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TACCHINO, Monsignor Aldo

Monsignore, Parroco di Dova, Montebruno, Serravalle Scrivia, basaluzzo (Castellazzo d’Orba, 1926 – Basaluzzo, 15 dicembre 2116)

Nato a Castelletto d’Orba, sin da bambino mostra un forte spirito religioso e ben presto scopre nel suo animo la vacazione sacerdotale:

“Una mattina. Improvvisamente. Era morta mia nonna, ed ero andato a servire la SS. Messa. Non so, è stata come una ispirazione. Ero poco più di un ragazzo. Tornai a casa. Lo dissi ai miei genitori. Nessuna obiezione. Quindici giorni dopo mi trovai in Seminario, a Stazzano. Ed ero contento. Felice.
Avevo trovato la mia strada”. [1]

Don Aldo Tacchino, a sinistra, a Dova

Siamo nel 1938, Aldo ha 12 anni e a Stazzano resta sino al giorno in cui viene consacrato sacerdote, l’8 aprile 1950. Il primo incarico e a Broni, come coadiutore, dove rimane cinque anni.
Nel 1955 la prima nomina come Parroco a Dova, piccolo paese dell’Alta Val Borbera (all’epoca conta meno di 300 abitanti). La sua permanenza è breve, ma a Dova don Aldo resta sempre legato e la elegge, per molti anni, quale sede della colonia estiva per i suoi ragazzi di Basaluzzo.

Il 30 agosto 1958 “accolto da un sontuoso ricevimento” e “accompagnato da una larga rappresentanza dei suoi parrocchiani di Dova”, fa il suo ingresso come Parroco a Montebruno, piccolo Comune (600 abitanti) sul versante ligure della Diocesi di Tortona[2].
A Montebruno svolge la sua missione pastorale per quasi quindici anni, sino a quando, il 1° giugno 1972 fa il suo ingresso in quella che sarà la sua parrocchia per più di quarant’anni, Basaluzzo.

Don Tacchino è un sacerdote che sa farsi rispettare, “vigoroso ed energico nel fisico come nel carattere”, pesa quasi un quintale e pur essendo un abile predicatore non disdegna i lavori manuali e l’attività fisica. Ama la montagna e sono frequenti le sue ascese, anche in solitaria, ai grandi monti della provincia, il Tobbio e l’Antola (“Ci sono stato parecchie volte, sull’Antola – ricorda in una intervista in occasione del suo novantesimo compleanno -. Adesso no, quattro ore di cammino non riuscirei a farle”[3]).

1972 – L’ingresso a Basaluzzo di don Aldo Tacchino. Alla sua sinistra Monsignor Giovanni Canestri all’epoca vescovo di Tortona e successivamente arcivescovo metropolitano di Genova

Appena giunto a Basaluzzo si mette subito all’opera e inizia a realizzare una serie di opere di restauro e di miglioramento degli edifici religiosi: realizza molti lavori nella chiesa parrocchiale di Sant’Andrea; restaura e riapre al culto la chiesa di Santa Maria, di origine benedettina, probabilmente l’edificio religioso più antico di Basaluzzo (VII secolo); promuove la costruzione ex novo della chiesa nella frazione Sant’Antonio, inaugurata il 18 giugno 1983.

È molto attivo anche nelle iniziative parrocchiali, sostenendo l’attività del coro, promuovendo le organizzazioni per la gioventù e opere di assistenza. Fonda anche un bollettino parrocchiale e, soprattutto, dà grande impulso all’asilo “Pelucchi e Paleari”.

Inoltre, non disdegna di partecipare alle iniziative della Diocesi (è, tra l’altro, componente della Commissione diocesana per l’arte sacra) ed è anche incaricato di insegnamento della religione per oltre vent’anni nelle scuole medie di Basaluzzo, e poi nella scuola media “Doria” e infine all’Itis “Ciampini” di Novi Ligure.
Ferse è proprio questo suo attivismo che attira su don Aldo l’attenzione del Vescovo di Tortona e dà origine all’episodio più curioso ed emblematico della sua vita sacerdotale.

Il 9 gennaio 1993 muore don Bruno Lanza, Parroco di Serravalle Scrivia da meno di un anno. Per il Vescovo Luigi Bongianino trovare un sostituto non è cosa facile. Negli anni Novanta la diocesi tortonese conta infatti 315 parrocchie (alcune molto grandi) ma i sacerdoti sono poco più di 200 e hanno un’età media di oltre 65 anni[4].
Non disponendo di molte alternative, la sua scelta cade proprio su don Aldo Tacchino, nonostante sia già un po’ in là con gli anni e abbia sempre operato in comuni di ridotte dimensioni e a vocazione agricola (anche Basaluzzo, 1.800 abitanti, è un piccolo comune, e nonostante la vicinanza con Novi e un paese in cui le radici della campagna sono ancora molto forti[5]). Del resto, il nome di don Aldo era già circolato l’anno precedente, prima che la scelta definitiva cadesse su don Lanza: logico, dunque, che il suo nome venga subito riproposto.

Don Tacchino viene nominato parroco di Serravalle Scrivia il 21 gennaio e fa il suo ingresso in Parrocchia il 15 febbraio 1993.
Il nuovo Parroco è chiamato ad affrontare un contesto parrocchiale molto complicato, al punto che lo stesso Vicario Generale Mons. Libero Meriggi non può evitare di parlarne nel suo indirizzo di saluto nel corso della Messa di insediamento, “ricordando la difficile situazione e i problemi della nostra comunità che tutti siamo chiamati a risolvere, non solo il Parroco”.

15 febbraio 1993 – prima messa a Serravalle Scrivia

Anche don Tacchino, pur nel clima festoso e commovente della cerimonia di insediamento, non nasconde di trovarsi ad operare in un clima non del tutto sereno: “Alcuni dicono che sono venuto per obbedienza, certo così mi sono espresso, ma questo non significa con obbedienza passiva e rassegnata[6].
La situazione della Parrocchia è in effetti problematica, soprattutto sotto il profilo finanziario, ma anche Serravalle è un paese difficile e complesso. Come tutta la Valle Scrivia sta vivendo un periodo di grave crisi economica cui si aggiungono problemi propri, dal traffico all’inquinamento, dai problemi della sicurezza ai primi segnali di una immigrazione dai tratti incontrollati e foriera di nuove povertà.
A questo si aggiunge una situazione politico-amministrativa caratterizzata da continui ribaltoni che vedono, tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta, il varo di una delle primissime giunte “anomale” d’Italia (alleanza PCI-DC) repentinamente sostituita da una alleanza di sinistra.
Don Tacchino, che è uomo di idee politiche piuttosto conformiste, e che neppure in occasione della festa per il suo novantesimo compleanno rinuncia ad esprimere la sua scarsa simpatia per le alleanze tra cattolici e socialcomunisti (“vedere che i partiti di centro, di ispirazione cattolica, si alleano e fanno parte di governi in cui sono presenti quelli di sinistra è tutto dire”[7]), sicuramente trova anche in questo più di un problema.
Tuttavia don Aldo è uomo d’azione e non si perde facilmente d’animo. Inizia a lavorare e a guardarsi intorno, organizzando subito una serie di riunioni con le associazioni parrocchiali, sino ad un ultimo incontro piuttosto affollato presso la Casa del Giovane nel corso del quale molti nodi restano irrisolti[8].

Il neo-parroco però, nel giro di pochi giorni, si rende conto che la cura della Parrocchia di Serravalle è per lui “un’avventura” … Non trova in sé le forze e la capacità per continuare, si sente inadeguato per quella dimensione sociale e pastorale e per i problemi che comportano. Per carattere, non ama tergiversare. Prende carta e penna e scrive a Mons. Bongianino: chiede di essere collocato in pensione, oppure, in subordine di poter tornare alla sua parrocchia di Basaluzzo.

Il ritorno di don Tacchino a Basaluzzo

Proprio da Basaluzzo nel frattempo si moltiplicano le prese di posizione contro il trasferimento di don Aldo che nei vent’anni di permanenza in paese è diventato una delle anime della vita sociale e aggregativa cittadina anche al di fuori della parrocchia: “È difficile immaginarsi Basaluzzo senza don Aldo, soprattutto per noi giovani: quando sentiremo nominare Serravalle ecco che subito ci verrà in mente la sua persona; quando andremo in chiesa sarà ancora come se lo rivedessimo nelle sue attività materiali e spirituali”, scrivono in  un loro comunicato i giovani parrocchiani del paese[9].

La documentazione disponibile non ci dice esattamente cosa succede nelle settimane successive al 15 febbraio. Probabilmente in Curia la rinuncia di don Aldo crea stupore ed anche una certa irritazione, ma Monsignor Bongianino si rende conto che insistere nella sua decisione sarebbe, con ogni probabilità, la decisione peggiore.
D’altra parte, di collocare in pensione don Tacchino, sacerdote nel pieno della capacità lavorativa, non se ne parla, e così il 19 marzo don Aldo riprende possesso della sua vecchia parrocchia nel corso di una cerimonia in cui sono presenti le autorità comunali ma assenti, a quanto si può desumere dalla stessa stampa diocesana, i rappresentanti del Vescovo.

Un poco più complesso è risolvere la situazione che si è venuta a creare a Serravalle: tuttavia il 25 aprile fa il suo ingresso in parrocchia il nuovo parroco, don Emilio Bovone che resta a Serravalle sino alla sua morte nel marzo 2008.

Don Aldo al lavoro nel restauro della canonica

Don Tacchino, da parte sua, riprende l’attività quotidiana fatta di lavoro intenso e cerca contemporaneamente di ritessere i rapporti con il Vescovo e la curia. Il 25 aprile, in Cattedrale, si apre il Sinodo diocesano, che non si teneva dal lontano 1948. Don Tacchino è tra i padri sinodali e interviene attivamente, soprattutto sul tema dei sacerdoti anziani e dei loro problemi. Inoltre, partecipa con assiduità ai lavori della Commissione per l’arte sacra.

A Basaluzzo continua ad occuparsi soprattutto del miglioramento della parrocchia e degli edifici parrocchiali: in particolare è promotore nel 1996 della nuova via Crucis presso il cimitero, frutto del lavoro di diversi artisti della provincia;  Inaugura un nuovo oratorio nell’ottobre 2000; nel 2008 inaugura un nuovo mosaico posto sulla facciata della parrocchia di Sant’Andrea e i nuovi accessi per rendere più facile l’ingresso alla chiesa per i disabili;  porta a termine il restauro del Campanile di Sant’Andrea nel novembre 2010.
È molto attivo anche nell’altra parrocchia che è chiamato a reggere, quella di Francavilla, dove ad esempio, nel 2013, realizza il completo rifacimento del tetto.

Insomma, don Aldo a tutto pensa meno che a una tranquilla pensione. Così il 18 aprile 2010 festeggia il Sessantesimo anno di sacerdozio e contemporaneamente la nomina a Monsignore.

65 anni di sacerdozio festeggiati con Monsignor Francesco Viola, vescovo di Tortona

Il suo nome torna alla ribalta della stampa locale e nazionale quattro anni dopo quando, ormai ottantanovenne, il 5 giugno 2014 subisce in sacrestia una aggressione per rapina. Per sua fortuna è una calda serata d’estate, don Aldo ha un appuntamento con una giovane coppia di genitori per discutere l’organizzazione del battesimo del nuovo nato. Il rapitore-aggressore, che ha legato il parroco, lo ha imbavagliato con del nastro adesivo e percosso brutalmente per farsi consegnare denaro, viene disturbato e fugge; don Tacchino, sanguinante, può essere soccorso e viene ricoverato in ospedale a Novi Ligure in prognosi riservata a causa di lesioni costali multiple e di un trauma cranico.

La tempra di don Aldo Tacchino però è forte nonostante gli ottantotto anni: il 14 giugno ritorna in parrocchia e, sia pure in carrozzella, concelebra la messa in occasione della festa patronale di Basaluzzo e riprende il suo posto come Parroco di Sant’Andrea.

Non abbandona il suo posto di parroco, e il 26 aprile 2015 festeggia il 65 anniversario di sacerdozio. A 89 anni è il più anziano sacerdote in servizio attivo della diocesi di Tortona; al suo fianco, a celebrare l’anniversario c’è, in un incontro ricco di significato, Vittorio Viola, Vescovo di Tortona, il più giovane prelato italiano.
La sua attività continua nonostante i postumi dell’aggressione, l’avanzare dell’età e una grave malattia che sta lentamente minando la sua forte fibra: il 12 marzo 2016 Basaluzzo festeggia i novant’anni di don Tacchino; non è una occasione meramente celebrativa perché don Aldo sceglie quel giorno per inaugurare il nuovo organo della parrocchia.

Festa per i 90 anni di don Aldo Tacchino

Sarà la sua ultima realizzazione. Nell’inverno collabora fattivamente a un nuovo grande progetto, l’esecuzione in Parrocchia della Petite Messe Solennelle di Gioacchino Rossini. Non ne vedrà però l’allestimento, perché l’aggravarsi della malattia se lo porta via giovedì 15 dicembre.

I cittadini di Basaluzzo decidono che il concerto debba svolgersi ugualmente e sia dedicato alla memoria del sacerdote che è stato loro parroco per 44 anni. Con una decisione di grande significato simbolico, l’esecuzione della Messe di Rossini ha luogo in parrocchia la sera del 24 dicembre e precede la Messa di Mezzanotte.

Mercoledì 18 aprile 2018, alla presenza del Vescovo Viola, in parrocchia viene scoperta una lapide in suo onore e ricordo.


[1] Quarant’anni di sacerdozio di don Aldo Tacchino” “Panorama di Novi, 11 maggio 2012

[2] Il nuovo parroco a Montebruno, “Il Popolo” 25 settembre 1958.

[3] Quarant’anni di sacerdozio di don Aldo Tacchino” “Panorama di Novi, 11 maggio 2012

[4] Notizie statistiche sui sacerdoti della diocesi dal 1950 ad oggi nella voce “Diocesi di Tortona” sul sito “Cathopedia” (https://it.cathopedia.org/wiki/Cathopedia:Pagina_principale).
Cfr. Anche l’articolo In tutta la diocesi la Giornata del Seminario. Il Messaggio del Vescovo, in “Il Popolo, 24 novembre 1996.

[5] Interessante al proposito l’intervista con don Graziano Pepe, successore di Monsignor Tacchino a Basaluzzo: Don Graziano Pepe: “Il Vescovo ci aiuti a vivere la comunione”, in “Il Popolo, 12 aprile 2018.

[6] Le citazioni di Monsignor Meriggi e di don Tacchino in L’ingresso del nuovo Parroco don Aldo Tacchino, in “Il Popolo”, 21 febbraio 1993.

[7] Quarant’anni di sacerdozio di don Aldo Tacchino” “Panorama di Novi, 11 maggio 2012.

[8] Ringrazio Luciano Camera per le informazioni dettagliate edi grande interesse che mi ha fornito a propopsito di questa decisiva riunione.

[9] I giovani di Basaluzzo. Basaluzzo saluta il Don, In “Il Popolo”, 21 febbraio 1993.

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