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REMEDI, Enrico

Architetto, disegnatore, Accademico delle Belle Arti, progettista del monumento ai Caduti di Serravalle Scrivia.

Enrico Remedi (Carrara, 2 maggio 1891/ ?)

Enrico Remedi, nacque a Carrara (MS), il 2 maggio 1891. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, allievo – tra gli altri – dello scultore Benedetto Cacciatori (artista che con il padre ed i fratelli lavorò alle sculture dell’Arco della Pace di Milano e realizzò diversi monumenti funebri o commemorativi per persone celebri del tempo, tra i quali il Napoleone I di Marengo, l’Amedeo di Savoia nella Cappella della Sacra Sindone a Torino), si laureò in architettura. Accanto alla libera professione intraprese anche la carriera di docente. Durante gli anni Trenta occupò la cattedra di proiezioni prospettiva e teoria delle ombre, presso l’Accademia di Belle Arti di Carrara.

Sua la firma su progetti di diversi edifici pubblici e privati, da Piacenza, a La Spezia, a Savona, alla natia Carrara. Pregevole disegnatore, Remedi (nella foto di gruppo in alto, tratta dal sito web www.pinterest.it, scattata nel mese di luglio 1931, si riconoscono da sinistra: Arturo Dazzi, Adolfo Angeli, Guido Letta, Augusto Pollina, Scipione Biggi. Al centro in seconda fila: Carlo Krattly, Enrico Remedi, Giulio Marchetti, Andrea Beneo) si aggiudicò diversi concorsi di architettura, tra cui si ricordi quello per la progettazione della sede di Napoli del Banco di Sicilia, ex-aequo con il famoso Marcello Piacentini, uno tra i principali architetti del Trentennio 1910-1940, già Professore ordinario di Urbanistica alla facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma, della quale fu anche preside.

Nel 1922 l’architetto Remedi progettò anche il monumento ai Caduti della 1° Guerra Mondiale di Serravalle Scrivia (nella foto in alto a sinistra). Il memoriale venne edificato nel 1924 ed inaugurato il 4 ottobre 1925. Nel 1955 il memoriale fu arricchito da un tripode bronzeo, opera dello scultore genovese Guido Galletti, realizzato in ricordo dei serravallesi caduti nella 2° Guerra Mondiale e nella Lotta di Liberazione, i cui nomi vennero incisi su quattro nuove lapidi marmoree apposte al preesistente monumento.

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