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A Serravalle arriva il treno!

Clemente Nepomuceno Lotario, principe di Metternich chiese al Comitato delle otto Potenze, radunato a Vienna nel celebre Congresso, di deliberare l’annessione della Repubblica di Genova al regno dei Savoia: lo chiese Il 13 novembre 1814, prima ancora dell’inizio formale dei lavori, il giorno precedente l’arrivo del Marchese Antonio Brignole Sale, ministro plenipotenziario della Repubblica Genovese e latore della fiera opposizione della stessa Repubblica: tanto che da allora e fino ad oggi i genovesi parlano di quell’unione definendola l’odiata annessione.

Jean-Baptiste Isabey: Il congresso di Vienna (1814 – pubblico dominio)

L’idea dell’austriaco era probabilmente che fosse meglio avere come vicino un governo di montanari un po’ arretrati, piuttosto che quello di ricchi mercanti, superbi e indipendenti.

Sta di fatto che il Piemonte si trovò abbastanza inaspettatamente ad avere uno sbocco (e che sbocco!) sul Mediterraneo, ma con forti problemi di accessibilità. E i liguri, per parte loro, si trovarono ad aver a che fare con un governo centrale monoliticamente insediato a Torino, assai distante da loro e con gli stessi problemi reciproci di accessibilità.

Il Regno di Sardegna al 1839 (pubblico dominio)
La popolazione residente di Serravalle Scrivia al primo censimento della popolazione (1861) era di 3.192 abitanti.

Per attraversare la catena appenninica, che separava il territorio piemontese dal ligure, si doveva percorrere la strada Cambiagia, attraverso il passo della Bocchetta e i trasporti merci (a dorso di mulo o su carro) impiegavano un giorno e mezzo per recarsi da Sampierdarena a Novi Ligure; senza contare poi i rischi dovuti alla presenza di banditi lungo il percorso.

Solo nel 1823 viene realizzata la strada «dei Giovi», più agevole di quella della Bocchetta.

Fino dal 1840, Carlo Alberto di Savoia Carignano, re di Sardegna, sollecitato anche da un gruppo di intraprendenti imprenditori genovesi, aveva attivato studi per la realizzazione di una linea ferroviaria che collegasse Torino a Genova: le ferrovie, da poco realizzate per la prima volta su suolo inglese, erano la novità tecnologica del momento, e suscitavano grande ammirazione e desiderio di emulazione; tanto che Ferdinando II, re delle Due Sicilie ne aveva fatta costruire una, inaugurata nel 1839 (7,5 chilometri di lunghezza) tra Napoli e Portici.

(dalla collezione privata dell’autore dell’articolo)

Gli studi, affidati ad una apposita commissione si concludono nel 1844 con l’approvazione di un progetto; e nel 1845 iniziano i lavori di costruzione della ferrovia, che verrà realizzata totalmente a spese dello Stato sabaudo[1]: la spesa sarà di 120 milioni di lire dell’epoca (circa 890 milioni di € di oggi).

..Parlava delle notti del secolo precedente, illuminate dalla pallida luce dell’olio d’ulivo, e descriveva a contrasto «la vivida fiammella che in oggi già risplende nei fondachi di Londra e Parigi e presto splenderà anche in questa nostra Genova Superba » ; parlava del Vapore e dell’Elettrico, delle arti e delle scienze in continuo progresso…

(Predica di chiusura del Quaresimale
del Canonico Napoleone Montecucco;
si finge in Genova, San Lorenzo1° aprile 1846: da P.L. e E. Erizzo, “Il regalo del Mandrogno”)

La ferrovia parte lentamente: nel settembre del 1848 viene inaugurato un primo breve tratto: Torino – Trofarello; il 9 agosto di quell’anno, a Vigevano, il comandante austriaco Josef Radetzky ed il generale piemontese Salasco avevano firmato l’armistizio che chiudeva, fallimentarmente per i piemontesi, la prima guerra d’indipendenza.

Il 1° gennaio 1850 la ferrovia arriva a Novi Ligure: i novesi, fin dall’agosto del 1842 si erano premurati di offrire gratuitamente i terreni per il passaggio della ferrovia, purché passasse in città e ci fosse una stazione di fermata [2]

Dall’archivio storico del Comune di Novi Ligure

L’anno successivo (1° febbraio 1851) la ferrovia arriva ad Arquata Scrivia, attraversando, come una sciabolata, Serravalle Scrivia e mutilandone irrimediabilmente il centro storico. E due anni dopo (18 dicembre 1853) arriva finalmente a Genova.

Carlo Bossoli – Serravalle 1853 (dalla collezione privata dell’autore dell’articolo)

Un viaggiatore d’eccezione che compie un viaggio sulla ferrovia, ancora non in esercizio così commenta:
«[Chi percorre il] tronco della strada di ferro [che è in costruzione] da Arquata a Genova [vede] ponti giganteschi, viadotti lunghissimi e altissimi, per una serie di grandi arcate, e di pilastri che paiono massi di montagne e precipizi; … archi grandiosi, giacché la maggior parte di questa magnifica strada e o sotto terra o in aria. . . A ognuno de’ pezzi fatti la prima impressione è quella del grandioso, del magnifico, dell’ardito, la seconda, dell’elegante… [I lavori] sono ammirati anche dagli stranieri intendenti e non intendenti [e] finora non c’è in Europa nessun pezzo di strada che, per i pregi sopraddetti, e per le difficoltà felicemente vinte, superi questa»

Lettera alla moglie, Teresa Borri Stampa, 1852

Sessant’anni più tardi (1911– 1913) , Serravalle è attraversata, sulla riva opposta della Scrivia e con meno travaglio urbanistico (non così per il sacrificio di vite), dalla ferrovia “succursale”, ideata per velocizzare il collegamento tra Genova e Milano, senza passare da Novi Ligure. Nasce per Serravalle la seconda stazione ferroviaria la “stazionetta” di Serravalle -Stazzano e, tra le opere ardite dell’ingegneria, viene costruito sulla Scrivia il ponte della “direttissima


[1] «…la Strada ferrata da Genova al Piemonte, con diramazione al Lago Maggiore e alla frontiera lombarda, verranno costrutte per conto e cura del nostro Governo e a spese delle nostre finanze»(Lettere Patenti del 13 febbraio 1845 di Carlo Alberto)

[2] «Quindi è che ad unanimi voti, ed inseguendo anche il voto generale della popolazione ha deliberato e delibera che sia fatta alla reale Società l’offerta gratuita di tutto il terreno nel territorio di Novi necessario per la costruzione della strada ferrata, alla condizione però che la medesima passi per la città di Novi, e quivi sia stabilita una fermata con deposito nel nuovo proposito nel già compilato progetto …»


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