di una compagnia, e fu specialmente utilizzata per il servizio informazioni, per l’assistenza agli sbandati e per il controllo del traffico nazifascista su strade e fiumi. Le squadre provinciali, raggruppate in tre zone, impiegate in atti di sabotaggio e facilmente spostabili, raggiunsero il numero di dodici. Numerosissime furono le azioni in cui esse venivano impiegate: atti di sabotaggio, disarmo di pattuglie, assalto a depositi nemici, interruzione di linee di comunicazione, guasti ad automezzi. Si intensificarono frattanto i contatti con i reparti partigiani operanti nelle valli piacentine, parmigiane, bergamasche e bresciane che venivano riforniti di uomini ed i mezzi. La prima eroica vittima, cadeva in uno scontro con un reparto della G.N.R. in Villanterio di Pavia, il carabiniere Enrico Bergaglio…». Nel 1951 gli venne concessa la Croce al Merito di Guerra.

Enrico Bergaglio lasciò la moglie, Felicina Bianchi. La salma fu tumulata nel cimitero comunale di Serravalle.

Fonti:

Foglio Matricolare di Enrico Bergaglio, Archivio di Stato di Alessandria.

Comunicazione n. 5/29-25 di prot. del 16 settembre 1947, Legione Territoriale Carabinieri Alessandria – Ufficio Assistenza, Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri, Direzione Beni Storici Documentali, Archivio Storico, Roma.

Enrico Fogliazza, Guglielmo Agosti, Mario Coppetti, “I cremonesi nella Resistenza”, Anpi Cremona, Amministrazione Provinciale di Cremona.

Archivio storico del Comune di Pavia, Archivio storico del Comune di Serravalle Scrivia.

Immagine in evidenza: Catalogo Generale dei Beni Culturali

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