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Ognissanti. Le beatitudini in serravallese (Beati gli operatori di pace)

In evidenza: Le Beatitudini, di Marcello Silvestri

Sergio Marchesotti è un  appassionato cultore del dialetto e della storia serravallese, che si sta cimentando in una impresa di notevole impegno: la traduzione in dialetto serravallese dei Vangeli.
La riproposizione in forma dialettale di testi ed episodi legati alla religione cristiana è tradizione assai antica e presente un po’ in tutta Italia, con esempi notevoli di incontro “popolare” tra sacro e profano(alle nostre latitudini è impossibile non citare “Gelindo“, il testo teatrale dedicato alla natività).
Abbiamo già pubblicato un esempio del suo lavoro (Resurrectio); qui vi proponiamo le beatitudini evangeliche, che fanno parte del Discorso della Montagna: “Beati gli operatori di pace” è una delle invocazioni che compaiono nelle beatitudini, e che Chieketè e Sergio consegnano a tutti noi in questi giorni di riflessione e di preoccupazione. Una invocazione di cui di mese in mese, di giorno in giorno, di ora in ora, sempre più si avverte la drammatica attualità (Redazione Ckieketè).

Vedindu tàunta giàinte, Giözu l’è muntò in eé móunte: u s’è setò in ku avzéin i só discepuli. U s’è misu a parlò e ug mustrova dindu: Beati i póvri in spiritu, perkè per lu ug e u regnu di séi. Beati kuéiki son inteé piàuntu, perkè i saràun kunsulè. Beati i miti perkè ig avràun in eredità a tèra. Beati kuéi k’ig àun fame e sàighe dàa giüstiscia, perkè i saràun sagulè. Beati i mizerikurdiuzi perkè i truveràun mizerikordia. Beati i püi id kö, perkè i vedràun Diu. Beati i uperatui id pòze, perkè i saràun ciamè fiöi id Diu. Beati i perseguitè per a giüstiscia, perkè per lu ug e u regnu di séi. Beati vui kuàunde iv diràun de tütu, iv perseguiteràun e mentindu, i diràun ògni kósa id  mò kóuntra vuiòtri per mè kùlpa. Ralegràive tàuntu, perkè gràunde l’è a vostra rikumpàinsa in ti séi. Ksì difàti i perseguitornu i pruféti k’ernu gnüi prima id vuiòtri.

Wassili Kandinski, Tutti i Santi, 1911. Monaco, Städtische Galerie im Lenbachhaus

Vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo: Beati  i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Beati quelli che sono nel pianto, perché saranno consolati. Beati i miti perché avranno in eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia, perché saranno saziati. Beati i misericordiosi perché troveranno misericordia. Beati i puri di cuore perché vedranno Dio. Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio. Beati i perseguitati per la giustizia perché di essi è il regno dei cieli. Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti perseguitarono i profeti che furono prima di voi.

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