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Mamma mia dammi venti lire (le monete del DELTA)l l

Da qualche tempo Benito Ciarlo sta ricostruendo e ricordando la sua pluridecennale esperienza lavorativa vissuta al Delta e poi via via sempre nello stesso stabilimento ma con la moltitudine di cambi nome che l’hanno caratterizzato.
Benito ha scelto di riproporci la sua storia e quella dei suoi compagni di lavoro in forma narrativa. Sino ad ora abbiamo pubblicato alcuni racconti con cadenza irregolare e con questo pezzo, curioso e divertente, concludiamo simbolicamente questa prima serie.
L’appuntamento è per settembre, quando inizieremo a pubblicare i racconti di Benito con una periodicità fissa che ci accompagnerà per alcuni mesi, per poi…
Va bene, forse l’avete già capito, ma insomma, lasciateci il gusto della sorpresa! (Redazione Chieketè)

Il Popolo di Novi, 16 febbraio 1969

Nel 1969, cioè prima che l’on. Malagodi commissionasse i tondelli delle monete italiane a una sconosciuta industria tedesca e trascinasse tutti gli altri Stati a fare lo stesso, a Serravalle il Reparto Monete del Delta funzionava a pieno ritmo e dava lavoro direttamente a una trentina di addetti, mentre almeno altri venti lavoravano per alimentare il reparto dei semilavorati necessari e per spedire i prodotti pronti ai vari committenti.

Si lavorava per la zecca Italiana, per la Germania, per l’Inghilterra e per la Spagna.

Le bandelle in Cupronichel e quelle in Bronzital venivano prodotte in fonderia ed estruse da una pressa del reparto Barre, quindi poste su un aspo devolgitore e trafilate sulle antiche macchine del reparto. Nel reparto Monete la bandella alimentava delle stampatrici che rumorosamente producevano i tondelli.

Stampatori al lavoro

Decapaggio e tamburlano

Questi passavano in una fase detta decapaggio (lavaggio in acido solforico e risciacquo con acqua bollente) e in quella successiva dove un tamburlano provvedeva ad asciugarli e a lucidarli.
Quando i tondelli si riversavano nei cassoni lucidissimi e asciutti, facevano facilmente pensare a scrigni colmi di tesori.
Era davvero uno spettacolo irresistibile per chiunque lo vedesse per la prima volta, immaginatevi per dei ragazzini e delle ragazzine delle scuole elementari in visita guidata allo stabilimento.
Già… Prima della chiusura dell’anno scolastico fu organizzata la visita allo stabilimento di alcune classi delle scuole elementari di Serravalle Scrivia e di Novi Ligure.
A piccoli gruppi furono affidati ai loro maestri e agli impiegati e che li guidarono attraverso un percorso obbligato nello stabilimento per poter vedere dove i loro parenti lavoravano.
Naturalmente i reparti erano pressoché fermi durante il loro passaggio, per non far correre loro il minimo rischio.
Gli accompagnatori pretesero un’assoluta disciplina, pena l’interruzione immediata della visita. E tutto andò nel migliore dei modi, anche se alla fine del giro i ragazzini apparivano stanchi e qualcuno perfino un po’ annoiato, a giudicare dagli sbadigli.

venti lire di conio (Bronzital)

Il giro però sarebbe terminato con una visita al reparto Monete. Era circolata la voce tra i ragazzini che in quel reparto lavorasse un prete operaio che fabbricava le venti lire. Il che, a giudicare dal cicaleccio ripreso alla grande, aveva ridestato la loro curiosità. Quando furono in reparto, a nulla valsero le raccomandazioni degli accompagnatori: i ragazzi sciamarono compatti e incontrollabili verso i cassoni con i tondelli finiti e lucidi.


Furono quasi tutti colti da una irrefrenabile frenesia e ciascuno di loro si riempì tutte le tasche possibili di quello che per loro era un vero e proprio tesoro.

Quando, dopo un piccolo rinfresco alla mensa, tornarono in portineria per risalire sui pullman che li avrebbero riportati a scuola, il capo della sorveglianza fece svuotare loro le tasche e sui banconi della portineria si accumularono circa ottanta chili di tondelli.

Ad ogni scolaro vennero regalati due tondelli delle venti lire per ricordo.

Cento e Cinquanta lire di conio (Cupronichel)



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Benito Ciarlo

Calabrese di Montalto Uffugo (CS), dov'è nato nel 1950. Vive a Serravalle Scrivia (AL) dal 1968.

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