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BORGARELLI, Pietro

Politico, Senatore della Repubblica, Antifascista, Storico, Avvocato – (Tortona, 29 marzo 1918 -Serravalle  Scrivia, luglio 1998).

Nasce a Tortona in una famiglia politicamente impegnata e apertamente antifascista. Il padre Eugenio, prima fornaio e poi dinamico coltivatore di vigneti (Azienda Agraria Tortonese), aderisce al partito socialista e diventa Sindaco della città nel luglio 1910, carica che mantiene sino al 1914. È di nuovo sindaco per un breve periodo sino a quando, nel novembre 1919, rassegna le dimissioni a seguito di una crisi interna al Partito socialista. Nel corso del ventennio fascista Eugenio Borgarelli mantiene un dignitoso riserbo tornando alla politica attiva solo dopo la Liberazione. È nuovamente sindaco di Tortona sino al 1948 su nomina del Comitato di Liberazione, poi consigliere comunale e infine nuovamente Sindaco dal luglio 1951 sino alla morte (5 luglio 1954).
Pietro è sicuramente influenzato dalla storia familiare e in particolare dalla figura del padre, del quale ricalca ben presto le orme.

Dopo aver conseguito la maturità classica nel 1939, si laurea in Giurisprudenza.
Viene chiamato alle armi (fanteria) e alla caduta del fascismo inizia subito a collaborare con il movimento antifascista e partigiano tortonese. Dopo il 25 luglio 1943 partecipa alla costituzione di un comitato interpartitico e successivamente all’armistizio dell’8 settembre è membro del Comitato di Liberazione della città per il Partito socialista.

Quando, il 26 febbraio 1945, scatta un rastrellamento dei nazisti e dei fascisti di Salò contro i componenti del comitato, Borgarelli è uno dei primi a venirne informato: avverte gli altri componenti e li aiuta a mettersi in salvo. Pietro, invece, viene arrestato e imprigionato per oltre un mese nelle carceri di Alessandria, da cui viene liberato dopo una lunga trattativa.
Le ultime settimane prima del 25 Aprile le trascorre in clandestinità e al momento della Liberazione viene riconosciuto Partigiano combattente nelle fila della Divisione Marengo.

Nel dopoguerra inizia un periodo molto intenso di attività politica. Nei giorni immediatamente successivi alla Liberazione viene nominato Sottoprefetto per la città di Tortona: in questa veste lavora intensamente per risolvere i problemi degli sfollati, molto numerosi in città, e quelli connessi alla borsa nera e all’ordine pubblico.
Il 24 marzo 1946 viene eletto nel primo consiglio comunale del dopo Liberazione e nominato Vicesindaco della giunta guidata da Mario Silla.
In quegli anni è anche direttore responsabile de La Tortona del popolo, organo della sezione socialista tortonese.
Alle elezioni del 18 aprile 1948 si affaccia per la prima volta alla politica nazionale con la candidatura al Parlamento nelle fila del Fronte popolare di sinistra ma non viene eletto.

Dopo questa esperienza approda al socialismo democratico (Psli prima, poi Psdi) dove ritrova il padre e i componenti dell’altra grande famiglia socialdemocratica tortonese, Giuseppe e Pierluigi Romita.

Eugenio e Pietro Borgarelli sono entrambi candidati alle elezioni comunali del 1951 ed entrambi vengono eletti. Pietro deve però dimettersi per incompatibilità, mentre Eugenio diventa per l’ultima volta Sindaco della città.
Nel 1953 Pietro viene candidato alla Camera nel collegio del Piemonte sud nelle fila del Partito socialdemocratico ma non viene eletto.
In quegli anni prosegue però con successo la sua carriera politica in ambito locale. Nel 1956 è presente alle elezioni amministrative con una doppia candidatura, al Consiglio Comunale di Tortona e al Consiglio Provinciale di Alessandria. Viene eletto nei due Consigli e ottiene un ruolo di primo piano in Provincia: è Vicepresidente nella Giunta guidata da Giovanni Sisto. A sorpresa, per Borgarelli votano anche i consiglieri d’opposizione socialisti e comunisti.

Dopo la candidatura del 1953, Pietro Borgarelli è nuovamente nelle liste PSDI anche per le elezioni politiche del 1958. Questa volta è candidato nel collegio uninominale senatoriale di Alessandria-Tortona. Borgarelli ottiene un risultato personale molto lusinghiero: il Partito socialdemocratico, che a livello nazionale ottiene il 4,5 per cento e a livello regionale poco più del 7, nel collegio Alessandria-Tortona ottiene il 10,8 per cento: Borgarelli risulta eletto diventando il più giovane Senatore della Repubblica.

Inizia il periodo più intenso della sua vita politica e anche della sua vita personale: in quegli anni sposa infatti Luisa Barbieri, medico pediatra, che resterà al suo fianco per il resto della vita.
In Senato è particolarmente attivo nei lavori della  X Commissione permanente, Lavoro, emigrazione e previdenza sociale.

Nonostante l’impegno nazionale, resta presente e attivo anche a Tortona. Nel gennaio 1961 viene eletto Sindaco della città, ma deve dimettersi dopo pochi mesi poiché la nuova legge elettorale stabilisce l’incompatibilità fra le cariche di Senatore e Sindaco di città con più di 20.000 abitanti. Mantiene la carica di Consigliere Comunale.

Sta però per arrivare il giorno destinato a segnare una svolta nella vita di Pietro Borgarelli con una vicenda che si tinge di giallo e di mistero.
Sono le dodici e trenta di sabato 28 aprile 1962. Borgarelli con alcuni amici è seduto al bar dell’autostazione per l’aperitivo quando gli si fa incontro una persona che, dopo averlo insultato, passa alle vie di fatto con pugni e schiaffi. Gli amici allontanano l’aggressore (secondo il quale Borgarelli non si era adoperato per fargli avere la pensione d’invalidità) e l’incidente sembra concludersi con un po’ di spavento e qualche contusione. Passano però alcune settimane e, a metà luglio, sui giornali (La Stampa in particolare) compaiono alcuni articoli nei quali lo stesso Senatore racconta di essere in serio pericolo di cecità proprio in conseguenza di quella aggressione.
Borgarelli non perderà la vista, anzi: in autunno sulla stampa locale e nazionale compaiono alcuni trafiletti in cui si mette in dubbio la ricostruzione dei fatti fornita dal Senatore e comunque accreditata a più riprese nel mesi precedenti dagli stessi giornali locali.

Allo stato della documentazione, la vicenda rimane ancora parecchio oscura. Resta però un episodio destinato a ripercuotersi in modo significativo sulla carriera politica di Borgarelli, che nel giro di pochi mesi si interrompe.
Nella primavera del 1963 si devono tenere le elezioni per il rinnovo del Parlamento e la casella con il nome del candidato PSDI nel collegio Alessandria-Tortona resta a lungo vuota sino a quando, a pochi giorni dalla presentazione delle liste, il partito annuncia che Borgarelli non è ricandidato “per motivi di salute”.
Si tratti di una conseguenza dell’incidente (chi scrive lo ricorda negli anni Ottanta sempre con gli occhiali scuri) o di un pretesto diplomatico, la carriera del Senatore più giovane d’Italia si ferma qui, non solo su scala nazionale ma anche in ambito locale.

L’anno successivo Borgarelli lascia Tortona e si trasferisce a Serravalle, dove la moglie Luisa Barbieri ha aperto uno studio pediatrico e dove vivrà sino alla morte (1998).
Borgarelli, abbandonata la politica attiva, continua a coltivare l’altra sua passione, la ricerca storica. Di lui si ricordano, oltre a numerose conferenze, alcuni saggi di storia moderna e locale, pubblicati preferibilmente sulle pagine della rivista La Provincia di Alessandria.
L’ultimo suo impegno pubblico di cui si ha notizia risale al febbraio 1981: Borgarelli viene eletto nel Comitato zonale di Novi Ligure dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia in rappresentanza della sezione di Serravalle.