Serravalle Libarna
Nell’estate del 1937 Serravalle Scrivia muta il proprio nome in Serravalle Libarna. Di per sé non è il nuovo nome che infastidisce ed anzi qualcuno in paese lo ha riproposto più volte, senza nostalgie per il ventennio fascista. Libarna completa il nome del paese, non solo per la vicinanza geografica dell’antica città, ma per ragioni storiche che, dalla sua riscoperta ottocentesca, appaiono difficilmente confutabili. Tuttavia il percorso voluto dal regime fascista, intrapreso nel 1936 poco dopo la proclamazione dell’impero, nella ricerca spasmodica di rivivere i fasti dell’Impero Romano, rende l’operazione indigesta a molti, in virtù dell’accento estremamente polarizzante, specie ora che la memoria di certi orrori sembra purtroppo sbiadirsi. Certo un’operazione simile sarebbe interessante all’interno di un percorso di approfondimento storico, di valorizzazione e di fruizione del sito archeologico a sua volte inserito in una rete turistico culturale estesa. Al momento non è così, tuttavia, all’interno di questa altra prospettiva, effettivamente complessa da realizzarsi, la riterrei una proposta interessante. Finita guerra, i suoi orrori, il suo abisso senza fine, i serravallesi vollero cancellare ogni segno che potesse loro ricordare la dittatura appena sconfitta e Scrivia ritornò al suo posto, accanto a Serravalle. A testimonianza di quell’evento si riportano i titoli di due giornali diversi. Il primo è il Corriere di Alessandria, organo di stampa del fascismo in provincia.
I caratteri sono marcati mentre in altre testate la notizia è graficamente meno evidente.
L’auspicio è che si creino le condizioni per poter affrontare il tema con la necessaria chiarezza.
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