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GUIDO, Vittorio Gianni – la politica, le passioni, il volontariato

Amministratore pubblico, manager economico, partigiano, militante nel volontariato (Bosio, 26 novembre 1918 – Serravalle Scrivia, 7 marzo 2005)

LA FAMIGLIA D’ORIGINE, GLI STUDI, IL MILITARE, LA RESISTENZA

A Bosio, alle sette del mattino del 26 novembre 1918, nasce Vittorio Guido: è figlio di Ester Caterina Ghio e di Pietro Guido, commerciante di vini.

Pietro e Vittorio Guido

Nel 1923 muore mamma Ester.
Pur tra mille difficoltà, Pietro decide di far continuare gli studi a Vittorio. Lo aiutano la nonna, ex maestra, e la sorella Olga, di quattro anni più grande, che diventa per il fratello una piccola madre.

A Bosio però, si possono frequentare solo le prime tre classi delle scuole elementari. Vittorio studia a Gavi e poi a Novi Ligure, al Collegio San Giorgio che offre anche la possibilità di alloggiare in convitto. Qui trascorre sei anni molto importanti per la sua crescita ideale e religiosa. Conosce Giuseppe Zambarbieri, destinato a prendere i voti e a divenire uno dei più importanti collaboratori di Don Orione; frequenta anche il futuro Santo tortonese.

Dopo Novi, Genova. Si iscrive al prestigioso Istituto Vittorio Emanuele II dove si diploma ragioniere nel 1938. Subito dopo si iscrive all’Università, facoltà di Economia e Commercio.
Sostiene alcuni esami ma non riesce a laurearsi perché è chiamato alle armi il 3 dicembre 1941; Il 1° aprile 1942 ottiene il grado di sergente nel Reggimento Nizza Cavalleria – Lancieri di Montebello[1].

L’8 settembre 1943, giorno dell’armistizio, Vittorio con i “Lancieri” è tra i protagonisti della “difesa di Roma”. Poi è costretto a fuggire e, grazie a un po’ di fortuna e alla solidarietà dei civili, finalmente giunge a Bosio.

La Repubblica di Salò emana ben presto una serie di bandi di chiamata alle armi: uno di questi riguarda la classe 1918 e Vittorio, che non risponde alla chiamata, diventa uno dei tanti renitenti alla leva che rischiano la fucilazione.
Riesce ad ottenere documenti falsi che gli consentono di sottrarsi alla cattura e inizia a collaborare con la Resistenza nella “Banda Merlo” aiutando i giovani renitenti a raggiungere la montagna.  Per questa sua attività gli viene conferito l’attestato di Partigiano combattente con il nome di battaglia “Nigra”[2].

IL MATRIMONIO E LE PRIME ESPERIENZE POLITICHE

Vittorio, Giuliano e Noemi

Vittorio Guido si sposa a Serravalle Scrivia, il 22 aprile 1944. La moglie, Noemi Bice Divano, è nipote di Angelo Divano, il fondatore della F.I.D.A.S.S (Fabbrica Italiana Dolciumi Affini Serravalle Scrivia), l’industria dolciaria legata a filo doppio al paese sin dal suo acronimo.
Il loro è un matrimonio destinato a durare sino alla scomparsa di Vittorio ed è allietato dall’arrivo di un figlio, Giuliano, che nasce a Bosio nel gennaio 1945.
Appena terminata la guerra Vittorio, Noemi e Giuliano si trasferiscono a Serravalle che da quel momento diventa la loro residenza definitiva.
Vittorio inizia a lavorare in quella che ormai è una azienda di famiglia: abile con i numeri e nel commercio, diventa uno dei protagonisti del rilancio dell’industria dolciaria serravallese. È rappresentante per la Liguria e ispettore per il Piemonte. Lavora ininterrottamente alla FIDASS sino al 1971 quando viene nominato alla guida della Cassa di Risparmio di Alessandria.

LE SUE PASSIONI

Prima di dedicare la nostra attenzione alla importante attività di amministratore pubblico di Vittorio Guido è opportuno ricordare brevemente le sue grandi passioni, perché esse hanno un’importanza notevole anche sul suo agire politico.

La musica e lo sport, eccole le sue passioni!.
Lo sci, ma anche la montagna. Appena può dedica il suo tempo libero alle escursioni e anche a vere e proprie scalate che lo portano, almeno in due occasioni oltre i quattromila metri.
Dallo sport alla musica. Studente al San Giorgio suona la “cornetta”, ma la guerra, e poi gli impegni di lavoro, lo costringono ad abbandonare lo strumento, ma non spengono il suo amore per la musica che si concretizza, a partire dagli anni Cinquanta, nel suo lungo impegno come Presidente del Corpo Musicale “Pippo Bagnasco” di Serravalle Scrivia.
E dalla musica ancora allo sport. Perché tra le sue passioni una le sopravanza tutte senza alcun dubbio: il ciclismo, e in particolare il suo rapporto con Fausto Coppi di cui non è solo tifoso acceso ma anche amico di famiglia.

Vittorio Guido accompagna Fausto Coppi durante una visita alla FIDASS

SINDACO DI BOSIO

Nel 1952 viene eletto sindaco del Comune di Bosio, che recentemente ha ottenuto l’autonomia staccandosi dal comune di Parodi Ligure.

Il maggiore impegno Guido lo dedica allo sviluppo della viabilità tra Bosio e i paesi vicini che non è molto migliorata rispetto ai tempi in cui era bambino. Si occupa anche delle prime sistemazioni della zona della Benedicta dov’era avvenuto l’eccidio della Pasqua 1944 e che ora appartiene al Comune di Bosio.

Oratore alla Benedicta prima dell’erezione della Zona monumentale

Sono iniziative che trovano consensi non solo a Bosio ma anche nei paesi vicini. Così, in pochi anni, Vittorio Guido diventa un personaggio politico noto e rispettato in tutta la Val Lemme e molto autorevole all’interno del suo partito, la Democrazia cristiana: nella primavera 1956, quando la DC prepara le liste per il rinnovo del Consiglio provinciale, Guido rappresenta il candidato ideale per il collegio di Gavi e ottiene con facilità l’elezione.

LA POLITICA. ASSESSORE PROVINCIALE

Negli anni Cinquanta e Sessanta le Regioni ancora non sono state istituite, e l’Ente Provincia è un organo di governo del territorio molto più prestigioso e con competenze molto più numerose di quelle dei giorni nostri.

In questo Ente all’epoca così importante, Vittorio Gianni Guido ricopre la carica di Assessore per 15 anni consecutivi, dal 1956 al 1971. Gli vengono assegnati Assessorati sempre molto prestigiosi: Turismo, Viabilità, Istruzione, Sicurezza, Cultura, Sport, Montagna.

Inizio anni Sessanta: Vittorio Guido, a sinistra, nel corso di una inaugurazione in Val Lemme

Sono gli anni della ricostruzione e del boom economico e vengono realizzati progetti ambiziosi.
Guido contribuisce e al restauro delle sedi delle forze dell’ordine danneggiate nel corso della guerra e a ricostruire quelle distrutte[3]
Segue da vicino il ripristino delle strade danneggiate dai bombardamenti e la costruzione di nuovi assi viari. Il suo apporto, ad esempio, è fondamentale per la costruzione e inaugurazione delle importanti circonvallazioni di Carrosio e Voltaggio[4].

Lungo tutto l’arco del suo mandato si impegna a deliberare “la concessione di cospicui contributi a favore dei Comuni della provincia per la sistemazione di strade e per la viabilità minore”[5]. A lui si deve, ad esempio, la costruzione e il completamento, nel 1963, della strada che unisce Carrega Ligure a Cabella Ligure, Importanti anche gli interventi per il miglioramento della rete idrica in Val Borbera e in Val Lemme.

Accanto a questi interventi Guido si prodiga per lo sviluppo turistico della montagna. Lo fa individuando nel tessuto del volontariato, e in particolare delle Pro Loco, il soggetto più significativo per la realizzazione di iniziative capaci di valorizzare la montagna alessandrina.

In ambito culturale sono da ricordare i contributi e il sostegno alle Società storiche, particolarmente numerose e attive nei vari centri zona della provincia.
Come Assessore all’istruzione sono di grande importanza l’istituzione dei corsi serali all’Istituto Boccardo di Novi Ligure per favorire la frequenza dei lavoratori, i cospicui finanziamenti concessi all’Istituto Leardi di Casale Monferrato per l’ammodernamento della storica sede, l’apertura della Quinta classe all’Istituto Boccardo e in altri Istituti commerciali della provincia.

Maggio 1966: La Giunta provinciale di Alessandria ricevuta al Quirinale

Non meno significativi gli interventi nel campo della promozione e diffusione dello sport e della cultura sportiva, in particolare nel settore del ciclismo. I suoi rapporti di amicizia con Coppi, e con Vittorio Torriani, patron del Giro d’Italia, gli consentono di utilizzare intelligentemente proprio Il Giro per la promozione dello sport e, attraverso di esso, dell’alessandrino come meta turistica.
Nelle prime quarantasei edizioni del Giro solo quattro tappe erano terminate in provincia di Alessandria. Negli anni Sessanta, Guido come Assessore provinciale allo Sport e al Turismo riesce ad ottenere ben cinque arrivi in soli sette anni!

Ma l’anno più importante della sua storia di Amministrazione pubblico è sicuramente il 1967: in autunno giungono a compimento alcuni importantissimi progetti che l’Amministrazione Provinciale ha realizzato nel giro di pochi anni. Tra esse la sistemazione dei luoghi in cui si è consumato l’eccidio della Benedicta: con una spesa di 25 milioni viene costruita una zona monumentale e viene ornata con lapidi la zona della fossa comune dove i martiri vennero in un primo tempo sepolti[6].

Altre grandi realizzazioni riguardano, l’edilizia scolastica dove in pochi anni la Provincia investe 3 miliardi e 200 milioni di lire[7]. La metà di questa cifra viene spesa per la realizzazione di due grandi edifici scolastici nella città di Alessandria: il Liceo Scientifico “Galileo Galilei”, destinato a ospitare 700 allievi (costo 500 milioni di lire), e il grandioso Istituto Tecnico “Alessandro Volta”, progettato da Ignazio Gardella[8] e destinato ad ospitare 1.000 allievi, (costo un miliardo e cento milioni) [9].

In considerazione dell’importanza dei nuovi progetti, la Giunta provinciale decide di proporre al Presidente della Repubblica di presenziare all’inaugurazione. E così,  il 13 e 14 ottobre 1967 il Capo dello Stato Saragat inaugura sacrario e scuole. Vittorio Guido, come cittadino bosiese e come Assessore all’istruzione, è uno dei massimi protagonisti della visita accanto al Presidente.

Alessandria, 14 ottobre 1967: Il Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat inaugura il Liceo “Galileo Galilei”. Alla sua sinistra Giovanni Sisto e Vittorio Guido

Forte dei suoi successi in campo “sportivo”, dei numerosi progetti portati a compimento nel settore dell’istruzione e degli importanti interventi realizzati a favore dei comuni montani Vittorio Guido, che è ormai il decano tra i Consiglieri e gli Assessori provinciali, viene ricandidato anche per le elezioni convocate per il 7 e 8 giugno 1970. Anche questa volta Guido vince senza difficoltà nel suo collegio di Gavi ottenendo il secondo miglior quoziente tra i trenta consiglieri eletti.
Guido è confermato Assessore e le deleghe che gli vengono assegnate sono un vero e proprio riconoscimento del grande lavoro svolto nei precedenti quindici anni: montagna, sport, turismo[10].

Non resta però Assessore a lungo: meno di un anno dopo viene nominato Presidente della Cassa di Risparmio di Alessandria e lascia per incompatibilità il suo incarico. Il 24 luglio Vittorio Guido dà un commosso saluto all’Ente che lo ha visto protagonista per quindici anni:

«Mi allontano con rimpianto dai colleghi di giunta e di consiglio. Ho trascorso anni di attività intensa durante i quali mi sono sempre adoperato per risolvere i problemi più impellenti. Con lo stesso spirito mi dedicherò al nuovo compito che non sarà facile. Sono tuttavia convinto di potere contare su numerosi amici»”[11].

Tra gli altri suoi impegni amministrativi occorre ricordare i due mandati come consigliere comunale di Serravalle Scrivia e l’attività come consigliere nazionale dell’UNCEM, l’Unione nazionale dei Comuni ed enti montani[12].

IL VOLONTARIATO

Se con l’elezione alla carica di Presidente della Cassa di Risparmio cambia il suo rapporto con la politica; resta invece immutato il suo impegno nel volontariato al quale ha sempre dedicato molto tempo e in molteplici settori.

Barelliere Oftal a Lourdes

Per moltissimi anni è, a fianco della moglie Noemi, volontario dell’Oftal, l’Opera Federativa Trasporto Ammalati a Lourdes. Guido partecipa come milite trasportatore dei malati a molti pellegrinaggi verso il Santuario pirenaico, con la semplicità e la discrezione che caratterizzano sempre il suo impegno di fede; una fede mai ostentata. Anche per questa ragione l’impegno in favore dei malati resta un po’ sullo sfondo nella sua biografia ma serve a testimoniare la qualità della sua pratica di fede.

Il lavoro nell’ambito del volontariato nella biografia di Vittorio è costante, e si interseca, ancora una volta, con le sue passioni. È a più riprese dirigente, e per alcuni anni Presidente, della “Società Ciclistica Fausto Coppi” sorta a Novi Ligure negli anni Sessanta per onorare la memoria del Campionissimo.

Il suo amore per la montagna si concretizza in un impegno all’interno dell’Associazione “amici del Tobbio”, di cui è un fondatore e un attivo socio sostenitore.

Partecipa inoltre a diverse altre associazioni culturali e ricreative locali, promuovendo anche la costituzione di una Pro Loco unificata tra Serravalle Scrivia e Stazzano, destinata nelle intenzioni a rompere i “secolari” sentimenti campanilistici radicati nelle comunità locali e proprio per questo destinata a breve vita.

Ma la sua attività più importante e “longeva” nel campo del volontariato è sicuramente quella che dedica alla rinascita e allo sviluppo della Banda Musicale di Serravalle.

Nel 1952 viene nominato Presidente della Banda serravallese, carica che ricopre ininterrottamente sino al 2002, per cinquant’anni!

Appena nominato, Guido dà subito vita a un sodalizio di “ferro” con Angelo Pallavicini, “Ninéin”, un giovane musicista serravallese di soli ventinove anni, prolifico autore e arrangiatore di brani musicali per orchestra e per banda.

Sono anni fondamentali, nel corso dei quali la Banda si dota di una nuova divisa e, soprattutto, assume la nuova denominazione; Guido e il maestro Pallavicini chiedono consiglio direttamente ai suonatori e, insieme, decidono di rendere omaggio a un componente della banda deceduto in giovane età negli anni Venti. Nasce così il Corpo Musicale “Pippo Bagnasco”[13] e già alla fine del 1952, in occasione del tradizionale pranzo di Santa Cecilia, la Banda si presenta con il suo nuovo nome e sfoggia le uniformi fresche di sartoria[14].

Anni Ottanta: il Corpo Musicale “Pippo Bagnasco” festeggia Santa Cecilia. Alla Destra di Vittorio Guido il Maestro Angelo Pallavicini

Negli anni successivi la Banda conosce un periodo di grande vivacità e si “moltiplica”: accanto al corpo principale i musicisti serravallesi danno vita ad un altro complesso legato all’Associazione Nazionale Alpini – le cui divise sono fornite direttamente dall’A.N.A.  – che si esibisce in diverse città italiane. E siccome non c’è il due senza il tre, ecco nascere la celeberrima banda comica “Bufa e scrola”.
Considerevole poi il lavoro di educazione musicale realizzato dal Corpo Musicale “Pippo Bagnasco” che in pochi anni avvia alla musica decine di ragazze e ragazzi e accompagna tutti i momenti di festa e di socialità, laici e religiosi, di Serravalle, diventando il simbolo più evidente del legame profondo tra Vittorio Guido e la sua cittadina d’adozione.

La carica di Presidente del corpo musicale “Pippo Bagnasco”, letta all’interno della sua biografia, riveste sicuramente un ruolo minore, ma ha un valore simbolico enorme, capace di illuminare il suo modo di essere al servizio della collettività. Nemmeno per un momento considera e vive questo impegno come una carica onorifica ma, appunto, sempre come un impegno.
Quando si ricopre un incarico, sembra dirci Vittorio Guido, prima degli onori vengono gli oneri: a questa massima ha ispirato tutta la sua attività.

Clicca qui per il secondo articolo dedicato alla biografia di Vittorio Guido: gli anni della Presidenza della Cassa di Risparmio di Alessandria


[1] Tutte le informazioni relative al servizio militare sono tratte dai documenti personali di Vittorio Guido Conservati presso l’Archivio Storico e matricolare dell’Esercito Italiano: Foglio matricolare e caratteristico, e Stato di Servizio. Il materiale documentario è stato messo a disposizione – con il permesso della famiglia – grazie al prezioso aiuto del colonnello Giovanni Boggeri.

[2] Archivio Centrale dello Stato, Archivio per il servizio riconoscimento qualifiche e per le ricompense ai partigiani (Ricompart), Schede nominative della Commissione Regionale Liguria.
Il materiale conservato in questo fondo è n via di progressiva digitalizzazione e consultazione ad accesso libero all’indirizzo internet https://partigianiditalia.cultura.gov.it/

[3] ”Il Popolo di Novi”, 8 maggio 1960.

[4] ”Il Popolo di Novi”, 24 luglio 1960.

[5] ”Il Popolo di Novi”, 10 febbraio 1963.

[6] Franco Marchiaro, Il monito dei novantasette partigiani trucidati dai fascisti alla “Benedicta“, in “Stampa Sera“ , 12 ottobre 1967.

[7] Notizie desunte al discorso pronunciato da Giovanni Sisto a Roma, dinnanzi al Presidente della Repubblica Giuseppe Saragat, in occasione dell’incontro richiesto per formulare l’invito a visitare la Provincia di Alessandria. Il testo è riportato su ”Il Piccolo”, 18 maggio 1966.

[8] Il progetto del nuovo edificio scolastico viene commissionato a Gardella dalla Provincia di Alessandria nel 1959 ma i lavori partono all’inizio dell’anno scolastico 1963-1964. Per le opere realizzate dagli architetti Gardella ad Alessandria in particolare I Gardella ad Alessandria. Architetture, catalogo della mostra, 2008.

[9] La notizia è tratta dal citato discorso pronunciato dal Presidente Giovanni Sisto di fronte a Giuseppe Saragate ricorre in molte altre fonti a stampa. Tra esse cfr. La scuola dell’aereo. I cinquant’anni dell’Istituto tecnico industriale ”Alessandro Volta” Mezzo secolo di un progetto per il futuro, ITIS Volta, 2017.

[10] ”Il PIccolo”, 26 settembre 1970.

[11] ”il PIccolo”, 31 luglio 1971,

[12] Durante il Congresso nazionale UNCEM Vittorio Guido nel suo ultimo intervento come consigliere affronta un tema che sembra curiosamente riportarlo alla sua infanzia e che ci pare una testimonianza significativa dell’attenzione che prestò sempre, in tutta la sua attività pubblica, ai temi dello sviluppo e del progresso della montagna: ”Nel corso dell’animato dibattito l’assessore Guido è intervenuto richiamando l’attenzione dell’assemblea sui problemi della scuola in montagna, ed in particolare della scuola sussidiata, affidata a giovani maestre poco o nulla compensate, costrette a notevoli disagi con la sola prospettiva di qualche punto per il concorso magistrale”. ”Il PIccolo”, 19 dicembre 1970,

[13] Giuseppe ”Pippo” Bagnasco, classe 1904, iniziò a suonare nella Banda serraallese all’età di soli 10 anni. Trombettiere del 44° Reggimento Fanteria, in occasione della celebrazione della Vittoria il 4 novembre 1918 fu chiamato a suonare l’Attenti e il Silenzio alla presenza del Re. Morì giovanissimo all’età di trentatré anni. Per cEnni biografici su di lui cfr. Gigi, Bagnasco, Mio padre Pippo Bagnasco, in Avanti con brio… da 150 anni, LIbarna Arteventi, 2013, pp. 17-18..

[14] Annuale festa della Banda musicale, Il Popolo”, 27 ovembre 1952.

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