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Il mio primo ritiro spirituale

di Marco De Brevi

Sacrestia della Parrocchia SS Martino e Stefano di Serravalle Scrivia

    La sacrestia della parrocchia, come ho già accennato nelle pagine precedenti, sembrava proprio la fotocopia, in formato leggermente ridotto, di quella della Collegiata di Novi.  L’immancabile tavolone scuro, in autentica noce nazionale, era al centro e degli armadi dello stesso legno erano accostati ai quattro muri perimetrali. Sicuramente dovevano custodire messali, calici ed i vari oggetti di culto previsti dalla liturgia che venivano cambiati a seconda del calendario o delle funzioni che avrebbero potuto essere più o meno solenni. In quello dalle ante più alte probabilmente erano riposte le  casule, le pianete ed i piviali suddivisi in base ai colori e dalla pregevolezza. Dei grandi quadri erano appesi alle pareti e, come voleva la consuetudine che faceva contraddistingue dagli altri i quadri provenienti da chiese, erano stati ingialliti e resi scuri da una patina  generata dal fumo delle candele e degli incensi. Dal soffitto scendeva una lunga catena che reggeva il lampadario a più braccia da cui pendevano le gocce di cristallo di Murano.

Sacrestia della Parrocchia SS Martino e Stefano di Serravalle Scrivia

     Noi giovani, ubbidienti alle raccomandazioni fatte da don Lino, attraversata con gran raccoglimento la navata, eravamo entrati nel salone adiacente al presbiterio e ci eravamo seduti intorno a quel tavolo in religioso silenzio consci dell’importanza della riunione. L’attesa non era stata lunga perché, in perfetto orario, dalla porta che comunicava con l’altar maggiore erano entrati due giovanotti in abito scuro.

     Era la prima volta che ci capitava di vedere dei preti in clergyman, il nostro “don” più volte i aveva confidato che per nulla al mondo si sarebbe fatto vedere senza la tonaca! Era entrato anche lui ma era rimasto solo per il tempo necessario a fare le presentazioni, aveva preferito andare in chiesa a sedersi davanti all’altare maggiore per leggere il breviario e per recitare qualche rosario. Anche se non avrebbe gradito di essere definito un conservatore, non condivideva certo modernismi di cui andavano fieri certi giovani sacerdoti che osavano definirsi figli delle riforme volute dal Concilio Ecumenico. Lui non si era mai permesso nemmeno di desiderare di imparare a fumare, quando si vedeva costretto a parlare con una signora riteneva fosse un segno di educazione abbassare gli occhi, forse voleva evitare di provare anche un minimo di attrazione,ma non riusciva ad evitare di arrossire.

Uno di quelli che diceva sapere sempre tutto, ci aveva confidato che, per scacciare i cattivi pensieri, qualche volta indossava persino una sorta di cilicio e che era ancora un seminarista quando aveva giurato solennemente a suo padre che mai avrebbe sostituito l’abito talare con la  giacca ed i pantaloni! In estate portava i ragazzi in montagna, nella Casa Alpina di Antey e persino quando li accompagnava  sui sentieri  non toglieva il tonacone nero  e nemmeno sostituiva  triregno con un cappellino qualunque. Una sola volta aveva osato infilare dei pantaloni alle zuava e una camicia di flanella a quadri, la fotografia che gli era stata scattata era diventata una sorta di  arma segreta che noi ragazzi usavamo per fargli dire sì a qualche nostra richiesta un poco azzardata, aveva il terrore che la mostrassimo in pubblico!

Antey S. André (Val Tournanche)

     I due sacerdoti senza timore di essere sentiti, dopo che se ne era andato, avevamo avevano parlottato tra loro:

–     Meno male che è andato in chiesa, certi discorsi lui non li sopporta proprio. Tutte le volte cerca di farci cambiare argomento ci interrompe in continuazione e poi per farci sentire in colpa si va a sedere in un angolo e recita il rosario!

   Il più basso dei due sacerdoti aveva dato il via al nostro ritiro spirituale facendoci recitare un Pater, un Ave ed un Gloria e subito dopo  si era acceso una seconda Nazionale Esportazione. La riunione stava proprio prendendo la piega che mi ero augurato  prendesse. Nessuno di noi si sarebbe mai permesso di fumare in sacrestia, secondo la vecchia tradizione popolare avrebbe commesso certamente  un piccolo sacrilegio, noi sapevamo che l’unico fumo ammesso nei luoghi sacri era quello che usciva dal turibolo.

– Il Concilio Ecumenico ci ha insegnato tante cose, avete notato che ora l’altare  è rivolto verso i fedeli, l’officiante non vi dà più le spalle e dialoga con voi. Devo farvi un raccomandazione, al momento della Comunione dovete accostarvi tutti all’altare per comunicarvi, non è solo il sacerdote officiante che deve partecipare alla Mensa del Signore, fate in modo che tutti i fedeli  si accorgano che state masticando l’ostia e che l’avete potata alla bocca tranquillamente con le vostre mani.

    Il più alto aveva impostato la sua lezione su rapporti che dovevano intercorre tra religione cattolica ed i fedeli ed aveva ribadito alcuni concetti con esempi pratici per poi dare alcune raccomandazioni che in un primo momento ci erano sembrate  azzardate e poco adatte nel corso di un ritiro spirituale.

–     Ragazzi, voi state vivendo il momento delle scoperte, delle prime esperienze e… diciamocelo pure, anche dei primi pruriti. E’ del tutto normale che sentiate la necessità di sapere che cosa si prova nel conoscere, nel frequentare  e nell’amoreggiare con una ragazza. Ricordate sempre che l’amore è un dono che ci ha fatto Dio, per cui, per quale motivo dovrebbero commettere un peccato un ragazzo ed una ragazza che si amano se sentono il bisogno di stare vicini e sentono il bisogno di dimostrarlo l’uno all’altra? Odiare, maltrattare i deboli, sfruttare il prossimo per il proprio tornaconto, questi sono i peccati che, se li commettete, dovete correre a confessare.

      Il più piccolo aveva  concluso  con:

     – Sono contento che abbiate in progetto di organizzare delle conferenze sull’Educazione Sessuale, agli esperti che verranno a dissipare i vostri dubbi ed a sfatare certe credenze popolari, non abbiate timore di chiedere quali sono i metodi anticoncezionali tollerati dalla Chiesa.

Concilio Vaticano Secondo

Ricordate sempre che se fare l’amore fosse veramente un peccato, Dio per procreare ci avrebbe dato un modo diverso. Mi era venuta spontanea una considerazione: se quello che stavo  sperimentando era lo standard di Ritiro Spirituale conosciuto dai giovani di Azione Cattolica, ci sarebbe stato da augurarsi che ne venisse organizzato almeno uno ogni quindici giorni, naturalmente con sacerdoti di quel genere. Non appena si erano allontanatiti in nostro don si era messo a scuotere il capo in segno di dissenso e sembrava volesse dirci:

–   Questi fervori rivoluzionari che hanno contagiato gli studenti, hanno infettato anche i giovani sacerdoti; il tempo li farà smorzare e li discioglierà nel nulla,  le cose riprenderanno il  cammino nella giusta direzione, quella stessa che ha portato a crescer la Chiesa

      Quei due sacerdoti non si erano più fatti vedere, erano poi circolate delle voci che uno di quelli aveva tolto l’abito talare, era andato ad insegnare in un Liceo e contemporaneamente aveva assunto l’incarico di Segretario di un Partito di estrema sinistra. L’altro lo avevo ritrovato, molti anni dopo, in una chiesa di Novi, di cui  era stato nominato parroco e la sua omelia aveva rispettato la giusta direzione.


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