Antifascisti e partigianiDecorati al Valore MilitareDizionario

CAVO, Pietro

Esercente, Partigiano, Medaglia d’Argento al Valore Militare.

Pietro Cavo (Stazzano, 8 agosto 1924 / Alessandria, ? 1982).

Pietro Cavo nacque l’8 agosto 1924 a Stazzano (AL), figlio di Giovanni Battista Cavo e di Federica Mongiardini. Contadino, autista. Durante la guerra, arruolatosi nella Pubblica Sicurezza, con il grado di agente, dal 20 ottobre 1944 si unì alla Resistenza. Partigiano combattente, con il nome di battaglia di “Zeta”, Cavo militò nella Divisione “Pinan – Cichero”, in forza alla 58° Brigata “Oreste”: dall’1 novembre 1944 con il grado di Sergente, con incarico di Capo Nucleo; dal 1 gennaio 1945, con quello di Sotto Tenente, quale Commissario del Distaccamento “Nino Franchi”, fino al 30 aprile 1945. (A sinistra, lapide commemorativa presso il Municipio di Stazzano)

Nel dicembre del 1944 Pietro Cavo venne catturato dai nazifascisti. Tradotto alla “Casa  dello Studente”  di  Genova, sede delle S.S. del capoluogo ligure, lì venne sottoposto  ad  atroci  torture mirate a costringerlo a rivelare informazioni sull’organizzazione  partigiana in  Val Borbera. Come ricostruito in un articolo pubblicato dal periodico “Il popolo di Novi” del 24 aprile 1983: «…In quei tragici giorni di prigionia nel capoluogo ligure ebbe come compagno anche il serravallese Mario Roberto Berthoud, staffetta partigiana, catturata… e torturata a morte dai nazisti. Nel marzo 1945 fu scambiato con un ufficiale tedesco caduto nelle mani dei partigiani, a Villa Caffarena di Serravalle Scrivia. Pietro Cavo volle tornare in montagna con i suoi compagni, ma per molti mesi fu costretto all’inattività per le ferite riportate…».

Scheda personale della Commissione per il riconoscimento degli uomini e delle donne della Resistenza, tratta da www.partigianiditalia.beniculturali.it:

Nel Dopoguerra Pietro Cavo si dedicò con successo al mondo del commercio. Nel 1953 si trasferì a Serravalle Scrivia, dove si sposò con Luciana Canuto. Ebbe due figli, Paolo e Clara. Fu apprezzato dirigente delle nota catene di supermercati “Vegé” e “Gulliver”.

Nel 1980 l’attività partigiana di Pietro Cavo (ritratto nella foto in alto, estratta dal periodico “Il popolo di Novi” del 24 aprile 1983) venne riconosciuta con la concessione della Medaglia d’Argento al Valore Militare, recante la seguente motivazione: «…Fervente Patriota dava tutto se stesso per infondere, con la parola e con l’esempio, lo spirito combattivo ai Patrioti valligiani. Ideatore e realizzatore di audaci azioni contro il nemico si distingueva per intraprendenza, coraggio e fede patriotica. Il 15 dicembre 1944 in località Lemmi, nel tentativo di rimettere in collegamento il suo reparto con il Comando di Brigata, veniva attaccato da numerosi avversari. Catturato e sottoposto a crudeli torture nulla rivelava che potesse nuocere alla causa partigiana. Liberato per scambio di prigionieri riprendeva la lotta contro il nemico, partecipando ardimentosamente alle azioni finali della guerra di Liberazione…».

Nel 1982 Pietro Cavo morì prematuramente, a soli 58 anni, spento all’ospedale di Alessandria, per una grave malattia. Il 25 aprile 1983, con una pubblica solenne cerimonia, venne inaugurata una targa commemorativa a lui dedicata, affissa nell’atrio del Palazzo Municipale della natia Stazzano.