MERLO, Luigi
Luigi Merlo (di Giovanni Antonio Merlo e Catterina Persivale, Parodi Ligure, 16 aprile 1921 / Gavi, 5 aprile 1945).
Contadino, Caporale di Artiglieria del Regio Esercito, Partigiano caduto.

Luigi Merlo nacque il 16 aprile del 1921, a Parodi Ligure (all’epoca località del Comune di Bosio, che divenne ente autonomo solo nel 1948). Figlio di Giovanni Antonio Merlo, contadino, e di Catterina Persivale, donna di casa, ricevette un’educazione cattolica. Fu tra i piccoli alunni dell’asilo delle suore di Bosio, inaugurato nel 1920 presso l’edificio dell’Istituto Giovanile “San Giovanni Bosco”. Terminati gli studi con la classe quinta delle scuole Elementari, iniziò a lavorare in campagna e successivamente intraprese il mestiere del cameriere. Il 18 aprile del 1940 viene giudicato idoneo alla leva militare e posto nella disposizione del Distretto Militare di Tortona. Lasciato in congedo provvisorio, il 6 aprile del 1941 viene chiamato alle Armi. Sono i giorni della disfatta italiana ad Addis Abbeba, dell’invasione tedesca della Jugoslavia, nuova offensiva italiana sul fronte greco-albanese. Arruolato nel Regio Esercito, Soldato di Fanteria, la sua prima assegnazione fu il 28° Reggimento Artiglieria Divisionale di reparto, dove rimase sino al 14 aprile del 1942, quando venne trasferito al 157° Reggimento Artiglieria Divisionale Fanteria “Novara”. In realtà Merlo avrebbe desiderato prestare servizio nei Reali Carabinieri, aveva presentato domanda di arruolamento ma non venne selezionato. Il 6 ottobre 1942 non potè congedarsi poichè trattenuto alle Armi.
Il 18 novembre del 1942 viene imbarcato con il suo reparto, molto probabilmente da un porto della Puglia, alla volta dei Balcani. Impiegato sul fronte greco, servì in zona dichiarata in stato di guerra sino all’8 settembre del 1943. Ricevette i gradi di Caporale. Il 1 giugno 1943 cambia unità, ridislocato in organico al 17° Reggimento Artiglieria Divisionale di Fanteria “Sforzesca” Mobilitato. Viene assegnato alla mansione di postino di Gruppo. Alla data dell’Armistizio, Luigi Merlo si trovava in Grecia. Travolto, come migliaia di militari italiani, dalle tragiche conseguenze della firma apposta dal Maresciallo Badoglio sulla capitolazione dell’Italia agli Alleati, egli riuscì comunque a sfuggire alla deportazione in Germania, e rimpatriò, riuscendo così a tornare a casa, nella sua Parodi Ligure. Con l’occupazione nazifascista del Nord Italia, si sottrasse all’arruolamento del “Bando Graziani”, decise di non aderire alla Repubblica Sociale Italiana, rifiutò di prestare servizio nella Guardia Nazionale Repubblicana. Nascosto tra i casolari dell’Appennino, protetto e sostenuto dalla sua gente, posto davanti al dramma della guerra civile, maturò la scelta resistenziale e si aggregò, per un primo e brevissimo periodo, ai gruppi partigiani che andavano costituendosi alle falde del Monte Tobbio. Quando, nella Pasqua 1944, la ferocia nazifascista si abbattè sulla zona della Cascina Benedicta, con un violentissimo rastrellamento, la sorte volle che egli non si trovasse lì. Scampando, ancora una volta alla morte, ai campi di concetramento del Reich. L’eccidio lo determinò ancora di più nella lotta di Liberazione e, dal mese di maggio, si unì alle formazioni partigiane locali, con il nome di battaglia di “Moro”, combattendo nella 1° Brigata “Martiri della Benedicta”, 8° Divisione “Giustizia e Libertà”.
Il tragico destino di Luigi si compì il 5 aprile del 1945, in Località Crenna, al confine tra i Comuni Gavi e Serravalle. Il giovane partigiano Merlo cadde ferito a morte in uno scontro a fuoco con i militari tedeschi, lungo la provinciale che collega la Valle Scrivia alla Val Lemme, poco distante dalla galleria stradale della Crenna. Il suo sangue bagnò il prato su cui si affaccia l’antica Cappella intitolata a San Defendente, il militare romano elevato alla gloria degli altari, martire per aver rifiutato di rinnegare il cristianesimo facendo sacrificio al culto dell’Imperatore, invocato per l’intercessione contro la devastazione degli incendi e le razzie dei lupi.
II 10 novembre 1947, la Commissione Regionale Piemontese per l’Accertamento delle Qualifiche Partigiane riconobbe formalmente la militanza resistenziale di Luigi Merlo. Alla memoria, venne posata una lapide sul luogo del suo assassinio.
Fonti:
Archivio di Stato di Alessandria, Foglio matricolare e caratteristico, nr. 10902, anno 1921, Distretto Militare di Tortona;
Archivio Storico del Comune di Bosio
www.areeprotetteappennino piemontese.it
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