Arenaria di Serravalle
Foto: Oratorio dei rossi (foto di Fabio Uras)
Fin dai tempi della costruzionedi Libarna romana nel nostro territorio è sempre stata utilizzata, tra i vari materiali, anche una pietra locale la cui origine geologica risale a 13 milioni di anni fa, l’Arenaria di Serravalle. Questa roccia, dalla cui lavorazione deriva la pietra impiegata poi in edilizia, è la stessa sulla quale poggia l’imponente Forte di Gavi, per esempio, quasi a sancire uno dei legami ancestrali nella storia di questi splendidi luoghi.
Le arenarie di Serravalle risalgono appunto all’epoca geologica del Miocene (13 milioni di anni) e più precisamente al “Serravalliano”, in quanto a livello internazionale questo aspetto geologico prende il nome proprio da Serravalle Scrivia, luogo in cui è stato individuato e definito per la prima volta. Le arenarie di Serravalle testimoniano il fondo sabbioso di un antico mare, non molto profondo, che occupava gran parte della zona collinare e di pianura del Piemonte.
Detta Arenaria è già descritta dal Casalis nel XIX secolo come roccia “a grana minuta, bigia – scura, leggermente rossiccia, seminata di minute squame di mica (Goffredo Casalis, Dizionario geografico, storico, statistico, commerciale degli stati di S.M. il re di Sardegna, 1843, pag 589)”
L’Arenaria (o pietra arenaria se intesa come materiale lapideo) è una roccia sedimentaria composta di granuli dalle dimensioni medie di una sabbia, i granuli possono avere varia composizione mineralogica, in funzione dell’area di provenienza; essendo facilmente lavorabile e di bell’aspetto, ha sempre trovato vasto impiego in edilizia.
I Romani facevano grande attenzione all’affinità delle pietre con la calce impiegata, e secondo Vitruvio la muratura migliore si poteva ottenere con la stessa tipologia di pietra impiegata per ricavare la calce. L’uso di una tipologia di pietra in una muratura nella maggior parte dei casi è legata alla disponibilità in loco della stessa, proprio come avveniva per l’Arenaria di Serravalle.