Racconti, testimonianze, favole, poesie

Il compagno di banco di Roberto Allegri. Ovvero l’Ingegner Francesco Della Casa e la storia del ramo serravallese della famiglia Grillo

Sono preso in contropiede.

Fra professione medica, amici, Chieketé e basket, ogni giorno Whatsapp mi spalanca le sue finestre sul mondo dei miei contatti, singoli o a gruppi, inondandomi di messaggi, immagini e videofilm. Un’onda di impegni che mi piovono addosso per via digitale. Come tutti, ormai ci ho fatto l’abitudine, mentalmente attribuendo le necessarie priorità a seconda del momento e, perché no, anche dello stato d’animo. Tuttavia, un giorno, ad un post effettivamente importante, non pongo l’attenzione dovuta. Alessandra Zino, premurosa impiegata del nostro Comune, mi comunica che, a breve, mi avrebbe contattato una persona per raccontarmi qualcosa su Serravalle. Lo ammetto, a volte leggo con troppa fretta. 

Non ricordo chi, fra i membri della nostra redazione, abbia scovato, su Panorama di Novi, e poi pubblicato sul nostro sito web, la notizia secondo la quale l’Avvocato Roberto Allegri, si sia diplomato presso il liceo classico Andrea D’Oria di Genova; sta di fatto che, quando sono raggiunto al telefono dall’Ingegner Francesco Della Casa, la mia sorpresa è totale.  

Genova, Liceo Classico Colombo

La nostra biografia sul “Nene“, riguardo al suo curriculum di studi, è sbagliata. Con una punta d’ironia Della Casa, attraverso la cornetta, mi sottolinea la nota prosopopea del Liceo D’Oria per aver ospitato, dietro i suoi banchi, le natiche dei celebratissimi Villaggio e De André (suo fratello Mauro, in verità. NdA), rivendicando, per contro, l’analoga qualità educativa dell’altro liceo classico genovese: il Colombo. Lui e il Nene sono stati compagni di liceo ed in alcuni momenti pure di banco proprio lì. Ma non è tutto; mi accenna ad una sua ava nata a Serravalle, alla sua condizione di sfollato a Serravalle durante la guerra, alla casa di proprietà della famiglia in via Vecchia Vignole.

Insomma ho vissuto l’analoga situazione di una squadra di calcio che, convinta di giocare contro il Roccacannetta, si trova improvvisamente davanti le bianche casacche del Real Madrid. In quella situazione, è palese, si rema a fatica. Provo a salvarmi in corner e convinto di parlare con una persona molto anziana, rispondo che è necessario vederci di persona. Il mio intervento, una sorta di calcio sbilenco da oratorio volto solo a prendere tempo, è prontamente raccolto dall’interlocutore telefonico che, con compassata eleganza, risponde:

“La sorprenderò. Venerdì 3 dicembre vengo a Serravalle a trovare mia sorella perché successivamente devo rientrare a Cremona per assistere, quella sera, ad un’opera lirica!”

“Ah, capisco, e con che mezzi si muove?”

“Con la mia macchina, perbacco!” ribatte l’altro, ottantotenne, calciando con sicurezza e precisione il mio goffo rinvio. Insomma, tiro all’incrocio dei pali, uno a zero per lui e palla al centro.

Francesco Della Casa pochi giorni dopo la telefonata scende dalla sua Octavia, parcheggiata in Piazza del Mercato, con passo sicuro, tendendomi la mano. Ci rechiamo da Gabriele Castellini a bere un caffé. Sempre sorridente, voce chiara, il Della Casa nel bar affascina un po’ tutti. Chiama accanto a sé Samuele, il figlio di Gabriele e Manuela (che da buona mamma-chioccia italiana sbianca immediatamente) raccomandandogli lo studio delle lingue e soprattutto di abbandonare l’Italia il prima possibile. Poi con un tecnico dell’Ansaldo, Francesco Longo, intrattiene un serrato confronto sulle novità riguardanti le turbine idrauliche a vapore, eoliche et similia. Infine, con me sale sulla sua macchina dei ricordi, catapultandomi in una Serravalle a cavallo fra 1800 e 1900. Prendo appunti, accanto ad Antonio Molinari che presto tuttavia mi abbandona per incombenze non meglio precisate. I Sindaci si sa, rimangono Sindaci tutta la vita.

Ma prima di addentrarci nei suoi ricordi familiari vi tedierò con un po’ di storia perché il mio simpatico interlocutore ha ascendenze nella famiglia genovese dei Grillo. Questo cognome è antichissimo e viene già citato da Aristotele a proposito del figlio di Senofonte, Grillo, caduto in battaglia a Mantinea (Grecia) nel 362 a.C. (Vincenzo De Vit, “Totius Latinitatis Onomasticon”, edito nel 1833, volume terzo, pagina 278)

Alessandria d’Egitto, Biblioteca Alessandrina, Senofonte

Paura eh? Dài ragazzi, la Storia è importante. Ancora qualche notizia, dunque. Gli appassionati delle genealogie indicano la famiglia come proveniente dalla Germania nella persona di Gianifero Grillo, Conte del Sacro Romano Impero, stabilitosi in Genova nel 798,, come riportato da Giovan Battista di Crollalanza, nel suo “Dizionario storico blasonico”, pubblicato a Pisa, nel 1886. Vedo attraverso lo schermo i vostri sbadigli e provo a farla breve. I Grillo, secondo la tradizione, sono già presenti in Genova  nel VI secolo dopo Cristo con Argenta Grillo, testimone di un’apparizione della Vergine (G. ParodiCollegiata di Santa Maria delle Vigne, Genova, 1980).

Genova, Madonna delle Vigne

Poi da Genova si suddividono in molti rami: quello di Arles, quello di Mondragone, di Giugliano, dei Grillo Cattaneo. E soprattutto, per quanto ci riguarda, quello di Serravalle. Wikipedia nulla dice sul ramo alessandrino che, grazie a Teresa Grillo Michel, vent’anni fa, mi permise di ricostruire la Storia dell’Ospedale Infantile di Alessandria. Pazienza. E ovviamente non cita il Marchese del Grillo, caro ad Alberto Sordi nella ben nota finzione cinematografica. Ma insomma, lasciamo stare tutto il resto e poiché il Marchese del Grillo sempre zompa, “zompiamo” dunque su Serravalle. La storia serravallese di questa famiglia ci dice che, dopo la congiura dei Fieschi (1547), Giuliano Grillo emigra a Serravalle Scrivia dove la famiglia ha feudi e tenimenti allodiali sotto la protezione dei parenti Spinola, come ben ci racconta l’Avvocato Allegri in “Serravalle nella storia pubblicato nel 1973.

Stemma della famiglia Grillo

Saltiamo a piè pari un noto esponente settecentesco, Giovanni Battista (1703-1776) che eredita i titoli, l’arma ed il nome del cognato, Conte Ferdinando Carbonara, signore di Sardigliano (figlio del Conte Palatino Bartolomeo), avendo questi fatto testamento, il 23 ottobre 1760, senza discendenti diretti, con rogito notarile depositato presso l’Archivio Centrale di Stato a Roma. Lo so non ve ne frega niente. Resistete, ci siamo quasi.

Arriviamo finalmente a Carlo Giovanni Battista, Avvocato, Magistrato, Politico, (Serravalle Scrivia, 13 novembre 1780 – Stazzano, 24 febbraio 1852), figlio di Stefano Emanuele e di Maria Ricci Spinola, nobile di Tortona. La sua famiglia è in prima linea per quanto riguarda la vita politica serravallese. Suo fratello, Lorenzo è Sindaco di Serravalle durante la dominazione napoleonica. Un altro suo fratello, Carlo Giuseppe, è avvocato, un terzo, Luca, un alto prelato ed il quarto, Ferdinando, anch’egli prelato ed emigrato in America, conferisce mandato al fratello Lorenzo affinché gestisca il suo ingente patrimonio immobiliare a beneficio della comunità (rogito di A. Rapallo, New York, 21 novembre 1818).

Serravalle Scrivia, Casa Grillo: epigrafe in memoria di Lorenzo Grillo

La carriera pubblica di Carlo Grillo ve la risparmio perché se la volete leggere un articolo è già presente su Chieketé, ma vi accenno al fatto che concluse la sua carriera politica quale Primo Presidente del Senato di Savoia. (Fondo Presidenza del Consiglio dei Ministri, Archivio Centrale dello Stato, Roma). Piaccia o no, si tratta del più grande politico serravallese.

Grillo muore il 24 febbraio 1852 a Stazzano ma è sepolto a Serravalle nel nostro Cimitero Vecchio. La sua tomba la trovate entrando a destra e poi subito a sinistra, lungo le cappelle monumentali. Con testamento segreto dell’11 dicembre 1851, depositato presso l’Archivio di Stato di Alessandria, Carlo dispone dell’intero asse ereditario a favore dei nipoti, figli del fratello Carlo Giuseppe. Tra questi, vi sono: Stefano, per anni Preside della facoltà di Matematica di Genova, Cesare, Avvocato dei Poveri in Genova e Francesco magistrato presso il Senato di Casale Monferrato, dove trasferisce definitivamente la famiglia.

Se siete ancora vivi vi avverto che è Stefano Grillo ad interessarci, trisnonno del nostro Francesco Della Casa. Lo Stefano è pure assessore presso il Comune di Genova e coprogettista dell’acquedotto del Gorzente. Così mi racconta il mio interlocutore sorseggiando un thè gentilmente offerto da Gabriele, anch’egli affascinato dai racconti del mio ospite. Tornando a Stefano Grillo raccolgo con simpatia la notizia di come questo personaggio, in pieno ottocento, garantisse lezioni serali gratuite in favore di ragazze in difficoltà sociali ed economiche. Una grande sensibilità, non c’è che dire! Una sua figlia, Lorenza Grillo, sposata Monti e cugina di Olga residente proprio a Serravalle in Palazzo Grillo, partorisce a sua volta una figlia alla Bollina (di loro proprietà, prima che passasse ai Porta Figari e poi ai Divano): Maria Monti (Serravalle Scrivia, 5 ottobre 1874 – Genova, 2 luglio 1968 1968). E’ la nonna di Francesco.

Villa Bollina

Per lei, diventata adulta, viene scelto come marito un ricco commerciante genovese, Luigi Della Casa. Al tempo, innamoramento o no, un buon partito per una ragazza è giudicato con favore. I due si stabiliscono a Genova, in via Assarotti. Finanziariamente solidi, i due sposi generano un figlio, Edoardo (Genova 02 febbraio 1900 – Serravalle Scrivia 18 agosto 1974). Ma la malasorte e l’inavvedutezza umana ci mettono lo zampino. Luigi Della Casa perde tutto il suo patrimonio giocando in borsa. I suoi fratelli, da buoni genovesi, risolvono speditamente la faccenda regalando allo sfortunato commerciante un biglietto di sola andata per Buenos Aires. Anche se costui riesce in America a risollevarsi economicamente, la moglie Maria non lo segue, restando a Genova e tornando a Serravalle, paese che ama, durante le vacanze estive, con il piccolo Edoardo, affittando un alloggio in Salita Cappuccini presso la Signora Manin. Con qualche difficoltà economica Maria fa in modo che Edoardo possa diplomarsi in Ragioneria. Questi, prende successivamente in moglie Elide Favini, nata a Verona ma cresciuta a Venezia. Si incontrano a Peio e si stabiliscono a Genova; hanno cinque figli, il secondogenito dei quali è il nostro Francesco Della Casa. Nel 1936 la coppia acquista una casa in campagna a Serravalle, in via Vecchia Vignole, per trascorrervi le vacanze estive. Nel 1942 la loro casa a Genova è bombardata dagli Alleati. Con una drammatica telefonata Edoardo chiama un taxista che chiede 500 lire per portarlo a Serravalle. Una cifra astronomica!

“Gliene dò mille se viene qui immediatamente!” gli risponde angosciato il capofamiglia. E così, con un viaggio durato ben nove ore i cinque bambini e la mamma Elide si ritrovano a Serravalle, in via Vecchia Vignole, poco distante dalla Villa dei Chiarella e dei Lavaggi. Francesco, nato nel 1933, frequenta le medie in Seminario a Stazzano. Fa amicizia con molti serravallesi fra cui il futuro compagno di banco Roberto Allegri. Gioca spesso a pallone nei cortili del Seminario o per strada, conservando di quei momenti ricordi felici e spensierati, nonostante il periodo bellico. Fra le sue amicizie rammenta, fra gli altri sfollati da Genova, i figli dell’Avvocato Carlo Cereti, insegnante universitario di Diritto Costituzionale, gran signore, disponibile con chiunque e futuro Magnifico Rettore dell’Università di Genova; questi abitano al Riarello vicino a Villa Nave, ove risiede invece la mamma dell’Avvocato con la figlia Clelia. L’Avvocato Cereti rischia la fucilazione nel 1944 per essersi rifiutato di aderire alla Repubblica di Salò, firmando un documento antifascista. Il fratello dell’Avvocato, l’Ingegner Cereti, risiede invece a Stazzano, in Palazzo Cereti, all’angolo sinistro della strada che porta in Piazza della Chiesa.

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Villa Nave

Francesco, diplomatosi poi al Colombo a guerra finita, si laurea in ingegneria a Genova e ottiene il suo primo posto di lavoro presso i Cantieri del Tirreno,  poi rinominati Fincantieri. Tutt’ora lavora ancora, come Presidente della E.C.C. Engineering consulting construction s.r.l.  con sede a Cremona, occupandosi di energia da fonti rinnovabili.

“Un ultima domanda, Ingegnere. Come andava a scuola Nene Allegri?”

“Le lingue erano la sua passione. E poi la storia! Con la matematica, no. Quella materia non era il suo forte!” Eh sì, lo sapevamo: l’Avvocato me l’aveva raccontato spesso!”

Grazie Ingegnere! Sono certo che lei avrà altre storie da raccontarci! A presto!

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Riccardo Lera

"Io nella vita ho fatto tutto, o meglio un poco di tutto" (Uomo e galantuomo di Eduardo De Filippo) Pediatra, scrittore per diletto, dal 2002 al 2012 assessore alla cultura di Serravalle Scrivia; ex scadente giocatore, poi allenatore e ora presidente del Basket Club Serravalle.