L’epifania, il presepe e… la Pasquetta
La fine del periodo delle feste di fine/inizio anno viene tutt’ora rammentata con il monotono proverbio “l’Epifania tutte le feste le porta via”. Dovrebbe essere il contrario perché Pasquetta è una data d’inizio: il 6 gennaio viene dato l’annuncio di tutto ciò che scaturisce dal Natale…
Qualcuno si sarà certo stupito… Perché ho scritto “Pasquetta” e non “Epifania”?
Perché il Lunedì dell’Angelo o Lunedì “in albis”, ovvero il giorno successivo alla Pasqua, che noi siamo abituati a definire “Pasquetta” in realtà NON è la “vera” Pasquetta. La Pasquetta cade il 6 gennaio ossia è il giorno dell’Epifania, giorno in cui anticamente (quando i mezzi di informazione scarseggiavano e l’analfabetismo era a livelli molto alti) si dava l’annuncio della data della prossima Pasqua (ecco il perché di questa denominazione) e del calendario liturgico dell’anno, in considerazione del fatto che dalla manifestazione (Epifania) del Signore scaturiscono di conseguenza tutte le altre correlate ricorrenze cristiane, in primis la Pasqua.
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Subito dopo l’Epifania chi ha fatto il Presepe si appresta a disfarlo e a riporlo per l’anno successivo. In realtà non esiste, o non dovrebbe esistere, una data così ravvicinata per disfare il presepe. In passato era usanza lasciarlo allestito ancora per qualche settimana. È ancora assai diffusa, ad esempio, la “scadenza” del 2 febbraio (Presentazione al Tempio, vulgo Madóna canderiœa) per toglierlo, come accade per tradizione nel Genovesato.
Ad ogni modo le scatole appositamente destinate a conservare gli addobbi erano già pronte per riceverli ed essere stoccate in cantina o solaio o in qualche armadio; da lì non sarebbero più uscite e neppure toccate prima di 11 mesi.
Un’altra usanza che ha una tradizione molto antica, qualsiasi sia la data scelta per lo “smontaggio”, e che un tempo era scrupolosamente rispettata, era l’uso di conservare una fetta di pane della tavola di Natale, da utilizzare lungo l’anno in caso di necessità (spirituali o infermità), al pari del pane benedetto come quello distribuito per Sant’Antonio abate.
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Qualcuno dalle nostre parti copia le usanze lombarde e conserva una fetta di panettone o ne compra uno per San Biagio, visto che in questo “ultimo appello” post festività, i commercianti li mettono in vendita a metà prezzo. Pö basta, neh? E feste sòun finìe!