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Sanremo 85: Duran Duran? Avanti marsch!

Dovete immaginare delle ragazzotte ai tempi del liceo, collocarle nella Serravalle del 1985 e ascoltare alla tv la notizia che i Duran Duran sono ospiti al Festival di Sanremo.

Valentina Allegri e Chicca Traverso: missione compiuta!

Alla Casa del Giovane i maschi staccavano la spina se la radio passava i Duran perché ne parlavamo di continuo, li ascoltavamo giorno e notte vivisezionando ogni singola strofa.

Arthur Rimbaud

Siccome proprio “a posto” non la sono neanche adesso, allora ero anche peggio e per qualche strana e sfuggente ragione in quel periodo ero immersa costantemente nella letteratura francese dell’ Ottocento, sprofondata sotto i mattoni degli imperscrutabili libri di Gerald de Nerval, Theophile Gautier o Joris Huysmans. Era il mio strampalato periodo alchemico esoterico e, aprendo a caso tra le pagine delle Illuminazioni di Arthur Rimbaud, chiedevo spesso profezie su come noi, le ragazze del Lux, avremmo dovuto comportarci nelle situazioni in cui andavamo a cacciarci.
Anche in quel frangente avevo consultato gli dèi della letteratura.. andare o non andare?

Ora forse è facile ma il mondo nel 1985 non lo trovavi in Internet o su Instagram, lo dovevi cercare.
I genitori non mollavano facilmente la presa e giuro che non so come ho fatto ad ottenere il benestare di mia mamma. Sospetto avesse capito da tempo che il mio solo e unico insegnante di inglese era Simon Le Bon. Ai nostri occhi Alessandria era una metropoli e Londra una città lontana come Marte.

Simon le Bon con bastone
e un piede rotto dopo bagordi

Solo qualche debole segnale dei variopinti ed incoscienti anni 80 giungevano dalla tv e dai giornali.  Consumismo e vanità non erano ancora condannati come deleteri, individualismo e carriera erano all’ordine del giorno, speranza e gran divertimento anche.
In fondo eravamo quelli con negli occhi lo spauracchio di The Day After, della bomba atomica, e che tra poco avremmo conosciuto Chernobyl. Ballare sul mondo per questo non sembrava un’idea malvagia.

La nostra energia era inarrestabile, i sogni grandi come i vestiti di una taglia in più che andavano di moda. Doveva esserci qualcosa per cui buttarsi senza rete, qualcosa che ci facesse imboccare il sentiero delle esplorazioni, dei viaggi, delle scoperte.

I Duran erano la scusa, la bandiera per gridare che volevamo essere esageratamente noi stesse, con i vestiti strani e i ciuffi colorati, i tacchi e i trucchi da far digerire a casa. Libertà e indipendenza, alla faccia di chi ci guardava storcendo gli angoli della bocca.

Volevamo semplicemente sapere se ce l’avremmo fatta. Un trampolino per poi allacciare lo zaino sulle spalle, forse tra le prime ragazze partite da Serravalle con destinazione generica “Europa”.

Simon urlava “Vogliono addomesticarci, ci proveranno ancora” e nonostante la canzone non fosse la migliore possibile, per noi aveva un senso eccome.

Voltandoci a ritroso a osservare quei giorni, à rebours come direbbe il vecchio Huysmans, Sanremo sembra solo una zingarata di giovanotte spensierate, ma per noi wild girls era un modo come un altro per metterci alla prova.

Foto autografata da tutti i cinque Duran Duran

Sarebbe troppo lungo raccontare le nostre avventure festivaliere. Niente affatto scontato che riuscissimo a convincere gli autisti dei DD a farci entrare di “sfroso” al grand hotel dei nostri idoli, che ci portassero a zonzo sulla limousine con la gente a squadrarci dietro ai vetri oscurati, visto che la città era una bolgia mai vista, un marasma come all’epoca dei Beatles.
Fa sorridere ora il terrore che da un momento all’altro ci buttassero fuori a calci dall’albergo, tentare uno sguardo indifferente davanti al cameriere che chiede “Su quale camera devo segnare, Signore?”

E che dire delle foto scattate con la macchina fotografica che la Valentina non so in che modo aveva sottratto al padre, l’Avvocato Allegri? Forse era stato un bell’apparecchio, sì ma nel 1955!
Solo un’inguaribile faccia di tolla ci aveva fatto puntare quel reperto archeologico con il “flash antico” bello tondo attaccato sopra, addosso a uno stupefatto e incuriosito Nick, per altro grande appassionato di fotografia.

Sono ricordi di grandi peripezie, di risate, di paure, di mi butto prima io o ci buttiamo insieme?
Come è normale che sia le nostre strade sono poi andate in tante direzioni ma le amiche di certi momenti sono per sempre e scommetto che se fate partire la musica dei Duran ci troverete tutte lì.

La pagina del vaticinio si era aperta su queste righe: “Un tocco del tuo dito sul tamburo scatena tutti i suoni e dà inizio alla nuova armonia. Un tuo passo è la leva degli uomini nuovi e il loro avanti-marsch”. Potevamo rimanere  a casa?

Duran Duran in azione sul palco di Sanremo febbraio 1985

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