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Via Berthoud (Via Maistra)

Tratto (in parte) da E’ Buzardéin ’d Seravale del 1996, realizzato da Croce Rossa Italiana, sottocomitato di Serravalle, Pro Loco e Associazione Commercianti e Artigiani.

Come riportato dalla seguente delibera consiliare, susseguente a quella della Giunta Popolare datata 5 maggio 1945, vi furono alcuni cambiamenti nella toponomastica serravallese: Piazza del Municipio divenne Piazza II Risorgimento e Piazza Porta Genova fu ribattezzata Piazza XXVI Aprile (giorno della Liberazione di Serravalle).

Archivio Mauro Persano

Inoltre la via principale che, come si può osservare nello stesso documento, dal 5 maggio 1945 prese il nome di Via Berthoud (fino al 1944 fu Via Umberto I° in memoria del Re ucciso il 28 luglio 1900 a Monza, con un colpo di pistola dall’anarchico Gaetano Bresci e, successivamente, via Ettore Muti quando Serravalle, sotto l’occupazione nazi fascista, venne amministrata dalla Repubblica di Salò), in dialetto porta appunto il nome di Cuntrò Maistra, prendendo questa denominazione quando ha affiancato la via Superiore nello smaltimento del traffico fra Genova e la Pianura Padana. Ciò e avvenuto presumibilmente nel sec. XVI, quando la Via Superiore è stata chiusa da un lato con la costruzione del Convento degli Agostiniani.

Via Berthoud oggi. Foto di Antonio Santopietro

Divenne allora via principale la strada sita più in basso, direttamente confluente, verso sud, verso le vie per Genova (erano due: la strada di Valle Scrivia che procedeva verso Arquata e di lì verso l’Appennino, e la strada della Crenna che, poco prima di Libama, si staccava salendo al colle omonimo e procedeva verso Gavi e oltre. Verso nord, invece, comunicava con Via Molino che immetteva al Gambarato, dove si dipartiva un ventaglio di strade dirette: a Tortona (via dell’Imperatore), a Cassano, che si raggiungeva guadando la Scrivia verso la cella di San Bartolomeo, a Pozzolo (la Stradella), a Novi (pur non essendo l’attuale percorso) e a Monterotondo (strada della Marana).
Non era una strada rettilinea, anzi presentava molte irregolarità, essendo più stretta in alcuni tratti, specie nella parte più antica dell’abitato e più larga in altri. Solo nel 1820-21 fu ‘rettilineizzata quando dovette diventare la traversa interna della nuova arteria voluta dal Re Carlo Felice che univa più speditamente Torino a Genova. Ciò significò, in concreto, l’abbattimento di alcune facciate e la demolizione parziale di alcune case in modo da rendere meno curvilineo e pressoché di eguale larghezza il percorso. Furono infatti arretrate le facciate delle abitazioni lato monte, da Porta Genova a Piazza della Chiesa, lato valle da quest’ultima a Via Romana e ancora lato monte da Via Romana alla Piazza del Monumento. Da allora non ha subito sostanziali modifiche; oggi è asfaltata, ma prima era lastricata con pietroni di lava che vennero intagliati per consentire ai cavalli una presa maggiore: su ogni lastra furono apportate strisce a scalpello cosicché l’attrito fosse maggiore.

Via Berthoud. Disegno di Luigi (Gigino) Ferrari

All’epoca della rettilineizzazione fu condotta la nuova strada per Novi, l’attuale; da allora è presente il tratto che, prima denominato Viale Duca d’Aosta, divenne poi Viale Marconi nel 1944, durante la Repubblica di Salò e successivamente, il 26 settembre 1946, Martiri della Benedicta in ricordo dei numerosi giovani serravallesi che trovarono la morte in quella località ad opera dei nazifascisti.

Testo originale (qui aggiornato e modificato) di Roberto Allegri, pubblicato su È Buzardèin ‘d Seravale,
Per gentile concessione della Associazione Turistica Pro Loco
Si ringrazia Cristiana Vacchina

E Ciàpe


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Riccardo Lera

"Io nella vita ho fatto tutto, o meglio un poco di tutto" (Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo) Pediatra, scrittore per diletto, dal 2002 al 2012 assessore alla cultura di Serravalle Scrivia; ex scadente giocatore, poi allenatore e ora presidente del Basket Club Serravalle.