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Resurrectio

Di Sergio Marchesotti, appassionato cultore del dialetto e della storia serravallese, abbiamo già pubblicato una filastrocca dedicata al “laghi” della Scrivia nel suo percorso in territorio serravallese.
Ora Sergio ci ha consegnato un suo lavoro molto più corposo e ambizioso: la traduzione in dialetto serravallese dell’intero Vangelo di Matteo.
La riproposizione in forma dialettale di testi ed episodi legati alla religione cristiana è tradizione assai antica e presente un po’ in tutta Italia, con esempi notevoli di incontro “popolare” tra sacro e profano (alle nostre latitudini è impossibile non citare “Gelindo“, il testo teatrale dedicato alla natività).
Ora Sergio Marchesotti aggiunge questo suo lavoro che presenta caratteristiche di grande interesse: Sergio, autodidatta, ha infatti curato la traduzione in modo quasi filologico sia sotto l’aspetto lessicale sia della grafia, rifacendosi in modo esplicito al vocabolario e alla grammatica proposti da Roberto Allegri (senza rinunciare alcune volte a discostarsene, quando la sua esperienza di dialettofono glielo suggeriva).
Avremo modo di tornare ancora su questo lavoro: oggi godiamoci i brani dedicati alla Resurrezione, così come li ha tradotti Sergio, seguiti da una versione in italiano del testo di Matteo (Redazione Ckieketè)

Dópu u sàbu, a l’albezò deé primu giurnu dàa zmàuna, Maria id Màgdala e l’òtra Maria indòrnu a vizitò a tóumba. E vòtla, l’è gnüu in gràun tèramótu. In àungiu du Signù, difàti, gnüu zu dau sé, u s’è avzinò, l’à rabatò u sàsu e us g e setò insima. U zmióva in l’ea kmè in làumpu e u só vestì biàunku kmè a nàive. Per u spavàintu ki pruvòrnu è guórdie i restòrnu skóse kmè ki fisa mórte. L’àungiu l’à ditu ae dóne: Vuiòtre nu stài ad avài pöa! A só ki serkài Giözu, e krucifisu. U né no ki. L’è rizòrtu, difati, kmè kl’avàiva ditu; gnì, guaciài è póstu indé l’ea statu misu. Prestu, indài a dì ai só discepuli: l’è rizòrtu dai mórti, e vòtla, u ve spéta in Galilea; là iu vedrài. Vòtla, mi av l’ö ditu.

Abandunò de sprescia u sepùlkru in ku timù e kuntàintésa, è dóne i kurirnu a do u nóunsciu ai só discepuli. E vòtla, Giözu ug e gnüu inkóuntru dindu: Salùte a vui! E ise i s’avzinòrnu, ig abrasòrnu i péi e i l’aduòrnu. Alùa Giözu ug a ditu: Nu stài a téme; indài a nunsciò ai mè frè ki vaga in Galilea: là im vedràun.

[…]

I öinze discepuli, intàuntu, indòrnu in Galilea, inteé móunte ke Giözu ug’avàiva ditu. Kuànde I l’àun vistu, is’inzungiòrnu. Lu però i dübitova. Giözu u s’è avzinò e ditu a lu: A mi l’è statu datu ògni putére in sé e in ta tèra. Indài dóunka e fài discepuli tüti i populi, batzàundli in tu ume deé Pupà e deé fiö e du Spiritu Sàuntu, mustràundu a lu a uservò tütu kuélu ka vö kmandò. E vòtla, mi a son in ku vuiòtri tüti i giurni, féin àa féin deé móundu.

Vangelo secondo Matteo

Dopo il sabato, all’alba del primo giorno della settimana, Maria di Màgdala e l’altra Maria andarono a visitare la tomba. Ed ecco, vi fu un gran terremoto. Un angelo del Signore, infatti, sceso dal cielo, si avvicinò, rotolò la pietra e si pose a sedere su di essa. Il suo aspetto era come folgore e il suo vestito bianco come neve. Per lo spavento che ebbero su di lui, le guardie furono scosse e rimasero come morte. L’angelo disse alle donne: Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto.

Abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: Salute a voi!. Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno.

[…]

Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. Gesù si avvicinò e disse loro: A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo.

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Un pensiero su “Resurrectio

  • GRAZIELLA CHIESA

    Sergio sempre fortissimo.!

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