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GUIDO, Vittorio Gianni – Presidente della Cassa di Risparmio di Alessandria (1971-1987)

Vittorio Guido e Gianfranco Pittatore

La nostra storia incomincia nel 1971, quando Vittorio Guido, dopo un quindicennio come Assessore provinciale –  periodo in cui è diventato uno dei pilastri di quell’Ente – viene nominato Presidente di una delle più antiche banche piemontesi. Quella Cassa di Risparmio, fondata nel 1838 dall’avvocato alessandrino Pietro Parvopassu, capace di riunire in questo progetto l’élite economica e politica della propria città di origine.
Guido subentra all’avvocato Giovanni Taverna (1927-2006), professionista di ispirazione socialista, molto noto in città. L’insediamento ha luogo il 20 settembre, mentre un mese dopo, con la nomina del socialista Gianfranco Pittatore a Vicepresidente, si completa il quadro della nuova Presidenza, con una formazione destinata a durare in carica per sedici anni. Pittatore prolungherà poi il suo impegno quasi qua­rantennale con la Cassa di Risparmio assumendo la guida della Banca prima, e della Fondazione di origine bancaria in seguito, fino all’anno della morte avvenuta nel 2009.

È pos­sibile ripercorrere la lunga esperienza presidenziale di Vittorio Guido utilizzando come delimitazioni temporali quelle dei mandati dei tre Direttori generali che lo affiancano lungo l’arco di diciassette anni: Umberto Albini, Angelo Ponasso, Renzo Zaio. Il primo periodo, che va dal 1971 al 1976, vede l’esordio del Presidente Guido in un quadro economico complesso, a cui non si sottraggono certo le Casse di Risparmio italiane, impegnate a predisporre un proprio ingresso nel mercato per svolgere nuove operazioni a larga redditività, rimeditare le proprie dimensioni per adeguarle alla complessità dei flussi di credito, aggiornare le tecniche gestionali per ridurre i costi, predisporre nuovi servizi o offrire in modo diverso quelli tradizionali. In questo contesto, le direzioni di movimento prescelte dal nuovo Presidente possono essere ricondotte a quattro: la riorganiz­zazione immobiliare, la ristrutturazione organizzativa, un ripensamento del rapporto tra beneficenza e attività di marketing e infine un più meditato utilizzo delle partecipazioni strategiche. In particolare, per rispondere alla crescita esponenziale dei depositi e dei servizi e alla conseguente dilatazione dell’organico, è necessario provvedere all’adeguamento della vecchia sede e all’avvio di un progetto di ristrutturazione organizzativa. Contemporaneamente si avvia il processo di informatizzazione che culmina, nel 1974, con la creazione di nuovo centro elettronico (CED) a Castellazzo Bormida.

Vittorio Guido riceve Nerio Nesi, Presidente della Banca Nazionale del Lavoro

Il Presidente Guido, partendo dalla sua esperienza commerciale, apre in parallelo un secondo fronte di cambiamento, relativo alle azioni di marketing. Si consolida inoltre la consapevolezza del rilievo che i volumi d’arte possono avere non solo come sostegno alla crescita culturale del territorio, ma anche come strumento di penetrazione commerciale in ambiti nuovi o solo parzialmente raggiunti fino a quel momento. I volumi di grande formato editi dalla Cassa di Risparmio di Alessan­dria sono via via diventati strumenti per una ricognizione approfondita di aspetti culturali specifici, con una vistosa dilatazione dell’interesse per la storia locale, costruendo dei veri e propri itinerari di conoscen­za delle varie forme espressive prodotte nei secoli dalle comunità del nostro territorio.

Se è vero che i primi anni Settanta sono anni di crescita per la Cassa di Risparmio di Alessandria, è il quadro esterno che inizia a farsi molto minaccioso, quando alla svolta negativa segnata dal ritmo dell’infla­zione si somma una decelerazione del ritmo di incremento del reddito reale. La fine delle parità valutarie e l’aumento quintuplicato del prezzo del petrolio, fanno esplodere i rapporti della nostra bilancia dei pagamenti con l’estero e portano le Casse italiane a soffrire più delle altre banche la contemporanea situazione di inflazione e stagnazione, con una progressiva e costante perdita di mercato a partire dal 1973. È in questo contesto che si verifica l’avvicendamento del Direttore generale con il passaggio del testimone, nel 1976, fra il dottor Albini e il ragionier Angelo Ponasso, proveniente dall’Istituto San Paolo. Gli ultimi convulsi anni Settanta vedono la Cassa di Risparmio impegnarsi sul tema dell’aumento della produttività aziendale, con il supporto di consulenti esterni, col potenziamento del servizio di elaborazione dati, con l’utilizzo di una società esterna di auditing. Rimane invece confermato, in nome della fedeltà al tema dello sviluppo locale, l’impegno verso le iniziative specifiche in favore del territorio e del sistema economico. La Banca si muove per potenziare il settore dei mutui agevolati per gli alloggi, interviene a sostegno di iniziative promozionali all’estero del settore orafo e, dopo la disastrosa alluvione del 1977, definisce un piano di finanziamenti a breve termine per le imprese danneggiate, mentre sul piano della cultura avvia operazioni di lunga durata come il sostegno ai Convegni di storia della letteratura di San Salvatore Monferrato e l’acquisto sistematico di opere d’arte.

Vittorio Guido con il pittore Pietro Morando (a sinistra) in occasione dell’acquisizione di una sua opera

Intanto, all’esperienza ma­turata in tanti anni di attività politica e imprenditoriale, Vittorio Guido aggiunge in questo periodo anche la conoscenza di un nuovo campo d’azione: dal 1976 al 1983 è infatti Agente generale della Toro Assicurazioni per la provincia di Alessandria. Nuove competenze vanno dunque ad aggiungersi a un curriculum ricco e solidamente fondato.

Il terzo segmento della lunga presidenza di Vittorio Guido, con Renzo Zaio Direttore generale (1980-1987), prende il via in una situazione di crisi generalizzata che in quell’avvio di decennio non sembra volersi diradare. Al Presidente e al suo Consiglio risulta ben evidente che la Banca deve porsi l’obiettivo di un rapido rinnovamento delle procedure operative, almeno per ridurre i costi di produzione e fronteggiare il declino delle masse monetarie intermediate. Non a caso, a ottobre si svolge presso il Teatro Comunale un importante convegno, organizzato con il quotidiano Il Sole 24 Ore, il cui titolo è estremamente significativo: “Automazione bancaria e nuovi rapporti con l’impresa”.  Un altro elemento di radicale innovazione che trova il Presidente Gui­do sempre attento (e in sintonia con il suo Vicepresidente), è l’apertura della Banca verso l’esterno, in particolare allo scopo di dar vita a vere e proprie reti di servizi. È in questo contesto di apertura di un dialogo tra consorelle della stessa area territoriale che per la prima volta, su proposta della Cassa di Vercelli, viene presa in considerazione una prospettiva di fusione interbancaria, argomento che viene per il momento affidato all’esame di una commissione, ma che sarà destinato a divenire oggetto di rifles­sione predominante negli anni immediatamente successivi.

Vittorio Guido presiede una seduta del Consiglio d’Amministrazione della CRAL

Peraltro, la situazione della Banca non sembra risentire più di tanto della negatività che pervade la società e il Paese. Nel primo bilancio certificato, quello del 1985, la raccolta si avvicina sensibilmente al livello record dei mille miliardi di lire, mentre la percentuale degli impieghi economici rispetto al totale dell’attivo si­ mantiene poco al di sotto del 30%. La presenza capillare nel tessuto economico e sociale in cui è inserita è proprio il dato caratteristico della Cassa di Risparmio di Ales­sandria in questo scorcio di anni Ottanta. Economia, sanità, istruzione, arte e cultura sono declinati attraverso le scelte quotidiane del Consiglio. Valgano, a titolo di esempio: l’acquisto di un analizzatore bio-chimico per l’Ospedale civile di Alessandria, l’avvio di un progetto di restauro pluriennale della facciata e della cupola della Cattedrale di Alessandria, il contributo al nascente Comitato per la gestione di Corsi Universitari decentrati ad Alessandria, il sostegno a un ampio progetto in memoria del Pontefice Pio V.

Vittorio Guido, nei sedici anni della sua presidenza ha guidato la Banca attraverso un periodo di inedite opportunità ma anche di grandi turbo­lenze e con il suo equilibrio ha preparato il terreno ai cambiamenti che interesseranno il sistema delle Casse di Risparmio italiane a partire dagli anni Novanta. Quando il 20 febbraio del 1987 il decreto del Ministro del Tesoro Giovanni Goria stabilisce la nomina di Gianfranco Pittatore quale nuo­vo Presidente della Cassa di Risparmio di Alessandria, si può dire che si chiuda un’epoca, anche se in realtà il nuovo responsabile dell’Ente ha lavorato per tutto il mandato precedente in sintonia con il Presidente Guido. Vittorio Guido è in prossimità dei settant’anni e ha dato moltissimo alla comunità di cui fa parte. L’obiettivo sarebbe quello di dedicare più tempo agli affetti famigliari, ma la sua esperienza di banchiere locale non può andare dispersa del tutto. La nuova amministrazione della Cassa di Risparmio lo chiama, in virtù della sua esperienza e anche della preparazione nel settore della contabilità aziendale, a occupare il ruolo di Sindaco. Un riconoscimento importante che segna per intero l’ultimo periodo di vita del Presidente Guido: infatti, nelle vicende legate alla riforma delle Casse di Rispar­mio italiane, dapprima (dal 1988 al 1991) è Sindaco della “vecchia” Cassa di Risparmio e successivamente, con la costituzione della Cassa di Risparmio spa, ne sarà dapprima Sindaco supplente e poi Sindaco effettivo fino al 2004.

Vittorio Guido conclude la sua vita terrena il 7 marzo 2005 nella “sua” Serravalle Scrivia, dopo una malattia che ne accompagna gli ultimi mesi ma che non incide sulla sua pacatezza e serenità. La famiglia, che ha rappresentato sempre il porto sicuro al quale fare ritorno dopo gli affanni della giornata lavorativa, lo accoglie e lo protegge con partico­lare affetto nei giorni conclusivi di un’esistenza tutta dedicata agli altri.

Clicca qui per leggere la prima parte della biografia di VITTORIO GUIDO

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